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Migranti, Yvan Alagbè: “Li disegno ricordando la lotta di Sankara”

Il fumettista francese Yvan Alagbé presenta il suo ultimo lavoro, 'I negri gialli', che parla anche di e accoglienza e razzismo

Pubblicato:06-12-2019 16:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:43
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ROMA – “Ho dedicato il mio ultimo lavoro a un politico africano fondamentale, Thomas Sankara, che è stato ucciso anche per la sua lotta contro un debito inestinguibile per decine di Paese del mondo, che è ancora adesso uno strumento di asservimento”. A dirlo Yvan Alagbé, fumettista francese con origini del Benin, intervistato dall’agenzia Dire a margine del convegno ‘Spaesamento’ oggi al Senato. Al centro del dibattito migrazioni, integrazione e identità, ma anche dinamiche di sfruttamento e conflitto tra Europa e Africa. Elementi contenuti anche nell’ultimo fumetto di Alagbé, ‘I negri gialli‘, appena pubblicato in Italia dalla casa editrice Canicola.

 

I disegni dell’autore, nato a Parigi, raccontano con tratto essenziale e in bianco e nero le vicissitudini di quattro personaggi della Francia multiculturale di oggi, tra solitudine e accoglienza, razzismo e amore. Durante il convegno, occasione per la presentazione del volume, è tornata sul tema dello sfruttamento del continente africano, a livello economico e simbolico, Suzanne Diku, ginecologa di origini congolesi presidente della Rete della diaspora africana nera in Italia (Redani). L’attivista ha denunciato atteggiamenti culturali che spesso contribuiscono a “creare una giustificazione teorica ai razzismi verso i migranti e i cittadini africani”. Una delle parole utilizzate da Diku è “epistemicidio“, inteso come rimozione di quelle conoscenze ritenute dalla maggioranza bianca “indegne”.


L’attivista ha ricordato poi il dramma del suo Paese, il Congo, segnato “dall’espropriazione delle risorse e da una guerra portata avanti sul corpo delle donne, dove lo stupro è un’arma di guerra”. La Repubblica democratica del Congo è anche al cuore dell’intervento di John Mpaliza, animatore di numerose marce per la pace e contro le violazioni dell’industria estrattiva di coltan e cobalto, minerali indispensabili per il funzionamento di molti dispositivi elettronici, su tutti i cellulari.

“Le istituzioni italiane hanno organizzato tante giornate di mobilitazione, contro la violenza sulle donne e per la protezione dei diritti umani” ha detto Mpaliza. “Hanno però sempre dimenticato la questione del Congo, ci hanno girato intorno, ma non si sono fermati”. L’attivista ha anche parlato della sue campagne di sensibilizzazione nelle scuole, denunciando che “spesso i ragazzi non conoscono la storia dell’Africa“. Secondo Mpaliza, è un dovere che “i giovani italiani siano pronti a relazionarsi con i loro coetanei del resto del mondo, perchè gli aspetta un futuro multiculturale”.

I ragazzi e le scuole sono stati menzionati anche dalla senatrice Michela Montevecchi, promotrice del convegno. “Il problema è che spesso i programmi scolastici si fermano ala Seconda guerra mondiale” ha detto la parlamentare. Secondo Montevecchi, “in questo modo i ragazzi finiscono per non conoscere nulla di un momento fondamentale come quello della decolonizzazione”.

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