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Report Figc: “Crescono del 39,3% le donne tesserate, sono 26.000”

L'aumento registrato negli ultimi 10 anni

Pubblicato:09-07-2019 13:18
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:30

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ROMA – Continua a crescere il movimento del calcio femminile: solo negli ultimi 10 anni le calciatrici tesserate sono infatti aumentate del 39,3%, passando da 19.000 a 26.000. In totale il calcio italiano ha fatto registrare quasi 1,1 milioni di calciatori tesserati nella stagione 2017-2018, di cui i nati all’estero sono pari a 59.842, con un aumento del 35% rispetto ai 44.294 registrati nel 2009-2010.

Sono i dati che emergono dalla nona edizione di ‘ReportCalcio’, lo studio della Figc realizzato in collaborazione con Arel (Agenzia di ricerche e legislazione) e PwC (PricewaterhouseCoopers), presentato oggi nella sala Koch del Senato a Roma, alla presenza tra gli altri del sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti.

A livello internazionale, il calcio italiano si posiziona al quinto posto in Europa per calciatori tesserati, dietro solo a Germania (2,2 milioni), Francia (2,1), Inghilterra (1,5) e Olanda (1,2). Ma esistono delle criticita’, soprattutto nel limitato impiego dei giovani nei campionati di vertice: appena il 5,7% dei giocatori tra i 15 e i 21 anni tesserati nel 2008-2009 risultano ancora operanti nel calcio professionistico italiano nel 2017-2018. Inoltre, nella stessa stagione, gli under 21 formati nei club italiani sono stati pari ad appena il 6% del totale di quelli impiegati in Serie A, Serie B e Serie C, mentre l’incidenza sul minutaggio complessivo dei tre piu’ importanti campionati non supera il 3%.


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PIÙ RICAVI MA DIVARIO TRA GRANDI E PICCOLI CLUB 

Continuano a crescere i ricavi del calcio italiano: il valore della produzione dei tre campionati professionistici nella stagione 2017-2018 ha infatti superato per la prima volta i 3,5 miliardi di euro, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente.

A fronte di questo dato in crescita, aumenta pero’ anche il divario tra grandi e piccole squadre in serie A. Se per la prima volta nel massimo campionato il valore della produzione e’ aumentato del 5,7% e per la prima volta e’ stata superata la cifra di 3 miliardi di euro, va registrato che la meta’ di questa cifra (54%) e’ generata da soli 5 societa’: Juventus, Inter, Roma, Milan e Napoli. Le ultime cinque societa’ della serie A per fatturato contribuiscono soltanto per il 7% del totale dei ricavi del campionato. Il divario si amplia ulteriormente guardando ai costi della produzione, con i primi 5 club che coprono il 56% del totale.

La principale fonte di ricavi continua quindi a essere rappresentata dai diritti tv, che nonostante una leggera flessione (-0,6%) continuano a pesare per circa un terzo del valore complessivo. Si conferma la rilevanza nei conti economici dei club delle plusvalenze (il 22% sul totale dei ricavi), che dopo il record della precedente stagione (+84% rispetto al 2015-2016) hanno toccato un nuovo picco arrivando a 713 milioni. La crescita piu’ significativa e’ pero’ da attribuire ai ricavi da ingresso stadio (+22,4%), un boom ancora piu’ evidente per la sola serie A dove hanno toccato i livelli piu’ alti di sempre: 300 milioni di euro (+32,4%), con un’affluenza complessiva maggiore di circa un milione di spettatori rispetto alla stagione precedente. In aumento anche i ricavi da sponsor e attivita’ commerciali (+9,5%).

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DONNE, GRAVINA A VALENTE: ERRORE DIRE CHE LEGGE C’E’ GIA’

“Dire che esiste gia’ una legge sul professionismo per le donne e’ un gravissimo errore di interpretazione. Non abbiamo bisogno di citazioni di legge, quella legge la conosciamo benissimo e sappiamo anche di che anno e’. È del 1981. Parlare di semiprofessionismo nel femminile non e’ un atto di sudditanza o svalutazione del ruolo”.

Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, rispondendo al sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e responsabile Sport del M5S, Simone Valente, secondo il quale “parlare di necessita’ di riconoscimento del professionismo nel calcio femminile non e’ propriamente corretto perche’ una legge c’e’ gia’ ed e’ la 91 del 1981. Basterebbe che le federazioni sportive la applicassero”.

Gravina ha spiegato di chiedere “semplicemente riconoscimento, rispetto e dignita’- le sue parole nel corso della presentazione del ReportCalcio’ della Figc, questa mattina nella Sala Koch del Senato a Roma- di tutti quei dirigenti che impegnano energie finanziarie e umane nel mondo del calcio. Abbiamo ottimi anticorpi ma abbiamo bisogno di aiuto da parte di chi ha la responsabilita’ di condividere il nostro percorso”.

Sulla questione e’ intervenuto anche il sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti: “C’e’ tutto un mondo in emergenza, Lega Pro e Serie B, dove la legge 91/81 e’ in difficolta’. La domanda e’: il professionismo formale riusciamo a garantirlo o no? Lo stesso lo collego al calcio femminile: va benissimo, ma quei costi poi vanno compensati da qualche ricavo, altrimenti occorre riflettere”.

Parlando infine del collegato sport che dovra’ essere approvato al Senato per conferire le deleghe al governo, ha infine precisato: “Il professionismo del calcio femminile lo stiamo facendo, ci sono le deleghe al Governo per rivedere tutto il professionismo sportivo. Spero che in Senato divenga legge il piu’ presto possibile cosi’ ci dara’ gli strumenti per riorganizzare il mondo sportivo. È l’occasione per ripensare il sistema, il professionismo come immaginato nella legge del 1981 non riusciamo a garantirlo sempre e ovunque. Il tentativo e’ di costruire un sistema al passo con i tempi, moderno e che si incroci con le istanze che arrivano dalla societa’”, ha concluso Giorgetti.

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