Si tratta di capire come si connettono tra loro i due quadranti medio ed estremo orientali che in questo momento sono al centro dell’attenzione degli americani. A questa considerazione va aggiunta la questione dei dazi, con i suoi riverberi nelle relazioni internazionali. La recente uscita del principale consigliere economico di Trump, Gary Cohn, in dissenso con lui sulla questione dei dazi per acciaio e alluminio, può essere collegata all’estromissione di Tillerson, che per formazione non è un sostenitore del protezionismo oggi in voga alla Casa bianca. Un protezionismo che complica le relazioni commerciali con partner storici ma anche inevitabilmente, le relazioni politiche. Quel tanto, molto poco per la verità, di ragionevolezza che poteva ancora albergare nell’amministrazione Trump sembra evaporare del tutto.
Falchi e incompetenti dominano incontrastati la cerchia ristretta del presidente. Falchi particolarmente deplorevoli, come lo stesso Pompeo e soprattutto la sua vice, che ha preso il suo posto. Sarà pure la prima donna a ricoprire il ruolo di direttrice della Cia, come si vanta l’illustre alfiere delle donne che l’ha nominata, ma è uno dei personaggi più loschi dell’agenzia. Gina Haspel è nota per aver gestito una prigione segreta della Cia in Thailandia, occhio di gatto, Cat’s Eye, all’epoca della presidenza Bush, dove detenuti sospettati di essere parte di al Qaeda subivano torture terribili, tra cui il famigerato waterboarding, una pratica che simula l’annegamento. Trump è un sostenitore del waterboarding, e coerentemente ha promosso Gina, che da qual periodo in poi, si è distinta per altre nefandezze, una scelta oggi opportunamente denunciata da Human Rights First.