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Rifiuti, il Campidoglio diserta ancora l’assemblea dei soci sul bilancio Ama

Nonostante le parole rassicuranti di Virginia Raggi il Campidoglio continua a non approvare il bilancio di Ama.

Pubblicato:31-10-2018 13:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:44
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ROMA – Nonostante le parole rassicuranti del sindaco, Virginia Raggi, e dell’assessore capitolino alla Sostenibilità ambientale, Pinuccia Montanari, il Campidoglio continua a non approvare il bilancio di Ama.

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Anche la seduta dell’assemblea dei soci dell’azienda convocata questa mattina per approvare il progetto di bilancio varato ad aprile dal cda ha visto assente il socio Roma Capitale. Che il Comune non avrebbe risposto per l’ennesima volta alla convocazione partita da via Calderon de la Barca il presidente e amministratore delegato della municipalizzata, Lorenzo Bagnacani, lo aveva capito già da ieri quando aveva incontrato la Raggi, secondo quanto risulta all’agenzia Dire, senza ricevere notizie confortanti.


Un’inerzia, quella di Roma Capitale, che mette sempre più in crisi l’azienda ora davanti al bivio se depositare lo stesso o meno il bilancio in Camera di commercio anche per evitare di innescare un pericolosissimo effetto domino che lo stesso Bagnacani aveva spiegato al Campidoglio nella lettera di convocazione dell’assemblea dello scorso 19 ottobre (inviata tra gli altri alla sindaca, agli assessori Lemmetti e Montanari e al dg Giampaoletti), che l’agenzia Dire ha potuto visionare: “Si rappresenta, infine, che la mancata approvazione del bilancio d’esercizio 2017 avrebbe effetti sul versante fiscale, laddove la mancata approvazione dello stesso si tradurrebbe nell’impossibilità di identificare con correttezza il risultato economico da esporre nella dichiarazione dei redditi con il rischio ulteriore di avere effettuato un versamento erroneo di imposte e ciò causerebbe l’impossibilità, per la scrivente società, di adempiere in maniera regolare alle scadenze fiscali del 31 ottobre 2018 relative all’anno di imposta 2017 (data di scadenza per la trasmissione della dichiarazione dei redditi)”.

In più Bagnacani non ha mancato di sottolineare ai destinatari della missiva i vari effetti derivati “dalla tensione finanziaria. I) Il rischio reputazionale con possibili difficoltà di approvvigionamento/partecipazione dei fornitori alle gare pubbliche indette dalla società; II) l’addebito di interessi di mora da parte dei fornitori aziendali; III) il mancato versamento delle imposte e la presentazione di una dichiarazione dei redditi infedele, il che comporterebbe l’irrogazione delle sanzioni previste dall’articolo 1, comma 1, d.lgs. n.471/1997 (dal 120% al 240% dell’imposta dovuta)”.

Va ricordato che tra i fornitori ci sono anche tutti quei gestori di impianti (discariche, tmb, termovalorizzatori, impianti di compostaggio) che prendendosi i rifiuti di Roma stanno consentendo alla città di non andare in emergenza sanitaria e tra le gare in ballo ci sarà anche quella per l’affidamento di tutte quelle quantità che in parte escono dai due tmb di Ama, in parte vengono trattate dai due tmb di Colari e in parte stanno andando in impianti fuori regione.

Tutto ciò per la perdurante astensione del Campidoglio dal prendere una decisione sul bilancio Ama, che sempre Bagnacani ha evidenziato in chiusura di lettera, mettendo così le mani avanti sull’eventuale verificarsi di circostanze negative irreversibili per l’azienda: “Corre altresì l’obbligo di segnalare che, come nel caso di specie, gli amministratori hanno regolarmente predisposto il bilancio- recita ancora il testo- e convocato il socio per approvarlo entro i regolari termini di legge a far data dalla prima convocazione del 23 aprile 2018”.

La deadline e’ fissata per il 15 novembre, quando scadranno le linee di credito e se insieme all’ok al bilancio Roma Capitale non rilascerà il pegno che consentirebbe ad Ama di fare affidamento su nuovi soldi dalle banche, l’azienda “potrebbe vedersi richiedere a scadenza il rientro immediato di tutti gli importi concessi da parte delle banche con effetti rilevanti sulla continuità finanziaria- ha ribadito Bagnacani anche in questa lettera- e, quindi, anche sulla continuità aziendale che, come più volte rappresentato nella documentazione societaria, e’ condizionata dal sostegno finanziario dell’azienda”.

di Marco Tribuzi

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