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Beniamino Zuncheddu, in carcere da innocente per 33 anni. Testa: “Nessuna chiamata dalle Istituzioni”

L'amarezza della garante delle persone private della libertà personale della Sardegna: "Una telefonata da Mattarella me la sarei aspettata"

Pubblicato:31-01-2024 19:26
Ultimo aggiornamento:31-01-2024 19:26

irene testa
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ROMA – “Beniamino è una persona a cui sono stati sottratti 33 anni di vita: era un ragazzo di 26 anni quando è entrato in carcere e ne è uscito, come dice lui, da uomo vecchio, di 60 anni. Una persona a cui è stato impedito di vivere, di farsi una famiglia, di potersi costruire qulcosa. E oggi non sono arrivate le scuse da parte di nessuno, non dovevano essere scuse personali ma dallo Stato. Da parte di alcune figure istituzionali del nostro Paese me le sarei aspettate: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal ministro della Giustizia Carlo Nordio“. Irene Testa, tesoriera del Partito radicale e Garante delle persone private della libertà personale della Sardegna, è stata in prima fila sul caso di Beniamino Zuncheddu, l’ex pastore sardo assolto dopo 33 anni di carcere per la strage del Sinnai (avvenuta nel gennaio 1991), al quale i Radicali hanno dato un grande supporto nella battaglia per il processo di revisione.

In un colloquio con l’Agenzia Dire, la storica esponente del Partito Radicale, da sempre impegnata nella lotta per i diritti, dopo la gioia per la scarcerazione di Zuncheddu ora è amareggiata. “La cosa che mi dispiace di più – dice alla Dire Testa – è che in questi giorni si sta facendo passare il caso Zuncheddu come un caso umano, non si sta approfittando di quanto accaduto per aprire un dibattito sulla giustizia. Non si prende la vicenda di Beniamino per porsi la domanda: ‘Ma quanti innocenti finiscono in carcere?’ E i numeri ci dicono che non è un problema fisiologico ma patologico e che la giustizia va riformata perchè quando qualcuno è chiamato a giudicare può distruggere la vita di una persona: 33 anni sono una infinità…”.

Irene Testa, nel colloquio con l’Agenzia Dire, continua: “Una telefonata dal capo dello Stato me la sarai aspettata per Beniamino, perché Mattarella è il garante della Costituzione, ha avuto una sensibilità notevole per molte situazioni. Ci sono tante persone che in queste ore mi scrivono per fare i saluti a Beniamino, per dare la disponibilità di ospitarlo, fargli fare una vacanza. Mi pare che la solidarietà umana della gente ci sia tutta e questa è una cosa davvero bella. Ma non possono mancare le Istituzioni”. Nemmeno dal ministero della Giustizia si è fatto sentire qualcuno? “No, nessuno”, risponde Testa. “Loro ci rappresentano – continua – il ministro della Giustizia rappresenta anche Beniamino, perchè non fa una telefonata a Beniamino Zuncheddu, perchè non si adopera per il risarcimento? Eppure Nordio due anni fa è stato promotore del referendum giustizia, ha fatto una lotta di bandiera sugli errori giudiziari. Com’è che oggi non dice mezza parola? Perchè non invita Beniamino a un incontro?”.


L’esponente dei radicali sottolinea che “il caso Zuncheddu ci dice però che abbiamo una giustizia anche ‘sana’, ed è quella rappresentata da chi ha assolto Beniamino. Ma questa giustizia non può arrivare dopo 33 anni – ribadisce- Non basta chiedere ora a Beniamino come sta, se dorme la notte. Sono altre le domande da porsi: tra quanti anni gli daremo il risarcimento? Beniamino non recupererà mai quello che ha perso però un risarcimento gli va dato ora e subito. Se non fosse per la sorella e la famiglia, che lo accudiscono e lo tengono in casa, Zuncheddu sarebbe per strada, sarebbe una persona senza nemmeno una dimora. Possibile che una persona che è stata 33 anni in carcere non abbia nemmeno i soldi per potersi curare se non fosse per la famiglia che in questi anni ha pagato i processi e mandato avanti tutto per lui. Ora c’è un dovere morale da parte di chi ha la responsabilità di dire che sul risarcimento occorre accelerare, fare in modo che Beniamino ottenga subito quello che merita, che non debba aspettare 7 o 8 anni, perchè questi sono i tempi in Italia e Beniamino non deve attendere un anno di più della pena che ha già attraversato. Il meccanismo è molto farraginoso per le ingiuste detenzioni. Le istituzioni e la politica – conclude Testa – possono sbloccare la situazione, lo possono fare anche a livello normativo qualora ci fossero impedimenti a livello di risarcimento. Ora c’è una cosa sola a cui pensare: risarcire Beniamino Zuncheddu”.

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