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Roma, a Montecitorio la protesta dei residenti contro il Tmb Salario

La battaglia dei cittadini della periferia nord di Roma contro i miasmi dell’impianto tmb Ama di via Salaria arriva in Parlamento.

Pubblicato:29-11-2018 12:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:50

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ROMA – ‘No tmb, no puzza: vogliamo giustizia’. La battaglia dei cittadini della periferia nord di Roma contro i miasmi dell’impianto tmb Ama di via Salaria arriva in Parlamento. I residenti di Villa Spada e Fidene, con in testa i comitati di quartiere e il presidente del III Municipio, Giovanni Caudo, si sono ritrovati di fronte a Montecitorio per consegnare ai parlamentari romani e non la relazione critica dell’Arpa sulla struttura di trattamento dei rifiuti: prima di essere ricevuti in delegazione dal vicepresidente della Camera dei deputati, Fabio Rampelli, numerosi esponenti politici si sono avvicinati alla protesta per parlare con i manifestanti. Dal presidente della commissione Ecomafie, Stefano Vignaroli (M5S) agli esponenti del Pd, Matteo Orfini, Marianna Madia e Claudio Mancini, fino alla consigliera regionale di Forza Italia, Roberta Angelilli. “Porteremo questa discussione in commissione”, ha promesso Vignaroli parlando con Caudo.

TRAVAGLIA: “VIVERE CON QUELLA PUZZA E’ CONTRO LA DIGNITA’ UMANA”

Come ha spiegato Adriano Travaglia, presidente del comitato di quartiere di Villa Spada, “combattiamo questa battaglia dal 2011, parliamo di condizioni disagiate per 40mila abitanti: è improponibile vivere con quella puzza, è contro la dignità umana, non è possibile per bimbi e anziani, intacca la serenità di chi vive lì. Viviamo con le finestre chiuse, l’estate la puzza è nauseabonda e brucia negli occhi, nella gola e nello stomaco. Sono degli incapaci, stanno gestendo una bomba ecologica ma le amministrazioni non sono state in grado di farlo e dobbiamo mobilitarci noi cittadini”.”Siamo qui per portare la relazione dell’Arpa in Parlamento. Il contenuto di questo documento pone questioni nazionali perché l’emergenza ormai è nazionale, e spero sia trattata il prima possibile in commissione. Nella Capitale d’Italia queste cose non devono succedere e la commissione deve accertare se quello che dice l’Arpa è vero, perché sarebbe molto grave”.


CAUDO: “40MILA PERSONE NON RESPIRANO”

Per il minisindaco “ci sono 40mila persone che non respirano, siamo persone tranquille ma determinate. Sappiamo che l’impianto si può chiudere e faremo di tutto per farlo”. Seconso Caudo “se già 60mila tonnellate tornassero da Colari la situazione migliorerebbe. La revisione dell’Aia deve essere innanzitutto per ridurre prima il conferimento, ma se si dice ‘va tutto bene, spendiamo 20 milioni e aumentiamo il conferimento’, qui succede la rivoluzione”.

Per l’assessore alla Cultura del III Municipio, Christian Raimo, “ci sono due quartieri che già esistevano che si sono ritrovati all’improvviso un carico gravoso, parliamo di una zona di 50-100mila persone che si sta desertificando: Sky si è trasferita, i negozi chiudono, anche la Rai cerca un altro posto. Non vogliamo fare allarmismo, ma ci sono persone che si stanno ammalando”.

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