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Palermo ricorda Libero Grassi, il procuratore: “Oggi incomprensibile non denunciare il racket”

L'imprenditore fu ucciso dalla mafia il 29 agosto del 1991 perché si era ribellato al pizzo

Pubblicato:29-08-2023 10:57
Ultimo aggiornamento:30-08-2023 12:24
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ROMA – Cerimonia di commemorazione questa mattina a Palermo, in via Vittorio Alfieri, in ricordo di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso dalla mafia il 29 agosto del 1991 perché si era ribellato al pizzo.

Tra i presenti anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “A 32 anni dalla sua uccisione, il coraggio e il sacrificio di Libero Grassi rappresentano un gesto di legalità destinato a non sbiadire mai – ha affermato Lagalla -. A testa alta non si è piegato al ricatto mafioso, rifiutandosi di pagare il pizzo. L’esempio dell’imprenditore è un faro per coloro che vogliono portare avanti la propria attività in modo onesto, senza scendere a patti con Cosa nostra”.

DE LUCIA: “COSA NOSTRA PIÚ DEBOLE RISPETTO AL PASSATO”

“Indubbiamente Cosa nostra è più debole, rispetto al passato, e l’estorsione serve a rafforzarla, anche nel controllo del territorio. Però ci sono altre variabili: è davvero incomprensibile, oggi, non denunciare il pizzo”. Lo dice il procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, intervistato dal ‘Giornale di Sicilia‘ nel giorno in cui nel capoluogo siciliano si ricorda Libero Grassi, l’imprenditore ucciso dalla mafia il 29 agosto del 1991 perché non volle piegarsi al pizzo.


Secondo De Lucia oggi se non avviene la ribellione al racket “è perché ci sono anche tante utilità e connivenze, grazie al rapporto tra certi imprenditori e mafiosi”. De Lucia, quindi, ricorda la figura di Grassi: “Fu veramente ‘libero’ e denunciò in tempi che non erano i nostri. Oggi la gente che denuncia deve sapere che da noi avrà sempre la massima collaborazione, nessuno rimarrà solo. Come purtroppo rimase solo Grassi”.

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