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Iraq, dopo la riconquista di Ramadi ucciso il comandante del Consiglio militare dell’Isis

Il ministero degli Interni iracheno ha annunciato l'uccisione del

Pubblicato:28-12-2015 11:46
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:45

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isisIl ministero degli Interni iracheno ha annunciato l’uccisione del comandante in capo del Consiglio delle milizie dello Stato islamico, Abu Ahmad Al-Awani, insieme ad una dozzina di altri leader dell’organizzazione terrorista. All’indomani della riconquista di Ramadi, che ha tenuto impegnati i soldati iracheni contro i jihadisti di Al-Baghdadi in questi ultimi giorni, l’Esercito annuncia anche notevoli progressi nella riconquista del resto della provincia di Anbar, come riferisce la testata locale Iraqi News.

“Numerose operazioni sono state condotte in collaborazione con il Comando congiunto ad Anbar” ha dichiarato la Falcon Intelligence Cell, un’unita’ speciale anti-terrorismo al servizio del governo di Baghdad, che ha quindi confermato l’uccisione di Al-Alwani e di altri comandanti.

L’identita’ e il ruolo di Al-Alwani erano stati resi noti nel febbraio 2014 in un’intervista esclusiva rilasciata dal viceministro degli Interni Adnan al-Asadi all’emittente Al-Arabiya, quattro mesi prima che il califfato si autoproclamasse indipendente. Il terrorista non era un volto nuovo: era un membro dell’esercito ai tempi di Saddam Hussein, quando il suo vero nome era Waleed Jassem Al-Alwani. Nello stesso articolo il noto canale televisivo affermava anche il legame esistente tra i miliziani dello Stato islamico e il regime siriano di Bashar Al-Asad: il Concilio nazionale siriano, allora uno dei principali gruppi di opposizione, aveva reso nota un’inchiesta in cui si dimostrava che i miliziani dello Stato islamico erano al contempo membri di Al-Qaeda provenienti dalle file dell’esercito e dell’intelligence siriana, e agivano all’interno del gruppo islamista con l’obiettivo di fornire al regime informazioni sulle attivita’ dei gruppi ribelli, e di riconquistare i territori su cui l’Esercito libero siriano aveva esteso il proprio controllo. Oltre a portare come prova l’identita’ di questi ex ufficiali, esistono le armi e le munizioni usate dal gruppo terrorista, che coincidevano con quelle impiegate dalle Forze armate di Damasco.


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