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Pubblicità Esselunga, lo psichiatra: “Finalmente uno spot fuori dal politically correct”

Di Giannantonio: "Non tinge la realtà di rosa, passo in avanti rispetto al Mulino Bianco"

Pubblicato:28-09-2023 14:51
Ultimo aggiornamento:28-09-2023 14:51
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spot esselunga
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ROMA – “Finalmente uno spot ‘fuori’ dal politically correct. Finalmente l’argomento viene affrontato da un punto di vista differente: quello della bambina. Finalmente sono messi in evidenza i potenziali problemi e le potenziali difficoltà vissute dai minorenni che devono gestire le conflittualità e le separazioni genitoriali diventando adulti loro malgrado”. Senza dubbio a Massimo Di Giannantonio, past president della Società italiana di psichiatria, la pubblicità di Esselunga è piaciuta molto: “È una difesa coraggiosa e assoluta della lettura fatta dal punto di vista del minorenne che subisce la separazione dei genitori. È un passo in avanti rispetto alla pubblicità del Mulino Bianco- aggiunge lo psichiatra- perché non tinge di rosa la realtà solo per il politically correct e per un ‘embrassons nous’. Non c’è alcun obbligo di abbracciarci tutti quando ci sono le separazioni conflittuali in cui i minorenni sono la parte debole“.

Nello spot di Esselunga la bambina, Emma, è la protagonista. Si parte con una spesa mamma-figlia al supermercato dove la piccola sceglierà una pesca, che darà poi al padre quando lo vedrà: “Te la manda la mamma”, gli dirà Emma. “Questa pubblicità è uno spunto per la riflessione, perché la realtà deve essere letta, interpretata e compresa da tutti i protagonisti che la realizzano. Gli occhi della bambina- continua Di Giannantonio- sono un osservatorio terzo, un osservatorio coinvolto che esprime evidentemente le sue esigenze affettive, i suoi accorgimenti, quello che lei pensa sia opportuno fare e realizzare per la pace e la tranquillità di quelli che sono i suoi genitori, anche se separati”.

“I minori nelle separazioni, soprattutto in quelle conflittuali- chiarisce ancora lo psichiatra- sono drammaticamente degli intermediari senza la loro volontà. Devono diventare intermediari perchè gli scontri e le incomprensioni passano per forza attraverso la loro persona. Ad esempio, con i turni per stare con papà e con mamma loro malgrado diventano oggetto di scarico di conflitti- spiega Di Giannantonio- quindi la bambina per certi aspetti comprende perfettamente la situazione e vede”, nel dare la ‘pesca’ al papà da parte della mamma, “una strada per limitare i danni”. Alle critiche espresse da alcuni sul ‘non usare i bambini nelle pubblicità’, lo psichiatra risponde che “questa è una falsa coscienza, perché taglia e rimuove il disagio del minore. Se questo disagio non viene gestito può diventare una realtà psicopatologica“, avverte Di Giannantonio.


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