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Giorgetti, Di Maio, Renzi e Calenda, la banda dei quattro già all’opera

L'editoriale del direttore Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:28-09-2021 17:36
Ultimo aggiornamento:28-09-2021 17:42

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ROMA – E due. Dopo Giancarlo Giorgetti, ministro capo delegazione della Lega, oggi anche l’altro ministro leghista Massimo Garavaglia è uscito allo scoperto e tifa per Mario Draghi nuovo Presidente della Repubblica. Per Matteo Salvini, leader della Lega, non c’è tregua ed è sempre più in difficoltà. Tra qualche giorno, lunedì sera, si avranno i primi dati sui risultati delle elezioni amministrative. Nelle grandi città il Centrodestra fatica e in pochi si aspettano risultati incoraggianti. Anzi, in molti leggono queste uscite a gamba tesa dei ‘governisti’ del Carroccio, proprio come un volersi smarcare dalla batosta, e pronti a chiedere il conto al Capitano che negli ultimi tempi non ne ha azzeccata una.

Salvini arranca, fino a quando sono usciti i sondaggi, tutti, hanno segnalato la forte ascesa di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e la discesa di Salvini. Per questo, dalle ultime dichiarazioni del leader leghista, non sembra trasparire più quella voglia matta di andare presto al voto, anzi.

“Che prima o poi si vada al voto, e io mi sto preparando per governare il paese, non è un mistero – ha detto Salvini- ma a differenza di altri non tiro per la giacchetta ne’ Draghi, ne’ Mattarella. Mi sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti e nei confronti degli italiani. Siamo a fine settembre. Ci sono altri problemi. A febbraio ne riparleremo”. Insomma, una sorta di ‘tirare a campare per non tirare le cuoia’ come diceva Giulio Andreotti.


Ma non basterà, perché sotto traccia il tam tam segnala un grande lavorio della ‘banda dei quattro’ come gli avversari l’hanno soprannominata. Ne fanno parte Giorgetti insieme a Di Maio, Renzi e Calenda, e stando ai boatos, i quattro si stanno atterezzando per gestire al meglio l’elezione del prossimo Capo dello Stato e presentarsi come i ‘vincitori’ della partita: “Tra loro c’è forte intesa- spiega una fonte qualificata del M5S- basta leggere i giornali con i complimenti che si scambiano. Io sono impegnato a girare l’Italia con Giuseppe Conte per la campagna elettorale, avete visto Di Maio? No, stando a quanto gira tra noi ‘grillini’ lui tratta con Giorgetti, e questi con Renzi e Calenda, ‘Gigino’ si sta preparando per il dopo batosta, a quel punto si aprirà una nuova fase e magari farà gioco dare la colpa del risultato negativo a Conte”. Forse, ma dov’è Conte? Oggi ha indossato i panni del contadino e parlando a Milano delle prossime amministrative ha detto: “Non mi aspetto una percentuale travolgente, ma che sia incoraggiante… la percentuale? Questo è il tempo della semina”, ha tagliato corto. Sperando che sia vera semina e che alla fine non venga seminato.

La nuova fase politica che si aprirà a metà ottobre dopo i ballottaggi, stando alle cose dette da Giorgetti, prevede Draghi al Quirinale a gennaio 2022 ed elezioni anticipate subito dopo in primavera. In molti non ci credono, perché la stragrande maggioranza dei parlamentari per maturare il ‘vitalizio’ deve arrivare a settembre. Per questo, anche con Draghi al Quirinale, molti pensano più probabile che sia il ‘suo’ ministro dell’Economia, Daniele Franco, figura tecnica e non marcata politicamente, a proseguire come premier fino alla scadenza. Messi al sicuro i primi progetti del Pnrr e la manovra di fine anno, i partiti sarebbero liberi di riprendere a guerreggiare in vista delle elezioni politiche.
Per quanto riguarda la ‘banda dei quattro’, così fu chiamato il gruppetto che tentò il colpo di Stato in Cina nel 1976 subito dopo la morte di Mao. Ma furono scoperti e condannati.

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