NEWS:

Chiedi 500 mila euro? Dovrai pagare 164 mila di interessi: in Sardegna sos credito imprese

Preoccupante la fotografia scattata dal report di Cna Sardegna: "A rischio default migliaia di imprese isolane"

Pubblicato:27-10-2023 11:54
Ultimo aggiornamento:27-10-2023 11:54
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

CAGLIARI – È allarme credito per migliaia di imprese sarde, alle prese, non solo con l’elevato “costo” del denaro, ma soprattutto con la rapidità con cui le banche nell’ultimo anno hanno inasprito le condizioni dei prestiti. Due esempi esplicativi della situazione: un’ impresa dell’isola che chiede oggi ad un istituto di credito un finanziamento di 500.000 euro da restituire in dieci anni, dovrà pagare circa 164.000 euro di interessi contro i circa 49.000 dovuti due anni fa. E ancora, su una linea di credito liquidità di 100.000 euro da rimborsare in 36 mesi, il costo complessivo per le aziende sarde è cresciuto da 7.700 a 11.800 euro, il 53% in più. Insomma, è una fotografia preoccupante quella scattata nell’ultimo report del centro studi della Cna Sardegna, che colloca l’isola al quinto posto in Italia per crescita del costo del denaro (4 punti percentuali) per prestiti a lungo termine, alle spalle solo di Lazio, Sicilia, Campania e Molise.
“In un contesto di forte incertezza economica, alimentato da aspettative di inflazione, politiche monetarie restrittive e crisi internazionali, le imprese isolane, specialmente se di minori dimensioni, si trovano a fronteggiare un forte irrigidimento delle condizioni finanziarie che le pone in una condizione di svantaggio rispetto alle controparti di altre regioni- il commento di Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna-. Siamo di fronte a un preoccupante fenomeno di restrizione del credito che metterà a rischio default migliaia di imprese“. La Sardegna, proseguono Tomasi e Porcu, paga un gap di oltre 1,5 punti percentuale sui tassi medi praticati alle imprese per esigenze di liquidità ed è la settima regione in Italia per costo del finanziamento per l’investimento: “Quello che preoccupa non è soltanto l’elevato costo del denaro nell’isola, circostanza ben nota e che riflette la maggiore rischiosità del contesto aziendale regionale- specialmente in riferimento alle realtà artigiane e alle pmi- ma la rapidità con cui, nel corso dell’ultimo anno, le banche hanno inasprito le condizioni del credito”.
Secondo le ultime rilevazioni della Banca d’Italia, nella media del secondo trimestre del 2023 le imprese sarde hanno visto salire al 7,4% il tasso effettivo richiesto dalle banche per esigenze di liquidità, come anticipo fatture, denaro circolante per fare fronte alle scadenze fiscali, tredicesime e scorte, anticipo Pos o smobilizzo crediti). Si tratta, evidenzia il report della Cna sarda, del punto di arrivo di una corsa al rialzo avviata nel terzo trimestre del 2022. In pratica, in nove mesi il tasso medio annuo è passato dal 4,9 al 7,4%.

A conti fatti, su una linea di credito liquidità di 100.000 euro da rimborsare in 36 mesi il costo complessivo per le aziende sarde è cresciuto da 7.700 a 11.800 euro, il 53% in più. A testimonianza della condizione di forte penalizzazione per le imprese sarde, basti dire che soltanto la Calabria (8,2%), alla fine del secondo trimestre dell’anno in corso, ha misurato un livello medio dei tassi a breve termine superiore a quello della Sardegna. La media nazionale (5,9%), inoltre, dista dal dato regionale di oltre 1,5 punti percentuali.

Le cose vanno decisamente peggio per le imprese attive nel settore dei servizi, che, in media, tra aprile e giugno hanno pagato un tasso di interesse annuo del 7,8% (1,8 punti percentuali in più della media italiana), ma altrettanto ampio è il gap pagato dalle imprese manifatturiere (1,2 punti di margine rispetto al dato nazionale). Ancora più critica la situazione delle imprese di piccole dimensioni: alla fine del 2022 la differenza del tasso di interesse annuo richiesto per esigenze di liquidità era già quasi il doppio, 10,2% contro il 5,4%. Dinamiche analoghe si osservano per il costo del credito all’investimento. Sempre considerando il secondo trimestre dell’anno in corso, le imprese sarde sono arrivate a pagare per nuovi finanziamenti un tasso medio annuo del 5,9% (Taeg), da paragonare al 2,6% di un anno fa o all’1,87% pagato a giugno 2021.


LA REGIONE CORRE AI RIPARI: 40 MILIONI PER SOSTEGNO ACCESSO AL CREDITO

Oltre 40 milioni di euro alle piccole e medie imprese sarde, per il sostegno all’accesso al credito e alle garanzie. Il via libera allo stanziamento- 18,8 milioni  per il microcredito, 15,5 nel “Fondo sviluppo cooperativistico” e 6,1 nel “Fondo al social impact investing”- è arrivato nell’ultima seduta della giunta guidata da Christian Solinas. 
“L’accesso al credito- ricorda l’assessora al Lavoro, Ada Lai- è uno degli elementi più critici che limitano la nostra imprenditoria, con un forte impatto sulla capacità di resilienza del sistema produttivo e sull’occupazione. Le guerre in corso, l’aumento dell’inflazione e il caro energia stanno frenando ulteriormente l’economia sia a livello nazionale che locale”.
Ma, grazie alla programmazione europea dei fondi Fse+ Sardegna 2021-2027, “abbiamo a disposizione una dotazione finanziaria ingente per mettere in campo una serie di strumenti per il sostegno all’accesso al credito delle cooperative, degli autonomi e favorire l’autoimpiego- spiega l’assessora-. Vogliamo creare un sistema di finanza inclusiva che risponda alle esigenze delle piccole e medie imprese”. 

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it