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In Sardegna a bando 10 fari: se restaurati, per 50 anni potranno essere hotel, bar o musei

I fari si trovano tutti in zone di grande interesse paesaggistico e ambientale ma sono da decenni in stato di abbandono

Pubblicato:27-06-2017 17:28
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:28

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Il faro di Capo Comino a Siniscola

CAGLIARI – Riqualificare parte del patrimonio regionale dei fari, tutti situati in zone di grande interesse paesaggistico e ambientale ma da decenni in stato di abbandono, per dare nuova vita alle vecchie strutture che potranno diventare, grazie all’intervento di privati, alberghi, bar o musei. È pronto a partire il progetto “Orizzonte fari” voluto dalla Regione, che prevede al momento la messa in gara di dieci tra i più noti fari della Sardegna, che saranno dati in locazione o in concessione per interventi di restauro e riutilizzo. Il progetto, presentato questa mattina in una conferenza stampa nella sala Giunta del Consiglio regionale dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, e dagli assessori agli Enti locali, all’Ambiente e al Turismo Cristiano Erriu, Donatella Spano e Barbara Argiolas, prevede un accordo di collaborazione tra la Regione e l’Agenzia del demanio per l’attuazione del programma stesso. Obiettivo, elaborare congiuntamente un bando che riguarderà tra gli altri l’ex stazione di vedetta di Capo Fìgari a Golfo Aranci, conosciuto per essere stato il luogo in cui Guglielmo Marconi fece installare il collegamento in microonde di 269 chilometri fra Capo Figari e Rocca di Papa, e il faro di Capo Comino a Siniscola, noto invece per essere stato una delle location del film “Travolti da un insolito destino…” di Lina Wertmüller. Le concessioni potranno durare fino a un massimo di 50 anni, e le spese di ristrutturazione saranno interamente a fatte dagli imprenditori.

Il faro di Razzoli

“La Regione ha spesso “in pancia” beni di grandi valore che possono creare reddito e occupazione, ed è incomprensibile che rimangano bloccati e abbandonati– sottolinea Pigliaru-. C’è finalmente una relazione effettiva con l’Agenzia del demanio che sta dando i suoi frutti, siamo consapevoli che la strada da seguire è questa, anche se è un lavoro non facile”. L’obbiettivo è quello di consentire al patrimonio regionale “di produrre valore economico, sociale e ambientale- spiega Erriu-. Ovviamente gli scenari di utilizzo sono differenziati, perché le caratteristiche fisiche dei beni sono differenti, così come i contesti geografico-ambientali. Un intervento su dieci fari in tutto il territorio regionale rappresenta un unicum a livello nazionale e forse internazionale”. Per Spano, “questa iniziativa è perfettamente in linea con le nostre politiche ambientali. Naturalmente i bandi selezioneranno progetti vincenti, cioè rispettosi di tutti i principi della sostenibilità e garanzia di gestione dei progetti stessi”. Chiude Argiolas: “Esiste un segmento di mercato turistico che si muove intono alla suggestione che i fari sanno dare. Credo che questa operazione contribuisca a definire meglio il ruolo della Regione verso un’offerta che non sia soltanto balneare”.

Gli altri fari coinvolti nel progetto sono il vecchio faro di Razzoli, il faro di Punta Filetto nell’isola di Santa Maria, l’ex stazione di vedetta di Marginetto nell’arcipelago di La Maddalena, l’ex faro di Capo d’Orso a Palau, l’ex stazione segnali di Capo Sperone a Sant’Antioco, l’ex stazione semaforica di Arzachena, l’ex stazione di Punta Falcone a Santa Teresa di Gallura e l’ex stazione semaforica di Punta Scorno.


di Andrea Piana, giornalista professionista

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