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Duro scontro Fdi-Lega, Meloni: “Comanda la sinistra”. Molinari: “Siamo ben pagati per leggere”

Nel corso delle dichiarazioni di voto sul Pnrr alla Camera la leader di Fdi attacca gli alleati di centrodestra, che replicano: "Discontinuità totale con il Conte II"

Pubblicato:27-04-2021 14:09
Ultimo aggiornamento:27-04-2021 14:19
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Di Ugo Cataluddi e Alfonso Raimo

ROMA – Lega e Fdi mai così lontani. Duro confronto in Aula tra i due alleati di centrodestra durante le dichiarazioni di voto, dopo l’intervento del premier Mario Draghi sul Pnrr. Pur senza citarla, il capogruppo del Carroccio a Montecitorio, Riccardo Molinari, risponde punto per punto alle parole di Giorgia Meloni che ha accusato i partiti della maggioranza, ivi compresi i partner di coalizione, di subalternità nei confronti dell’attuale esecutivo. “La scelta di ignorare il Parlamento è stata una scelta politica”, ha detto Meloni. E ha aggiunto rivolta anche alla Lega: “Voi non volevate trovarvi nella difficoltà di mettere insieme la vostra litigiosa maggioranza. Non si può fare. È questa l’unità nazionale che ci decantate? Tutti uniti nel non contare assolutamente nulla? Non mi pare una gran cosa”.

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MELONI: “POCO TEMPO PER STUDIARE PNRR, SIAMO UN PARTITO SERIO E CI ASTENIAMO”

Di più, Meloni ha incalzato anche su altri temi. “Come si fa a garantire una giustizia veloce quando lei ha una maggioranza che sostiene il principio del fine processo mai?”, ha chiesto ad esempio sulla prescrizione. Ma il nodo resta l’esautorazione del Parlamento. “Il ruolo dei parlamentari della Repubblica italiana non è fare il pubblico pagato. Forse noi siamo gli unici che non sono costretti a dire che va tutto bene. Perché non va bene affatto. Un partito serio non vota un documento così imponente e importante con la formula del prendere o lasciare. E Fdi è un partito serio. Per questo ci asteniamo ma quando il nostro giudizio sarà compiuto sarà libero e consapevole non sarà come molti altri qui dentro, viziato dall’interesse, dalla poltrona o dalla viltà“. E ancora a proposito delle tasse. “Le vogliamo tagliare davvero o visto che nella sua maggioranza la parte del leone la fa la sinistra e continuiamo a colpire le categorie produttive come piace a loro?”, chiede la leader di Fdi.

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LA LEGA RIBATTE: “SIAMO MOLTO BEN PAGATI PER POTER LEGGERE 300 PAGINE”

Parole dure, specialmente se rivolte anche agli alleati di coalizione. Molinari non ci sta. “Non nascondiamoci dietro a un dito – dice il capogruppo della Lega – avremmo voluto più tempo per leggere il piano ma è necessario capire la serietà del premier Draghi che, entrato in corso d’opera, si è adoperato per presentarlo entro il 30 aprile. E se oggi il governo è qui in aula, e se ci aggiornerà ancora, è anche grazie alla risoluzione di maggioranza”. E ancora, al vetriolo: “Tutti noi come rappresentanti dei cittadini siamo molto ben pagati per poter leggere 300 pagine scritte in grande, anche perché leggendo il testo lo si capirebbe meglio e si eviterebbe di dire cose sbagliate. Partendo dal fatto che non è vero che il Parlamento è escluso“. Il cambio di passo, secondo il Carroccio, è dovuto al fatto che “il testo del Pnrr infatti è diviso in due: la prima parte concerne i finanziamenti, la seconda riguarda le riforme che il Parlamento dovrà fare proprio per permettere l’attuazione del piano stesso”. Diversità di vedute anche sulla giustizia: “Come si fa – si chiede Molinari – a dire che questo Governo è in continuità con quello precedente anche sul tema della prescrizione? Solo chi non ha letto questo piano non apprezza la forte discontinuità“.

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