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Lego contro la polizia californiana: “Basta usare le nostre facce gialle sui social per la privacy dei criminali”

Diffidata la Polizia di Murrieta: "Comprendiamo, troveremo un altro modo di rendere coinvolgente il nostro lavoro"

Pubblicato:27-03-2024 12:27
Ultimo aggiornamento:27-03-2024 12:27
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Lego Murrieta
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ROMA – Quel rapinatore ha proprio una faccia da Lego. E anche quell’assassino… testa gialla, espressione corrucciata disegnata in volto, chi si nasconderà dietro quel pezzo da set di costruzioni? La polizia di Murrieta, cittadina nel sud della California, aveva avuto un’idea: camuffiamo le vere identità di chi viene arrestato per preservarne la privacy (lo prescrive la legge, in California), ma usiamo un po’ di fantasia, così sui social la gente apprezzerà di più il lavoro delle forze dell’ordine. Un’operazione di successo che alla fine è arrivata ai piani alti di Lego. E l’azienda danese ha deciso: basta così. Ha diffidato il dipartimento di Murrieta.

Negli Stati Uniti – spiega l’Associated Press – le forze dell’ordine pubblicato spesso gallerie di foto per i “Mugshot Mondays” e i “Wanted Wednesday” sui social media nel tentativo di rafforzare il coinvolgimento della comunità. Ma gli esperti sottolineano sempre più gli effetti dannosi della messa online di tali immagini. Per le persone in attesa di processo, le foto segnaletiche possono comportare una presunzione di colpevolezza. E per chiunque cerchi di superare una condanna penale, le immagini possono rendere difficile trovare un lavoro e perseguitarlo per il resto della vita. Ecco perché è intervenuta una legge apposita.

Il 19 marzo, La Lego – ha detto il tenente Jeremy Durrant in una nota – “ci ha contattato e ci ha rispettosamente chiesto di astenerci dall’usare la loro proprietà intellettuale nei nostri contenuti sui social media, cosa che, ovviamente, comprendiamo e rispetteremo. Stiamo attualmente esplorando altri metodi per continuare a pubblicare i nostri contenuti in un modo che sia coinvolgente e interessante per i nostri follower”.


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