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Sudan, Khartoum, libero l’ex capo delle milizie accusato di crimini in Darfur

Harun è stato incriminato dalla Cpi, come l'ex presidente Bashir

Pubblicato:26-04-2023 11:37
Ultimo aggiornamento:26-04-2023 11:37

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ROMA – Ahmad Harun, l’ex capo delle milizie dei “janjaweed” accusato dalla Corte penale internazionale (Cpi) di crimini contro l’umanità nella regione sudanese del Darfur, ha comunicato di essere uscito dalla prigione di Khartoum dove era detenuto dal 2019.

Nei giorni scorsi, dopo l’inizio dei combattimenti nella capitale tra l’esercito e i paramilitari delle Forze di intervento rapido (Rsf), era stata diffusa la notizia di un’evasione dal carcere di Kober.
Harun ha riferito di aver lasciato la prigione in una dichiarazione trasmessa dall’emittente Tayba Tv.
L’ex capo milizia era stato incriminato in qualità di fondatore e comandante dei “janjaweed”, i cosiddetti “diavoli a cavallo”, responsabili di violenze e uccisioni nei villaggi delle comunità nere del Darfur durante il conflitto cominciato nella regione nel 2003.

Nel carcere di Kober, insieme con Harun, si trovava anche l’ex presidente sudanese Omar Al-Bashir, pure incriminato dalla Cpi per i crimini in Darfur. Non è chiaro al momento dove si trovi l’ex capo di Stato. Secondo alcune fonti, rilanciate a livello internazionale, Al-Bashir sarebbe stato trasferito in un ospedale militare alcuni giorni prima del 15 aprile scorso, quando sono cominciati i combattimenti.


Secondo diversi analisti, la milizia dei “janjaweed” è sostanzialmente la stessa che opera oggi con il nome di Forze di intervento rapido. A guidarle è il generale Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemeti, “piccolo Maometto”, in lotta contro l’esercito al comando di un altro generale, Abdel Fattah Al-Burhan.

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