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Vaccino, Rezza: “Con dose unica più protezione per popolazione, meno per singolo”

"Stiamo stimolando le regioni a una sorveglianza maggiore delle varianti. Ci attende uno sforzo di contenimento del virus molto forte"

Pubblicato:26-02-2021 18:02
Ultimo aggiornamento:26-02-2021 19:01

gianni_rezza
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ROMA – “Ci sono studi, come quello israeliano, che indicano che a due dosi corrisponde un risultato ottimale per il sistema immunitario, altri studi dicono diversamente. La protezione con due dosi, è pur vero, si approssima al 95% con Pfizer e Moderna, quindi una protezione quasi completa dalla malattia. Tuttavia il razionale di vaccinare con una sola dose significa proteggere più individui nella popolazione: proteggo un po’ meno il singolo ma proteggo l’insieme, dando così una maggiore immunità alla popolazione. Direi che se ci sono le dosi è meglio vaccinare con due dosi, tenendo però anche conto delle differenti opzioni sul tavolo”. Così Giovanni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, a margine della conferenza stampa sul consueto monitoraggio epidemiologico a proposito della possibilità di fare un’unica dose, come nel Regno Unito, per proteggere più persone. “Per quanto riguarda lo Sputinik V – prosegue Rezza – da un articolo pubblicato su Lancet, emerge una protezione molto elevata garantita dal vaccino russo messo a punto dal Gamaleya Institute. L’Ungheria lo ha opzionato subito, così l’Austria. Tuttavia per prendere questo vaccino bisogna passare per il vaglio dell’Ema, per quanto possa essere un ottimo vaccino, anzi ritengo che più vaccini ci siano e meglio è. Il problema che abbiamo è dovuto però al fatto che l’Ema dovrebbe richiedere alle autorità russe un dossier conforme agli standard occidentali e fare delle ‘site visit’ per ispezionare i siti di produzione russi, nel rispetto delle regole delle agenzie regolatorie europee”, ha concluso Rezza.

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REZZA: “TENDENZA AL PEGGIORAMENTO, APPROCCIO SIA ‘CONTIENI E VACCINA’

“In termini generali c’è una certa tendenza al peggioramento ma è ancora poco visibile: all’interno delle Regioni, anche gialle, come il Lazio, per esempio, dove ci sono zone rosse e cluster relativamente limitati geograficamente ma che rappresentano motivo di preoccupazione, questo è dovuto a nuove varianti che corrono indubbiamente di più. Non posso non esprimere, da epidemiologo, una certa preoccupazione: bisogna intervenire tempestivamente e anche duramente. Il nostro motto deve essere ‘contieni e vaccina’, cercando di mitigare la diffusione della variante inglese”.


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REZZA: “STIAMO STIMOLANDO REGIONI A MAGGIORE SORVEGLIANZA VARIANTI

“Purtroppo non ci sono ancora dati pronti sullo studio delle varianti, quel che abbiamo fatto finora sono le due flash survey. Nel frattempo abbiamo stimolato una costante sorveglianza epidemiologica e molecolare del virus: sequenziare dove si trovano i cluster, analisi in casi di re-infezione e persone contagiate dopo il vaccino, a ridosso della somministrazione, In modo complementare si sviluppano le flash survey, se il caso coinvolgendo anche istituti zooprofilattici e laboratori universitari. In questo modo vedremo prima la presenza delle varianti e quali varianti. La variante inglese presenta un vantaggio, più facile da individuare perché si intercetta su una posizione specifica della proteina sulla spike, mentre le altre due necessitano di un’analisi più completa. I risultati dell’ultima flash survey arriveranno tra il primo e il 2 marzo”.

 REZZA: “ITALIA COLPITA TANTO QUANTO FRANCIA E SPAGNA

“Anche questa settimana continua la fase di transizione epidemiologica, a livello europeo l’Italia è tanto colpita come la Francia e la Spagna, mentre la Germania va leggermente meglio, con la Svezia che ha un’incidenza più significativa rispetto a Norvegia e Finlandia, nella penisola scandinava”, dichiara Rezza. “Se in Italia è presente o meno una seconda o terza ondata ha poco rilievo- prosegue Rezza- sono dell’avviso che le fasi che viviamo sono condizionate dagli interventi che applichiamo e che, appena allentiamo le misure, il virus è più libero di correre”. Rispetto ai tassi di incidenza per singola Regione, spiega ancora il direttore della prevenzione, “dobbiamo segnalare la provincia di Bolzano, dove ci sono stati dei grappoli di casi nel Comune di Merano ed è stata individuata la variante sudafricana nei casi segnalati, anche se questi focolai sembrano essere stati ben contenuti. Così come il Molise e l’Umbria, in quest’ultima c’è addirittura una co-presenza delle due varianti, inglese e sudafricana, e destano preoccupazione sull’incidenza”.

In virtù dell’attenzione a cui richiama Rezza, il professore mette in guardia con un inciso nell’illustrazione dei dati epidemiologici regionali: “lo sforzo di contenimento che ci attende è quindi molto forte, sia per i focolai intensi sia per le varianti circolanti. La buona notizia è che si fanno tanti tamponi in Italia, oltre i molecolari ci sono anche gli antigenici: le fasi dell’epidemia sono moto condizionate dalla capacità di intercettare i casi. Calabria e Sardegna, con qualche area della Sicilia – riprende quindi nella panoramica Rezza – hanno invece un’incidenza molto più bassa e quindi un rischio basso”. Come di consueto alcune riflessioni sono concentrate sulla demografia dei casi e Rezza spiega che “rispetto all’età delle persone colpite dal virus, c’è stata una riduzione dell’età mediana: mi auguro che questo dipenda dalla campagna di vaccinazione che ha riguardato i più anziani. L’abbassamento dell’età media che abbiamo visto in estate è diversa da ciò che c’è oggi: adesso c’è una maggiore incidenza nelle scuole, con un abbassamento ulteriore, dove comunque i bambini hanno un decorso più blando ma che ci fa pensare sia un fenomeno legato alla circolazione delle varianti. Al di sopra degli 11 anni c’è un tasso di circolazione in effetti più alto. Ma anche tra gli operatori sanitari c’è stato un incremento dei contagi, nelle aree dove è circolata la variante brasiliana – spiega il professor Rezza-. Tuttavia questi casi sono stati adeguatamente contenuti. È possibile che questo sia connesso ad un rilassamento nel comportamento”.

Accanto all’abbassamento dell’età media, prosegue l’epidemiologo “c’è una diminuzione dei casi tra gli over 80. Anche nelle Rsa c’è stata una decisa riduzione dei casi- spiega ancora Rezza illustrando i dati- e non perché i degenti sono stati tutti colpiti nella prima ondata ma per la vaccinazione degli ospiti delle strutture e degli operatori sanitari. In ogni caso non cresce l’epidemia, con un Rt a 0,99 come abbiamo evidenziato in questo monitoraggio, ma non si sgonfia nemmeno il focolaio di infetti: pensiamo al Molise, con cluster importanti legati alla variante inglese. Per quanto riguarda le terapie intensive siamo in media sul 24% dei posti letto occupati, sotto la soglia critica del 30% ma è una riserva piccola questa che segnaliamo – sottolinea Rezza. In merito all’età mediana dei decessi è in atto una leggera diminuzione dell’età e questo purtroppo è in parte legato ai vaccini che arrivano in ritardo e con dosi che per ora non sono sufficienti a mettere in sicurezza tutti. Per questo dobbiamo avere un numero di dosi elevato a disposizione”.

REZZA: “PRONTE RACCOMANDAZIONI PER CALENDARIO UNDER 80

“La categoria sotto gli 80 anni deve avere priorità ed è destinata ad essere vaccinata con vaccini a mRna, quindi bisogna riformulare le raccomandazioni ad interim, che posso anticipare è stato già fatto, ma vanno presentate e discusse in conferenza stato-Regioni, procedendo quindi con la prassi formale. Nel giro di pochi dovremmo avere quindi, lo anticipo, le raccomandazioni anche per questa categoria prioritaria”, dichiara Rezza a proposito del calendario delle vaccinazioni alle persone con età inferiore a 80 anni, che ancora non sono partite, nel corso della conferenza stampa della cabina di regia sul monitoraggio epidemiologico.

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