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Centrosinistra, Conte frena: “Obiettivo unità, ma no alle accozzaglie”

L'intervento al congresso di Sinistra italiana a Perugia

Pubblicato:25-11-2023 16:04
Ultimo aggiornamento:25-11-2023 16:04
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europee conte
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PERUGIA – Non si vedono ancora i frutti del campo largo arato da Nicola Fratoianni. “Tutti insieme in piazza – diceva ieri il segretario di Sinistra Italiana – senza unità ci arrendiamo alla destra“. All’appello lanciato dal congresso del partito in corso a Perugia, hanno risposto oggi Elly Schlein, Giuseppe Conte e Riccardo Magi. Presenti sì, uniti (ancora) no. “Noi ci siamo”, dice la segretaria del Pd. “Siamo disponibili a un confronto sui temi”, assicura il leader dei Cinquestelle. Molto applaudita lei, un po’ meno lui. Schlein gioca in casa, Conte è in trasferta. L’ex premier non ne vuol sapere di mettersi nella scia della segretaria. Non accetta una cordata di centrosinistra, un campo largo o quel che sia, tirata da Schlein.

Ospiti del congresso di Sinistra Italiana i leader sfilano uno per volta. Non s’incrociano, non si parlano. Nessuna foto di gruppo. C’è lo scatto di Fratoianni con Schlein, di Fratoianni con Magi, di Fratoianni con Conte. Ma Conte e Schlein no. Nemmeno l’occasione per cucinare un patto culinario da mettere nel menù della storia politica. Niente patto della crostata, delle sardine o delle pere cotte (quelle che Berlusconi offriva a Giorgia Meloni nella Villa Grande sull’Appia). Si riparte da Perugia, forse, ma senza molto entusiasmo. Fuori dall’albergo dove sono riuniti i delegati la temperatura è crollata, tira un vento gelido. Intorno alle 13, in attesa di Conte, addirittura nevica per una manciata di secondi.

La Giornata contro la violenza sulle donne tinge il congresso di fucsia. I delegati indossano un nastro rosa al braccio, delle scarpe sportive tinte di rosso sono nella hall dell’albergo. Dove c’è anche un cartello con su scritta, in rosa su fondo nero, la poesia di Cristina Torres Caceres “Se domani non torno”. Momento di commozione quando una ragazza dell’Unione giovani di sinistra ha letto dal palco la poesia di Torres Caceres. Dopo gli applausi le donne in platea, e anche gli uomini, agitano mazzi di chiavi per fare rumore. “Sono le chiavi di casa, la casa della violenza domestica, le chiavi con le quali tante volte ci si difende perché seguite”, spiegano.


Il primo ad arrivare a Perugia è Magi, che accoglie “positivamente l’appello di Fratoianni”. Qualche mugugno in sala quando saluta tutti con “amici e amiche”; a quel punto sorride denti pieni e si corregge: “Io non ho nessun problema con compagni e compagne…”. Poi, spiega: “Noi siamo qui perché con Sinistra Italiana su molte questioni, pur nelle differenze, ci siamo trovati uniti a livello parlamentare. Quindi vogliamo proseguire questo percorso. E’ sulle singole questioni che si costituisce l’alternativa”.

Poi tocca a Schlein. “Ieri il segretario Fratoianni si è rivolto ai leader delle altre forze di opposizione per dire che come abbiamo fatto sul salario minimo anche su altri temi possiamo fare iniziative, campagne, mobilitazioni comuni. Sono qui per dire che noi ci siamo”. Applausi. Fa un mea culpa sui migranti (“Abbiamo sbagliato a fare gli accordi con la Libia e non abrogare la Bossi-Fini”), poi parla di ius soli e legalizzazione della cannabis, di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario. “Non abbiamo nessuna presunzione di autosufficienza, mi troverai sempre al tuo fianco – dice, rivolta a Fratoianni – nel chiedere unita’ di sforzi alle altre forze di opposizione l’alternativa c’e’ davvero ma solo se la facciamo vivere insieme”.

La segretaria del Pd va via subito dopo l’intervento, di corsa verso Roma per la manifestazione di Non una di meno. Conte arriva dopo un po’. “Noi sui temi ci siamo, quando il confronto è sui temi, assolutamente disponibili, come già fatto sul salario minimo e c’è stata una buona convergenza sulla sanità“, premette. Non è un via libera alla piazza immaginata da Fratoianni. Il presidente Cinquestelle immagina un tavolo, un luogo di confronto su proposte precise, scritte. Tutt’altro.

Dal palco chiede di fare “una battaglia insieme sulla manovra economica, credo sia il tema più urgente per tantissime famiglie”. E anche una “battaglia comune” contro la riforma costituzionale del centrodestra, “bizzarra e pericolosa”. Poi, però, mette dei paletti precisi: “Il dialogo c’è sempre, la proposta unitaria deve essere un obiettivo. Serve un confronto serio su temi e progetti, sennò non riusciamo a costruire una vera alternativa al governo. Un percorso che richiede impegno, fatica e serietà, altrimenti facciamo come loro un’accozzaglia elettorale, magari vincente, ma poi divisi su tutto e il Paese va a rotoli“. Applausi tiepidi. Tra i delegati c’è chi storce la bocca. La semina del campo largo è appena iniziata.

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