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PALERMO – La Sicilia brucia, complici le altissime temperature di questi giorni e il vento di scirocco che alimenta gli incendi scoppiati a partire dalla tarda serata di ieri sera e poi nella giornata di oggi. I orghi sono decine, le situazioni più gravi sono quelle di Palermo (dove i morti accertati sono tre), tra la città e le zone di Sferracavallo, Mondello, Capo Gallo, Monreale e S. Martino delle Scale. Incendi anche a Messina e a San Vito Lo Capo.
“Le fiamme – ricostruiscono i vigili del fuoco in un report odierno – hanno interessato l’area tra Cinisi e Terrasini, sia nella parte alta della montagna che in zone più basse antropizzate. Analoga situazione era presente in città in località Inserra dove le fiamme hanno interessato delle abitazioni così come nella località di Capo Gallo. Altri fronti interessati sono: il territorio di Altofonte, Monreale e San Martino; alle porte di Palermo le fiamme hanno interesatto l’area di monte Grifone e nella giornata di oggi hanno conivolto la chiesa del cimitero di Santa Maria di Gesù”.
A Palermo una donna di 88 anni è morta stamattina perchè i soccorsi non sono riusciti a raggiungerla a causa degli incendi che bloccavano l’accesso alla sua casa nella zona di San Martino delle Scale. Altri due anziani sono morti nel piccolo casolare diroccato in cui vivevano in via Fondo Orsa a Cinisi.
Gli anziani trovati carbonizzati a Cinisi hanno 77 e 75 anni: l’abitazione distrutta dall’incendio si trova nella zona di Fondo Orsa, non distante dall’aeroporto Falcone Borsellino.
“Le condizioni di criticità emerse nella giornta di ieri si sono protratte nella notte e per l’intera giornta di oggi, in meno di 24 ore sono stati più di 80 gli interventi effettuati dei Vigili del Fuoco sull’intero territorio della Provincia”. È quanto si legge nel nuovo report dei Vigili del fuoco inerente la provincia di Palermo
Le fiamme, spiegano, “hanno interessato l’area tra Cinisi e Terrasini, sia nella parte alta della montagna che in zone più basse antropizzate. Analoga situazione era presente in città in località Inserra dove le fiamme hanno interessato delle abitazioni così come nella località di Capo Gallo. Altri fronti interessati sono: il territorio di Altofonte, Monreale e San Martino; alle porte di Palermo le fiamme hanno interesatto l’area di monte Grifone e nella giornata di oggi hanno conivolto la chiesa del cimitero di Santa Maria di Gesù”.
Oltre agli incendi di vegetazione e abitazioni, ricordano i vigili del fuoco, “è sempre in atto l’incendio nella discarica di Bellolampo. Per far fronte a questa situazione si è reso necessario integrare il personale in servizio, inoltre già dalla giornata di eri sono presenti nella nostra provincia squadre provenienti da altri Comandi (Catania, Agrigento, Caltanisetta); sono attualmente impegnate sul territorio circa 150 unità. A supporto delle operazioni di spegnemento sono intervenuti anche dei mezzi aerei che attualmente stanno operando su Bellolampo e su Gratteri. Un elicottero sta invece operando su Geraci/Gangi”.
“Col protrarsi delle attuali condizioni ambientali, la situazione degli incendi continua ad essere particolarmente critica in gran parte della Sicilia.
In tutta la regione, da ieri alle 17,00 di oggi, sono stati effettuati oltre 400 interventi di soccorso, circa 150 sono in atto e poco meno di 300 sono in coda. Complessivamente, sul campo, stanno lavorando 118 squadre di Vigili del Fuoco, di cui 16 squadre di Vigili del Fuoco AIB, in convenzione con la Regione Siciliana”. È questo l’aggiornamento sull’emergenza incendi in Sicilia diffuso questo pomeriggio dalla Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco per la Sicilia.
In dettaglio si legge nel rapporto: a Palermo sono stati coinvolti dalle fiamme capannoni commerciali con auto ed elettrodomestici e interessati anche l’Ospedale “Cervello” e la centrale elettrica di Terna. Continua, inoltre, anche l’incendio nella discarica di Bellolampo; a Catania, ci sono oltre 100 interventi in coda, con 18 squadre impegnate sul campo. Coinvolte le zone pedemontane di Valverde, Zafferana Etnea e Nicolosi. Nella zona di Riposto/Acireale è stato evacuato un resort e due vivai sono stati interessati dalle fiamme. Nel quartiere di San Giovanni Galermo, la parte nord di Catania, diverse abitazioni sono state direttamente minacciate dalle fiamme.
A Messina, la zona attualmente più colpita è la parte Nord tirrenica, in particolare S. Stefano di Camastra, Patti, Villa Franca, fino a Taormina. Da ieri è stato convocato il Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) in Prefettura; a Trapani, l’area più interessata rimane quella di Segesta e San Vito lo Capo, con Calampiso evacuato e 9 squadre impegnate sul campo. Oltre 70 interventi effettuati da ieri sera. Da ieri è stato convocato il Centro di Coordinamento Soccorsi (C.C.S.) in Prefettura. Situazione critica a Pantelleria, dove si sono verificate delle avarie ai mezzi impiegati per il supporto aereo e si sta provvedendo a chiudere temporaneamente l’aeroporto per poter impiegare i mezzi aeroportuali VVF per lo spegnimento degli incendi.
A Caltanissetta, tutte le squadre in servizio sono impegnate e un vasto incendio che si sta sviluppando nella zona del gelese; a Siracusa, molteplici criticità su più fronti con difficoltà di intervento del supporto aereo per il forte vento. Ci sono 14 interventi in atto e 11 in coda, con 11 squadre di vigili del fuoco sul campo.
A Ragusa, 12 interventi effettuati e 8 incorso, con 9 squadre sul campo. A Enna, 9 squadre impegnate sul campo e, in particolare, in una vetreria/falegnameria a Villarosa. Infine, ad Agrigento, 10 interventi in atto e 5 in coda.
“Sono in attesa della relazione da parte della Protezione civile sulla situazione degli incendi in Sicilia in modo da poter dichiarare, già nella seduta della giunta di domani, lo stato di calamità e chiedere al governo nazionale il riconoscimento dello stato di emergenza per l’isola”. Lo annuncia il presidente della Regione, Renato Schifani, dopo l’ennesima giornata di roghi che si sono verificati in quasi tutte le province siciliane.
“Ci sono danni ingenti ancora non quantificabili – prosegue il governatore – e numerosi roghi ancora attivi. Voglio rinnovare il ringraziamento della comunità siciliana a Protezione civile, corpo forestale, vigili del fuoco e volontari impegnati fin dal primo momento, con grande spirito di sacrificio e senso di responsabilità, ad arginare l’emergenza di questi ultimi due giorni”.
“Confido in un rapido e positivo riscontro da parte del governo nazionale – conclude Schifani – di modo che si possa cominciare al più presto a pianificare i primi interventi, auspicando nel frattempo che il miglioramento delle condizioni climatiche metta fine alla fase più acuta dell’emergenza”.
L’azienda sanitaria provinciale di Palermo ha chiesto ai cittadini di restare a casa. L’appello è rivolto soprattutto agli anziani e alle persone fragili maggiormente esposte ai rischi del fumo sprigionato dagli incendi e dal caldo. Questa la nota dell’Asp: “Le alte temperature registrate in questi giorni in tutto il territorio della città metropolitana di Palermo, unitamente alla presenza di fumo generato dai numerosi incendi potrebbero determinare nella popolazione esposta, con particolare riferimento alle persone più deboli, l’insorgenza di disturbi all’apparato cardio-circolatorio e respiratorio. Pertanto, nelle more di una mitigazione del fenomeno e di acquisire i risultati delle analisi in corso, si raccomanda di evitare l’esposizione prolungata all’aperto se non in casi strettamente necessari. La suddetta indicazione trova particolare applicazione nei soggetti anziani e fragili ai quali si raccomanda di non uscire di casa se non per motivi eccezionali e possibilmente accompagnati”.
“La situazione è sicuramente delicata, senza precedenti, perché le altissime temperature, unite ai soliti incendiari delinquenti, hanno creato e stanno creando un danno immenso. Seguo momento per momento l’evoluzione della vicenda, così come ho fatto tutta la notte. Appena rientrato a Palermo, mi occuperò anche della collocazione degli evacuati, perché questa notte molte famiglie sono state costrette ad andare via dalle proprie abitazioni. C’è, comunque, un coordinamento degli interventi che funziona”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, commentando, al suo arrivo all’aeroporto di Catania, stamattina, la situazione degli incendi in Sicilia.
“Naturalmente – ha proseguito – sono fatti imprevedibili e imprevisti, perché ormai l’ecosistema è cambiato: d’inverno assistiamo alle bombe d’acqua, adesso a questi fenomeni che sono veramente pericolosi per l’incolumità di tutti. Un fatto del genere, con temperature così elevate, non credo abbia precedenti, come dicono gli osservatori. Evidentemente è la conferma del cambiamento dell’ecosistema, sia invernale che estivo: ci dovremo adeguare e organizzare per l’inverno, con la pulizia straordinaria di tutti i fiumi, progetto che stiamo già attuando, mentre per l’estate dobbiamo verificare quali contromisure adottare”.
Notte di terrore a San Vito Lo Capo, nel trapanese, a causa degli incendi. Sul posto, per mettere in salvo un gruppo di turisti, il Soccorso alpino e speleologico siciliano e l’82mo Csar dell’Aeronautica Militare.
I soccorritori sono stati avvertiti dalla Capitaneria di porto di Trapani, intenta ad evacuare via mare i villeggianti di Calampiso, perchè si erano perse le tracce di un gruppo di persone nella zona di Tonnara del Secco. Da qui la decisione presa dai tecnici del Sass di effettuare le ricerche con l’ausilio di un elicottero, un HH 139B dell’82mo centro Csar, fatto decollare dall’aeroporto militare di Trapani Birgi.
Raggiunta la zona dell’intervento, spiega una nota del Soccorso alpino, “nonostante le altissime temperature e le fiamme che minacciavano di allargarsi, il velivolo ha sorvolato la costa in cerca del gruppo formato da 15 persone (5 uomini, 5 donne e 5 bambini). Li hanno invididuati a qualche centinaio di metri dalla costa. A quel punto, vista la situazione di estremo pericolo che ne impediva il recupero, l’elicottero è atterrato in uno spiazzo libero. Sono sbarcati i due tecnici del Soccorso alpino e un elisoccorritore dell’Aeronautica militare, hanno raggiunto i turisti, li hanno rifocillati e accompagnati a piedi fino alla costa, per essere messi in salvo dai mezzi della Capitaneria”.
Quasi duecento accessi negli ospedali palaermitani a seguito dei roghi divampati sul territorio. Sono 187 gli interventi effettuati dalla mezzanotte a questa mattina.
Nessun ferito grave, i soccorsi hanno riguardato prevalentamente casi di inalazione da fumo.
Sono 55 gli incendi ancora in atto in Sicilia. È quanto si apprende da una nota del governatore Schifani.
Le fiamme sono divampate per tutta la notte in tutte le province, con il forte vento di scirocco che rende impossibile a canadair ed elicotteri operare. In volo soltanto un canadair impegnato a contrastare le fiamme nella zona di Altofonte, mentre nel resto dei territori sono in azione soltanto i mezzi di terra.
La situazione più grave resta sempre quella delle zone attorno a Palermo, dove sono giunte anche squadre di volontari dalle province di Agrigento ed Enna. Nella notte sono state evacuate abitazioni a San Martino, Monreale, Altofonte, Boccadifalco, Mondello e Pizzo Sella, Poggio Ridente, a Inserra, Raffo Rosso, a Capaci e nella zona attorno all’aeroporto di Punta Raisi. Situazione critica anche nel Trapanese, a San Vito lo Capo, nel Messinese e a Enna.
Sono 1.500 le persone evacuate in Sicilia a causa dell’emergenza incendi: circa mille ad Altofonte e 500 a Palermo. Lo fa sapere il dipartimento regionale della Protezione civile. Le famiglie evacuate sono state accolte nell’area di attesa in piazzale Francia predisposta dalla Protezione civile regionale e comunale. Tuttavia, molte stanno rientrando nelle case che non sono più a rischio incendio o stanno trovando ricovero da parenti e amici. Gli incendi che stanno interessando tutta la zona collinare periferica di Palermo, al momento, sono in gestione. I canadair del dipartimento nazionale e gli elicotteri della forestale regionale alle prime luci dell’alba hanno iniziato a operare spegnendo, nonostante il vento e le turbolenze, le fiamme più pericolose.
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