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‘Ndrangheta, maxi blitz in Emilia Romagna: coinvolti esponenti clan Grande Aracri e politico di Piacenza

Arrestato il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Caruso, esponente di Fratelli d’Italia. I provvedimenti, emessi dal gip di Bologna su richiesta della Dda

Pubblicato:25-06-2019 07:39
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:27
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BOLOGNA – La Polizia di Bologna, in collaborazione con quella di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, sta eseguendo “una vasta operazione nei confronti del sodalizio ‘ndranghetistico operante in Emilia, storicamente legato alla famiglia mafiosa dei Grande Aracri di Cutro“. 

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi, si legge in una nota, figurano “elementi di primo piano del sodalizio ‘ndranghtistico emiliano, tra i quali Salvatore, Francesco e Paolo Grande Aracri, ritenuti ai vertici del clan operante nelle province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, oltre a Giuseppe Caruso, attuale presidente del Consiglio comunale di Piacenza, ritenuto appartenente al gruppo mafioso capeggiato dagli altri”.

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Nell’ambito della stessa operazione è inoltre in corso di esecuzione “un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili ed immobili e conti correnti”.

La Questura bolognese fa sapere che i provvedimenti, emessi dal gip di Bologna su richiesta della Dda, “sono eseguiti dai poliziotti della squadra mobile di Bologna, in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza, in varie province dell’Emilia-Romagna”, precisando che “nell’operazione, denominata Grimilde, sono impegnati circa 300 agenti di tutti gli Uffici investigativi dell’Emilia-Romagna, del Reparto Mobile di Bologna, del Reparto volo Emilia-Romagna, del Reparto Prevenzione Crimine Emilia-Romagna e delle Unità Cinofile”. Sono inoltre “in corso di esecuzione, in varie città d’Italia, anche 100 perquisizioni nei confronti di persone che, pur non essendo direttamente destinatarie del provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità giudiziaria di Bologna, sono risultate, nel corso dell’indagine, collegate al gruppo ‘ndranghetistico operante in Emilia-Romagna”. I destinatari del provvedimento restrittivo, dettaglia la Questura, sono accusati a vario titolo di “associazione di tipo mafioso estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata dalle finalità mafiose”.

SALVINI: AVANTI TUTTA CONTRO CLAN

“Nessuna tregua e nessuna tolleranza per i boss. Avanti tutta contro i clan”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commenta la maxi operazione contro la ‘ndrangheta in corso in Emilia-Romagna, che ha portato all’emissione di una serie di misure cautelari nei confronti, tra gli altri, di alcuni esponenti della cosca dei Grande Aracri e del presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso.

Da parte sua, ovviamente, Salvini tiene a ringraziare “le Forze dell’ordine, in particolare il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato e la Squadra mobile di Bologna, e gli inquirenti” per l’operazione, che ha portato ad “un centinaio di perquisizioni in tutta Italia e arresti per associazione di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento e truffa, con oltre 300 agenti sul campo”.

BONACCINI: LIBERARE EMILIA-ROMAGNA DA COSCHE, SI PUÒ FARE

“Ringrazio il procuratore di Bologna Giuseppe Amato, i vertici della Dda e tutti gli investigatori che hanno condotto quest’altra operazione contro la ‘ndrangheta nella nostra regione che, lo ribadisco, vogliamo libera dalle cosche”. Una battaglia che “possiamo vincere“. Così il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, commenta l’operazione della Dda in Emilia-Romagna. “Non va né taciuta né sottovalutata la presenza della criminalità organizzata anche in Emilia-Romagna, dove cerca di infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nell’economia legale”, afferma Bonaccini, che rivendica l’approvazione del Testo unico per la legalità nel 2016, l’istituzione delle ‘white list’ delle imprese impegnate nella ricostruzione post-sisma, il protocollo del 2018 con le Prefetture per rafforzare prevenzione e contrasto alle mafie in Emilia-Romagna, i progetti con le scuole e i fondi stanziati per il recupero dei beni sequestrati. 

“Quella contro le mafie è una battaglia che possiamo vincere- afferma il presidente della Regione- dando il massimo appoggio alla magistratura e alle forze di pubblica sicurezza, ma ricordandoci sempre che ogni giorno ciascuno di noi deve fare la sua parte, schierandosi con la legalità”. Per questo, continua Bonaccini, “ci battiamo ogni giorno affinché cresca la coscienza civile e la cittadinanza responsabile, per non lasciare spazi di alcun tipo alla criminalità organizzata. E collaboriamo con le Prefetture, gli inquirenti e le forze dell’ordine, impegnati in un lavoro straordinario ogni giorno, come hanno dimostrato anche oggi, facendo fronte comune. Anche per questo abbiamo voluto che il processo Aemilia, nel quale la Regione si è costituita parte civile, si svolgesse a Bologna e a Reggio Emilia, finanziando l’allestimento degli spazi necessari alle udienze”, ricorda ancora Bonaccini.

IN REGIONE IMBARAZZO FDI, “MA FIDUCIA NEI MAGISTRATI”

Nel giorno stesso in cui Fratelli d’Italia, con l’ingresso di Fabio Calori, cresce di numero in Regione Emilia-Romagna (ora sono tre i consiglieri Fdi, secondo gruppo di centrodestra per grandezza dopo la Lega), arriva la notizia choc dell’arresto del presidente del Consiglio comunale di Piacenza Giuseppe Caruso, nell’ambito dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta. Grande difficoltà ed imbarazzo tra i meloniani di viale Aldo Moro, evidentemente scossi dalle notizie del mattino. Del resto, due consiglieri su tre provengono proprio da Piacenza.

“Non ho notizie- si limita a dire il capogruppo Michele Facci- se non quelle delle agenzie di stampa e dei giornali. Fino a quando non ci saranno notizie più precise da parte della Questura non saremo in grado di dire nulla, fermo restando che si ha sempre la massima fiducia nell’operato della magistratura. Se questo può essere un boomerang in vista della campagna elettorale per le regionali? Tutto può essere, senza dati però non siamo in grado di dire nulla neanche dal punto di vista politico”. Facci parla a margine di una conferenza stampa-lampo sulla legge anti-discriminazioni, convocata ieri da Fratelli d’Italia ed esaurita in poche battute durante la seduta dell’Assemblea legislativo. “Dobbiamo andare in aula a votare”, fanno sapere i consiglieri.

PIGNEDOLI (M5S): VALUTARE SCIOGLIMENTO COMUNE DI PIACENZA

“L’operazione ‘Grimilde’, scattata questa mattina in Emilia, mette in luce i rapporti tra incestuosi fra ‘Ndrangheta e politica. A Piacenza è stato arrestato il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Caruso, esponente di Fratelli d’Italia e politicamente legato al parlamentare Tommaso Foti (non coinvolto nell’inchiesta). Secondo gli inquirenti, apparterrebbe al gruppo criminale e avrebbe favorito una truffa, in qualità di dirigente delle Dogane, per ottenere fondi dall’Unione Europea sul fronte dei finanziamenti europei per l’agricoltura. Una vicenda che come parlamentari europei dovremo approfondire: ricordo che sempre più spesso le mafie cercano di mettere le mani sui fondi comunitari”, dichiara l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli.

“Alla luce di quanto sta emergendo, visto il ruolo istituzionale importantissimo ricoperto da Caruso, bene hanno fatto i parlamentari del Movimento 5 Stelle in Commissione antimafia a chiedere la Commissione d’accesso prefettizia al Comune di Piacenza. E’ il primo passo necessario per valutare l’eventuale scioglimento dell’amministrazione. Intanto ci attendiamo che Giorgia Meloni espella immediatamente Caruso da Fratelli d’Italia. Come ricordava Paolo Borsellino, prima della magistratura, quando ci sono casi così gravi, deve arrivare la politica”, conclude Pignedoli.

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