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25 aprile, Castellina: “Una nuova società partigiana contro il sistema che ha prodotto virus”

Per la 'comunista ribelle', nel nucleo fondatore de 'Il Manifesto', l'imperativo ora è combattere "chi ha provocato il virus: quelli che ridono sulla preoccupazione ecologica"

Pubblicato:25-04-2020 10:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:12

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ROMA – È un 25 aprile senza piazze né cortei, una festa della liberazione tutta virtuale in attesa della liberazione dal lockdown, il 4 maggio. A colpire Luciana Castellina, scrittrice, giornalista, militante e politica comunista italiana, “è il numero impressionante di iniziative che quest’anno gruppi, reti e associazioni hanno organizzato”. Si è “mobilitata l’intera società e questo è legato alla crisi che stiamo vivendo“, osserva la ‘comunista ribelle’, nel nucleo fondatore de ‘Il Manifesto’, in un’intervista all’agenzia di stampa Dire. E ricorda che “il 25 aprile resta una data simbolica, che ancora esprime un effetto, un riferimento di impegno e mobilitazione”. E se tra il ’43 e il ’45 il nemico da abbattere era il nazifascismo, schiacciato dalla Resistenza, oggi l’impegno di quella che l’ex parlamentare e più volte eurodeputata definisce “la nuova società partigiana”, è “combattere non contro il virus, ma contro chi lo ha provocato: quelli che ridono sulla preoccupazione ecologica e pensano che si possa continuare a distruggere il mondo“.


luciana castellina

Settantacinque anni dopo resta, quindi, centrale la lezione della lotta resistenziale, “di cui troppo spesso si è sottolineato l’aspetto militare, certamente molto importante- sottolinea Castellina- mentre è stato sottovaluto il contributo di quella che Roberto Battaglia”, storico e partigiano, aveva chiamato “società partigiana”. Per ricordare come, “accanto alle brigate militari”, donne, bambini e anziani abbiano contribuito a “costruire il senso di una società solidale, in cui si combatteva per una stessa causa. Lì, sono state importantissime le donne”. 


Dalle staffette alle combattenti “sono svariate” le funzioni rivestite dalle donne nella Resistenza, da “Lidia Menapace, Marisa Ombra, Carla Capponi a Gisella Floreanini”, commissaria di governo della Repubblica della Val d’Ossola, tra le prime politiche ad assumere cariche importanti in Italia. Ma “il ruolo di cui non si parla mai, molto più vasto di quanto si pensi- continua Castellina- è quello avuto nelle campagne da tante donne che corsero il rischio di nascondere e dare da mangiare a qualcuno che stava scappando, i prigionieri o gli stessi partigiani”.

Secondo la giornalista, fu proprio la guerra di liberazione a innescare il processo di emancipazione femminile, “l’unico a non essere tornato indietro, frutto della ribellione a una condizione di totale subordinazione a cui il fascismo aveva costretto le donne”. Nonostante “le pressioni conservatrici di una parte della Democrazia Cristiana”, le italiane “sono andate conquistando sempre più diritti” e “oggi quello delle donne è l’unico movimento rivoluzionario vincente. Oggi tutti hanno paura di offenderle perché sono più forti”, sostiene Castellina, che ricorda come la condizione femminile in Italia a livello legislativo sia tra le più avanzate in Europa. E un ruolo fondamentale le donne possono averlo anche nella “nuova società partigiana“, per “combattere contro chi produce il virus, i potenti che hanno la gestione del sistema e vorrebbero che tutto ricominci come prima”. Quel virus “non viene dalle stelle, ma da un sistema tanto decantato – la globalizzazione, il mercato – che ha prodotto guasti spaventevoli”, continua Castellina citando le parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 27 marzo, in una piazza San Pietro deserta: “Ci siamo illusi di poter essere sani in un mondo malato”.

Lottare “perché venga presa sul serio la questione ecologica e per impedire che vadano avanti deforestazione, cementificazione, distruzione degli ecosistemi e inquinamento, si impone una trasformazione molto importante per la società e il singolo individuo”, sottolinea la scrittrice, insistendo sulla necessità di “combattere lo spreco continuo della società dei consumi”, a partire “dai tanti piccoli gesti di cui parlava Calamandrei” e che ognuno di noi può fare. Piccoli gesti da praticare a partire da oggi, quando alle 14.30 l’Italia si unirà per celebrare il 25 aprile rispondendo all’appello #iorestolibero e collegandosi alla pagina Facebook 25 aprile 2020-Io Resto Libero per ascoltare gli interventi della presidente dell’Anpi, Carla Nespolo, della staffetta partigina Maria Lisa Cinciari Rodano, e di Sara Diena di Fridays For Future Italia, in un filo rosso che lega le partigiane di ieri a quelle di oggi e domani. “Ci sarò anch’io- dice Castellina- e alle 15 mi affaccerò dal balcone per cantare ‘Bella ciao’“.

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