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Martone: “Mi preoccupa la questione CSC, bisogna essere vigili”

Il regista al Giffoni Film Festival commenta l'occupazione e lo sciopero di Hollywood

Pubblicato:24-07-2023 19:07
Ultimo aggiornamento:24-07-2023 19:07

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GIFFONI VALLE PIANA (SALERNO) – Oggi è il giorno di Mario Martone. ‘Il giovane favoloso’, ‘Capri-Revolution’, ‘Qui rido io’, ‘Nostalgia’ e ‘Il sindaco del rione Sanità. Questi sono solo alcuni dei film del regista napoletano, presente alla 53esima edizione del Giffoni Film Festival per incontrare i ragazzi.

In occasione di un incontro con la stampa, Martone ha lanciato un appello per la recente vicenda che ha scosso la scena cinematografica italiana e internazionale. “Mi occupa e preoccupa molto la questione del Centro Sperimentale di Cinematografia prima ancora di quella dello sciopero di Hollywood”, ha detto il regista. “Bisogna essere vigili. Certamente le cose cambiano legittimamente e ci sono possibilità per i governi in carica di nominare chi si desidera. Però- ha proseguito- innanzitutto è bene farlo quando è il tempo che questo accada non forzando la mano e soprattutto possibilmente dialogando. Il Centro è una realtà straordinaria. Io non l’ho fatto ma conosco benissimo sia tantissimi ex alunni che i professori. È un ambiente di pluralismo totale, dove c’è un vero senso di libertà”.

Il regista ha poi aggiunto: “Tutto questo significa che per governare realtà del genere bisogna dialogare, ascoltare. Non si può calpestare una realtà del genere”. “Vigilare sul mondo che cambia”, ha detto Martone in riferimento allo sciopero di Hollywood. “Siamo in un mondo che cambia rapidamente e ci sono tante questioni in gioco. Non dobbiamo agire come uno struzzo che mette la testa sotto la sabbia”.


Tra i temi dello sciopero hollywoodiano c’è l’intelligenza artificiale. “Non demonizzo tutto ciò che è evoluzione perché è interessante. Me lo diceva sempre il mio amico Bernardo Bertolucci ‘mai avere paura di quello che si trasforma’. Sui cambiamenti- ha detto- dobbiamo capire come ci si entra in relazione, perché l’essere umano è più forte di ogni evoluzione tecnologica ma sappiamo che ogni strumento non è da giudicare in sé, ma nel modo in cui viene utilizzato. L’intelligenza artificiale- ha concluso il regista- può essere usata anche male, e su questo fanno molto bene negli Stati Uniti a interrogarsi. Sarebbe bene lo facessimo anche noi”.

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