NEWS:

Fashion, rigenerati e solidali: in passerella gli abiti di Sartoria Sociale Manigolde

Domani, 25 maggio, sfilata green a Modena con Refashion Show. Il ricavato dell'evento aiuterà donne fragili

Pubblicato:24-05-2024 12:54
Ultimo aggiornamento:24-05-2024 12:54
Autore:

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

MODENA – Chi l’avrebbe mai detto che la camicia da notte della nonna o la giacca da lavoro di papà sarebbero diventati abiti fashion. Grazie alle sarte di Manigolde e alla loro opera di restyling, i vestiti di seconda mano, donati dai dipendenti di 50 aziende emiliane, sfileranno in un evento di moda green e solidale. La passerella è pronta in un luogo storico di Modena e anche gli oltre 30 look creati dal recupero di abiti e tessuti. E’ il valore di Refashion Show, evento di moda all’insegna della sostenibilità ambientale e sociale. Andrà in scena sabato 25 maggio dalle 18 nella Chiesa della Fondazione Collegio San Carlo di Modena. A coorganizzare la Sartoria Sociale Manigolde di Finale Emilia (Mo) e l’Associazione per la Responsabilità Sociale di Impresa guidata da Elena Salda (nella foto), imprenditrice e amministratrice del gruppo metalmeccanico CMS di Marano sul Panaro (Mo).

IN SFILATA ABITI “CON UNA STORIA” DONATI DAI DIPENDENTI DI 50 IMPRESE “RESPONSABILI”

In passerella sfileranno abiti con una storia, come spiega Elena Salda: “Ogni outfit è stato cercato e donato dai dipendenti delle 50 imprese che aderiscono all’Associazione per la RSI, nata nel 2014. Sono realtà che operano nelle provincie di Modena e di Bologna e in settori diversi: si tratta di società per azioni, cooperative sociali, multiutility e banche, manifatturiere e una multinazionale. Da gennaio è partita la ricerca e ogni capo individuato è stato donato accompagnato dalla storia della sua provenienza. Abbiamo, per esempio, l’antica camicia da notte della nonna di una partecipante e la giacca da lavoro di un papà, il giubbino da pescatore di un altro. Le sarte di Manigolde, hanno poi operato un restyling dei capi, dando loro una nuova vita”.


IL RICAVATO DELLA VENDITA DEI CAPI SOSTERRÀ PROGETTI PER DONNE FRAGILI

Manigolde è la sartoria basata sull’economia circolare che promuove una moda equa e anti-spreco, un’alternativa all’industria dell’abbigliamento che ultimamente è al centro delle critiche per l’impatto negativo sull’ambiente e per lo sfruttamento delle lavoratrici più povere al mondo.
“La nostra associazione- prosegue Salda- è impegnata attivamente per la diffusione di questi valori e crediamo nell’azione concreta. Per questo, la sfilata non sarà soltanto uno show. Ogni capo sarà messo in vendita al termine della passerella e il ricavato andrà a sostenere i progetti di inclusione sociale promossi da Manigolde, rivolti principalmente a donne provenienti da situazioni fragili e desiderose di riscatto attraverso il reinserimento lavorativo e l’integrazione”. Lo slogan dell’evento è, infatti, ‘Io merito una seconda chance’, un manifesto di inclusione e speranza.

“NUOVA VITA A CAPI CHE SAREBBERO RIMASTI DIMENTICATI NEI CASSETTI”

Sarà Elena Salda a presentare la serata, mentre una voce narrante spiegherà le storie racchiuse in ogni look per far rivivere ricordi e dare nuova vita, green e sostenibile, a ogni abito. Si tratta di pezzi unici, di grande fattura artigianale: la sfilata mostrerà le abilità delle sarte che, in poche settimane, hanno valorizzato oggetti che sarebbero rimasti dimenticati nei cassetti o gettati via. “Ogni tessuto, ogni cucitura, parlerà di una nuova opportunità per chi l’ha realizzato e per chi lo indosserà”.
Parteciperanno alla sfilata Refashion il sindaco di Modena Carlo Muzzarelli, la coordinatrice di Mani Tese, APS di Finale Emilia che ha creato la sartoria sociale Manigolde e i rappresentanti delle aziende dell’Associazione per la Responsabilità Sociale d’Impresa. Salda non è nuova alla promozione di iniziative legate alla responsabilità di impresa. Promuovere la valorizzazione di ogni individuo: anche questa è sostenibilità aziendale.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it