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ROMA – Era il 22 gennaio quando un trionfante Luigi Di Maio annunciava: “Come governo abbiamo individuato il maestro Lino Banfi perchĂ© rappresenti il governo nella commissione italiana per l’Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Unesco”. E giĂą urla di giubilo da parte della platea. Sui social, invece, migliaia di utenti si sono scatenati con perplessitĂ , sfottò e perfino sconcerto. Come mai? Basta dare un’occhiata alla lista dei rappresentanti scelti dagli altri Paesi.
L’Austria schiera Sabine Haag, anglista, americanista e storica dell’arte. Direttore generale del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Il Regno Unito? Colin McInness, massimo esperto di sonde spaziali a vele solari, membro dell’Ordine dell’Impero britannico, premiato nel 2014 con il Queen’s Birthday Honours per le sue ricerche sullo spazio, scienze e tecnologie, è professore di Engeneering Science all’UniversitĂ di Glasgow.
La Francia, con cui la tensione è salita per le parole dello stesso vice presidente del Consiglio Di Maio a proposito della moneta coloniale (“Parole insignificanti”, tagliano corto da Oltralpe), manda all’Unesco Daniel Janicot, Membro del Conseil d’administration de la bibliothèque publique d’information del Centre Georges-Pompidou; vicepresidente della Bibliothèque nationale de France; delegato generale dell’Union centrale des arts dĂ©coratifs; delegato generale dell’American Center a Parigi; presidente del consiglio d’amministrazione del Centro nazionale d’arte contemporanea di Grenoble; guida i progetti di restauro dell’Ermitage di San Pietroburgo e a Mosca del teatro Bolshoi e della Biblioteca nazionale.
Infine, la Germania: all’Unesco sarĂ rappresentata da Christoph Wulf, professore di antropologia e filosofia dell’educazione e co-fondatore dell’Interdisciplinary Center for Historical Anthropology alla Freie Universität Berlin. Membro dell’International Research Training Group “InterArt”, del Collaborative Research Center “Performing Cultures” and the Cluster of Excellence “Languages of Emotion” at the Freie Universität Berlin; professore honoris causa all’UniversitĂ di Bucarest; Vicepresidente della SocietĂ di Antropologia storica; fondatore della commissione di Educational Anthropology nella German Society for Educational Science; membro del Conseil scientifique dell’Institut National de Recherche PĂ©dagogique (Paris/Lyon) e dell’International Research Centre for Cultural Sciences (Vienna).
L’Italia? Perla di cultura e arte, avrĂ in commissione Lino Banfi. Che ha esordito dicendo: “Basta con tutti questi plurilaureati nelle commissioni, io porterò un sorriso”. Sulle bocche dei ‘colleghi’ stranieri, sicuramente.
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