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E’ un 2015 da record per i controlli del Ministero della Salute sugli alimenti alle frontiere

ROMA - Oltre 8.000 controlli sui prodotti animali.

Pubblicato:23-12-2015 13:14
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:45

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controlli alimentiROMA – Oltre 8.000 controlli sui prodotti animali. Un incremento del 10% per le verifiche complessive su prodotti vegetali e materiali di imballaggio. Ma nessun particolare allarme per le merci in arrivo dal resto del mondo, come avvenuto in passato, ad esempio, dopo l’incidente nucleare di Fukushima o per l’influenza aviaria. Si chiude con numeri importanti il 2015 degli uffici regionali Pif, Uvac e Usmaf, le strutture del ministero della Salute deputate al controllo dei prodotti animali, di derivazione animale, e vegetali in entrata nel nostro Paese, finalizzato a preservare la salute pubblica e quella dei consumatori.

I primi avamposti del controllo nazionale per gli alimenti di origine animale, e per gli animali destinati al mercato alimentare, sono i Pif, i Posti di ispezione frontaliera. Quelli di Fiumicino e Civitavecchia hanno registrato complessivamente, al 18 dicembre, 8.613 certificazioni così suddivise: il Pif di Fiumicino ha rilasciato 5.868 certificati Dvce (Documento veterinario comune di entrata) per prodotti di origine animale e 1.922 certificati Cveda (Documento veterinario comune di entrata di certificazione per animali vivi) per un totale di 7.790. Il Pif di Civitavecchia ha toccato 823 certificati Dvce. Gli Uvac Lazio (gli Uffici veterinari per gli adempimenti comunitari), invece, hanno analizzato complessivamente 127.686 partite (prodotti di origine animale, sottoprodotti ed animali vivi).

“Gli uffici frontalieri dedicati alla vigilanza dei prodotti animali sono di due tipi- ha ricordato Pier Luigi Feliciangeli, responsabile del Pif di Fiumicino, raggiunto dall’agenzia stampa Dire- gli Uvac (Uffici veterinari di adempimento comunitari) e i Pif, i Posti di ispezione frontaliera per ciò che arriva dai Paesi terzi. La pricipale differenza è che il Pif è un organo territoriale del ministero ma con competenza comunitaria, essendo un punto di ingresso per l’Unione europea. Una volta entrata presso questi uffici, un qualsiasi tipo di merce può poi arrivare in ogni Paese dell’Unione europea. Gli Uvac sono solo per i prodotti destinati in Italia. I Pif, inoltre, sono verificati dall’Ue mentre gli Uvac, per i quali è in corso una riorganizzazione da 17 a 9 strutture territoriali, dal ministero della Salute”.


“Gli Uvac di Fiumicino si occupano di prodotti destinati solo alla regione Lazio- ha aggiunto Feliciangeli- e ogni anno ispezionano circa 130.000 partite. I controlli a Roma sono al massimo livello, questo perché Fiumicino è una porta d’ingresso prioritaria in Italia. In generale, circa il 50% dei prodotti che entrano da Fiumicino è destinato al Lazio, mentre il restante 50% ad altre zone d’Italia con particolare attenzione al Sud. Il Pif di Fiumicino su una media di circa 10.000 partite l’anno si vede arrivare circa 7.000 partite di animali, prevalentemente di pesce proveniente da tutti i Paesi del mondo, tra cui Stati Uniti, Tunisia, Marocco, Senegal, Egitto e India. Poco meno del 25% delle intere partite nazionali. Insieme a Malpensa e ai porti di Livorno e Genova vede l’ingresso dell’80% circa delle intere partite”.

Buoni i numeri anche dell’Usmaf di Fiumicino, l’Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera dedicato al controllo sanitario su alimenti di origine vegetale e sui materiali destinati a venire a contatto con alimenti, farmaci, cosmetici e in generale su merci destinate al consumo umano. I dati, a pochi giorni dalla fine del 2015, parlano di un incremento dei controlli del 10% e del 30% dei respingimenti. “Siamo soddisfatti, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi del 2015 contribuendo a salvaguardare la salute pubblica e quella dei consumatori- ha spiegato all’agenzia stampa Dire il direttore Usmaf di Fiumicino, Francesco Maraglino- l’anno si chiude con un incremento dei controlli da Paesi terzi in generale del 10%. Siamo passati da circa da 17.000 a quasi 20.000. L’incidenza dei materiali a contatto con gli alimenti è aumentata del 20%. Come è noto noi facciamo tre tipi di controlli: documentale, per tutte le merci, ispettivi e di analisi. Nel 2015 abbiamo avuto un incremento dei campionamenti per le analisi e questo ha prodotto un numero più elevato di respingimenti, pari a un +30%”.

“Quest’anno- ha concluso Maraglino- Non abbiamo avuto allarmi particolari come nel 2008, quando ci fu un allerta di prodotti a rischio melamina dalla Cina o nel 2011 per le merci dal Giappone dopo l’incidente atomico. Ci siamo concentrati soprattutto sugli antiparassitari, tra cui quelli sul ‘Frutto del dragone’ che viene dal Vietnam e le aflatossine che sono cancerogeni sviluppati da pinoli in arrivo dall’Algeria e dalle spezie del Pakistan. Abbiamo inoltre cercato metalli pesanti in diverse tipologie di prodotti da Cina e Stati Uniti”.

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