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Economia e diritto del reddito civile: a confronto il giuslavorista Rotondi e l’imprenditore Storchi

Protagonisti il giuslavorista Francesco Rotondi, consigliere esperto del Cnel, e Fabio Storchi presidente del gruppo Emiliano Romagnolo dei Cavalieri del Lavoro

Pubblicato:23-10-2023 11:15
Ultimo aggiornamento:23-10-2023 11:45
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MILANO – Esistenza libera significa che ogni persona deve essere in grado di partecipare all’organizzazione sociale che le consenta di vivere civilmente, non solo di ‘sopravvivere’ alle esigenze di base, ma di partecipare in forma positiva e propositiva alla vita sociale e politica del Paese: è la premessa su cui si ritrovano un giuslavorista come Francesco Rotondi, consigliere esperto del Cnel, e un capitano d’industria come Fabio Storchi, presidente del gruppo Emiliano Romagnolo dei Cavalieri del Lavoro, per delineare un’Italia più competitiva e al passo con l’Europa.

Una premessa fondamentale per trovare l’intesa su un altro concetto di fondo – e d’attualità – strettamente connesso: “L’esistenza di un reddito civile se non è possibile garantire tecnicamente il salario minimo”, ha sostenuto, nel corso di un confronto Rotondi-Storchi, a Milano il giuslavorista Rotondi. In un’ottica ancora più ampia, la necessità di “un’economia civica”, ha articolato Storchi. “Un’economia, cioè, che non disdegni il profitto- ha spiegato ancora Storchi- ma lo renda giusto, fondandosi sulla cooperazione e la fraternità.

Una dimensione in cui il mercato è pensato come luogo di mutuo vantaggio, la società come luogo di fioritura umana e personale, che ha ancora come fine la promozione della felicità pubblica”, ha aggiunto Storchi, che nel 2016 da presidente delle industrie Metalmeccaniche per Confindustria, firmò il contratto collettivo nazionale di settore.


Rotondi, che ha redatto una preziosa monografia sul reddito civile, sostiene: “Il dibattito sul reddito civile può aprire un nuovo corso di relazioni industriali sane, che possano prendere in considerazione, da una parte la tutela di una serie di diritti dei lavoratori; dall’altra la controparte naturale del rapporto di lavoro, che è l’Impresa: l’uno non esiste se non esiste l’altra. Occorre pertanto trovare una via mediana nel pensiero congiunto Rotondi-Storchi per far sì che diritto e impresa unite possano vincere, nella logica del ‘Win Win'”.

Proseguendo, Rotondi afferma che “introdurre nei Contratti Collettivi anche questi parametri darebbe corso ad una nuova era delle relazioni industriali. Le parti sociali riprenderebbero un compito che la Costituzione stessa demanda loro, e che credo solo loro possano risolvere”.

Nell’ottica di Storchi, il capitalismo finanziario globale dell’ultima parte del Novecento ha favorito un modello di crescita fondato su una sfrenata competizione volta a un profitto fine a se stesso e che ora non regge più. “Innovazione è parola strategica- ha detto il past president- ma l’imprenditore non è in grado di gestire tutto il processo di innovazione da solo, c’è sempre più bisogno di buoni collaboratori. C’è bisogno non solo di forza intellettuale, ma anche di passione e cuore”.

Perciò, occorre “creare valore condiviso”. Per l’imprenditore “è arrivato il tempo di cambiare strategie imprenditoriali e andare verso una economia di comunione che deve attuare un equilibrio tra innovazione e sostenibilità”. In sintesi: applicare le normative comunitarie in tema Esg: tutela ambientale, progresso sociale e governance lungimirante.

Riguardo al futuro del mondo del lavoro, il giuslavorista Rotondi è convinto che “la civiltà si fonda sul progresso e questo è inarrestabile”. Perciò, anche in riferimento all’intelligenza artificiale e al suo impatto sul lavoro, “non ho una visione catastrofica, ciò che viene distrutto o superato, e ciò che è creato e immaginato, di solito tendono ad essere equivalenti. Credo piuttosto – conclude in riferimento alla presenza massiccia di tecnologia nella quotidianità lavorativa – si debba lavorare in termini culturali, educativi e di preparazione professionale e far sì che si approcci ‘umanamente’, nel progresso del diritto, con la mutua crescita di economia e società, con la cultura etica, morale e i principi necessari per utilizzare le nuove tecnologie”.

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