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Latina, Coletta: “Con Lbc liberiamo la città da un sistema malato”

LATINA - Damiano Coletta è il candidato sindaco di Latina

Pubblicato:23-04-2016 09:36
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:37

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Damiano_Coletta

LATINA – Damiano Coletta è il candidato sindaco di Latina Bene Comune. Ha tre liste civiche in suo sostegno e punta al ballottaggio. I sondaggi sono confortanti, lui crede nel suo progetto e crede soprattutto che sia ora di dare una nuova speranza alla città. Ne abbiamo parlato in una lunga chiacchierata che ripercorre gli inizi di LBC e le previsioni in attesa del 5 e 19 giugno.

Come è nata l’idea di fare questa esperienza di candidato a sindaco?


È stato un bisogno di reazione e opposizione a un pericoloso trend di rassegnazione verso cui si stava avviando la città. Qui c’è stato un pericoloso spirito di adattamento alla mediocrità che si è manifestato con rassegnazione e indifferenza. Usando un esempio da cardiologo: se il cuore è malato il fisico si adatta alla performance del cuore. Questa è l’accezione negativa che ho visto in questa città: il fatto di adattarsi a una condizione di mediocrità perché non c’è una visione di insieme, una prospettiva, un’identità. “Tanto a Latina le cose non cambiano mai”, questo si sente dire. Sarà una presunzione o una visione, ma LBC è nata con questo intento: esistono tante persone che hanno valori e il senso del bene comune. Le abbiamo messe tutte insieme e ora vediamo cosa esce.

Si può dire che Latina è malata?

Chi ha amministrato Latina ci fa credere che questa è una patologia cronica dalla quale non si guarisce. Poi in campagna elettorale gli stessi si sono presentati improvvisamente come guaritori da loro stessi. Lo ritengo offensivo nei confronti della città. Chi sbaglia deve essere onesto, quantomeno con se stesso, e farsi da parte e avere rispetto della città e dei cittadini. Abbiamo avuto un’amministrazione, la più indagata della storia della città. Ripresentarsi come se nulla fosse, mostrare i muscoli sul tavolo, è stata una prevaricazione dei cittadini. Questa non è una malattia cronica come ci vogliono far credere, ci sono gli anticorpi giusti.

Ti senti un po’ come Marchini, libero dai partiti? Ma come si vince senza partiti?

È quello che ci è stato detto all’inizio. Un pizzico di visionarietà ci vuole. La città in questo momento ha bisogno di questo. Noi siamo una sorta di comitato di liberazione. Bisognaliberare la città da un sistema politico incancrenito da maggioranza e opposizione. L’opposizione non ha responsabilità pari a quelle della maggioranza ma un’opposizione vera non avrebbe consentito tutto questo. E allora per dare una svolta abbiamo messo dei paletti che fossero la distanza dai partiti. E la gente inizia ad apprezzare questa forza che all’inizio sembrava incoscienza. Sentiamo che possiamo farcela.

Qual è l’identikit dell’ipotetico elettore di Latina Bene Comune?

Nella nostra fase iniziale abbiamo acquisito persone con coscienza civica che hanno visto in noi, non il partito dell’uomo qualunque, ma persone che hanno a cuore la buona politica. La buona politica ha la funzione di mediare tra le esigenze del cittadino e l’amministrazione, cercando di dare prospettive. Questo non lo abbiamo più avvertito negli ultimi 15 anni, abbiamo delegato troppo a persone che hanno pensato esclusivamente ai loro interessi e non agli interessi della città. Lo zoccolo duro di LBC è costituito da questo tipo di profilo: persone che hanno a cuore la buona politica, il bene comune, hanno la loro professione e non cercano un posto al sole. Questa esperienza serve a creare nuova classe dirigente. LBC giovane è orientata in questo senso. Noi abbiamo fatto una scelta che forse è la prima esperienza in assoluto nella città. Abbiamo messo insieme i ragazzi, li abbiamo responsabilizzati e resi autonomi. A 20-30 anni la loro percezione della città è diversa dalla mia che ho 56 anni. Adesso ai sentono considerati e motivati. Non è detto che questa futura classe dirigente debba aspettare tanto. Ci auguriamo che le cose cambino dal 5 giugno.

Con il vostro Movimento pensate di andare a recuperare voti tra chi ha perso interesse nella politica o strappare voti a chi ha sempre votato un partito?

Ce lo chiediamo anche noi. Su strada stiamo vedendo che le adesioni arrivano da chi non sarebbe andato a votare e questo è un motivo di grande soddisfazione. Il leitmotiv che sento ricorrente è “Avevo deciso di non andare a votare, ma adesso ci avete dato speranza”. È un obietto raggiunto: siamo riusciti a dare speranza e prospettiva a chi non credeva alla politica.

È una grande responsabilità.

Sì, e la sentiamo molto questa responsabilità. Ma sappiamo che il credito non è illimitato. Deve esistere sempre una verifica e un controllo di ciò che si fa. Adesso la coerenza sta pagando. Lo dimostra l’evento della raccolta firme dove si è dato un segnale di rispetto delle regole e adempimento della legalità. Ciò è stato colto e molto apprezzato dai nostri sostenitori. È anche dai piccoli gesti che si costruisce un percorso.

Dove pensate di essere maggiormente credibili? In quali aree della città?

Non saprei. La nostra campagna elettorale, totalmente autofinanziata e in totale trasparenza, ha recuperato un po’ alcuni valori antichi, come fare incontri con le persone e affidarsi al passaparola. Noi ci rivolgiamo a tutta la città. Andando nei borghi mi sto rendendo conto che sono una realtà separata dalla città. Stiamo studiando come migliorare la mobilità e i collegamenti. I borghi vivono un isolamento. In alcuni non c’è la linea internet e quella telefonica è difficoltosa. E questo nel 2016 non è concepibile. Ripeto, ci rivolgiamo a tutto il territorio per diventare comunità e non uno specchio rotto dove uno guarda il tassello e pensa di essere il tutto.

Pensate a un assessorato alle periferie?

Ci stiamo ragionando. Sicuramente tornerà un assessorato alla cultura come segnale alla città. Il fatto di averlo soppresso è stata una pericolosa inversione di tendenza. Latina ha un grande fermento culturale, è giusto che questo diventi economia. Chi ha detto che con la cultura non si mangia ha sbagliato, possiamo creare molto e avere molto indotto da questo settore.

Cosa fa LBC nei primi 100 giorni di amministrazione?

La mia è una risposta simbolica: il primo provvedimento sarebbe rimettere a posto le barriere architettoniche. Questa città ha bisogno di un segnale di civiltà. Sarebbe un segno importante. Non c’erano 80 mila euro per sanarle ma si trovano 30 milioni per la metro. Queste sono bestemmie insomma. Però vorremmo partire da un’analisi del bilancio, che è stato sempre poco trasparente. Dobbiamo capire la situazione di fatto di crediti, debiti, tesoreria e da lì dobbiamo partire. Sappiamo che c’è una situazione disastrosa ma vogliamo avere un minimo di positività, analizzando i dati e spiegando ai cittadini cosa si vuole fare. Sulle partecipate, ricordo che abbiamo votato per l’acqua pubblica con un referendum. Su Latina Ambiente, la categoria dei lavoratori deve essere sicuramente tutelata. E noi abbiamo come elemento prioritario del programma arrivare al 65% di raccolta differenziata come da normativa europea. C’è un contratto che già il Commissario sta per sottoscrivere, quello del porta a porta spinta. Grazie a questo sistema si alleggeriranno gli impegni di tasse per i cittadini perché si premieranno i meccanismi virtuosi. E nello stesso tempo si creeranno 50 posti di lavoro dall’ottimizzazione di queste risorse. È un progetto simbolico di quello che può essere una politica sana e sostenibile e una politica che sappia guardare alle esigenze del cittadino e alla normativa.

Lei è un medico che non parla di sanità.

Da contratto, essendo dirigente ospedaliero, non posso parlare della mia realtà lavorativa. Conosco benissimo tutti gli aspetti, siamo in una situazione di difficoltà nazionale. C’è unproblema di risorse sulle quali ha competenze ha la regione.

È facile mettere i no da una parte e i sì dall’altra come fatto nei vostri manifesti. Ma non è un po’ da qualunquisti?

Questo è stato l’approccio iniziale quando ancora dovevamo elaborare il programma. Sul programma c’è stato un forte coinvolgimento, ci hanno lavorato 100 persone, divisi in gruppi di lavoro, bilancio, urbanistica, qualità della vita, gente che ha competenza. È un approccio abbastanza scientifico: è stata fatta un’elaborazione, messa a confronto in fase sperimentale, abbiamo raccolto dei feedback e tra qualche giorno faremo un aggiornamento. Abbiamo progetti elaborati con questa chiave di lettura: analisi dei dati, possibili soluzioni e sostenibilità. È stato un punto di partenza. Sono cose condivisibili da tutti? “No alle politiche delle clientele”, per esempio: in teoria sì, ma nella pratica questa città è stata notevolmente condizionata dal clientelismo. È la difficoltà maggiore da cui ci si deve liberare. È rimasta ostaggio di un comitato di affari, perché di tale si è trattato in questa amministrazione. Questo comitato di affari ha acquisito consenso tramite una gestione clientelare che ha pagato il cittadino, che ci ha rimesso in termini di paralisi della città e assenza di prospettiva. Il Sole 24 Ore fa una classifica delle città: siamo agli ultimi posti in qualità della vita, servizi sociali. E siamo ai primi posti per microcriminalità. Siamo andati a vedere chi sta invece ai primi posti, gli esempi virtuosi, le best practice che vanno seguite. So che Latina è stato l’ultimo capoluogo della Regione ad avere accesso ai fondi europei perché non ha fatto le domande in modo appropriato, non ha presentato i progetti giusti. La nostra capolista del gruppo giovani sta facendo un percorso di formazione per accedere ai fondi europei. Vogliamo essere pronti, vogliamo avere gli elementi e le conoscenze.

Avete dei sondaggi, sapete quanto valete?

Contiamo di farne uno tra un po’. Quelli presi dagli altri media ci attestano intorno al 15%con scarto di 2-3 punti. Ci sono ancora 40 giorni di campagna elettorale, possiamo crescere molto.

Pensa di raccogliere i voti del Movimento 5 Stelle? E dove sta la differenza con LBC?

Ho molto rispetto per tutti i militanti del Movimento 5 Stelle. Posso immaginare il trauma subito nel non avere la certificazione dopo che uno zoccolo duro di militanti si è speso per anni. Sicuramente abbiamo tante cose in comune. Le modalità con cui ci siamo formati e i principi con cui siamo partiti ci hanno reso sovrapponibili su certe cose. Credo che in entrambi i movimenti ci sia questa volontà di rompere con un sistema che ha creato una situazione di far west in questa città e seguire un percorso basato sulle regole e sulla legalità.

Qual è l’avversario che teme di più?

Temo l’indifferenza. Noi vorremmo che la gente andasse a votare. Questa città è a un bivio. O esce da questo sistema o rischia di non farlo più. Dopo ciò che è successo continuare su questo percorso è preoccupante. Non c’è un avversario che temo di più, noi guardiamo avanti sulla nostra strada. Dobbiamo riuscire a svegliare le coscienze degli indifferentiche dicono “Non vado a votare, tanto le cose non cambiano”. Non andare a votare è un vantaggio per chi ha la gestione clientelare del consenso.

Pensate di andare al ballottaggio?

Se questa domanda mi fosse stata fatta il primo giorno ti avrei detto che si scende in campo per vincere, ora invece abbiamo la percezione che questa cosa possa accadere.

Se non andaste al ballottaggio fareste accordi con qualcuno?

Il Movimento è nato con l’idea di stare lontano dai partiti. Adesso è diventato molto trasversale, diamo speranza a chi crede nella buona politica e aveva bisogno di un’immagine e interpreti diversi. La trasversalità legata al bene comune ci consente di allontanarci dal partito dell’uomo qualunque. Si è messo insieme veramente un gruppo di persone attorno a questi valori, che pescano anche da una matrice di destra più sociale. Per quanto riguarda la scelta del ballottaggio, da statuto abbiamo un’assemblea. Nella fase due, se fossimo noi gli attori del ballottaggio andremo avanti da soli. Se non andassimo al ballottaggio sarà l’assemblea a decidere ma probabilmente non ci schiereremo e lasceremo libertà di espressione. Ma lo deve decidere l’assemblea.

Se non fosse eletto come sindaco rimarrà in Comune a fare l’opposizione?

Il nostro è un movimento che non vuole finire nell’ambito dello spazio temporale delle elezioni. Tutto il patrimonio che si è creato grazie all’entusiasmo, alla passione, in caso di risultato non positivo non può andare disperso.

Latina Bene Comune se non vince rischia di disintegrarsi?

Questa esperienza ci sta arricchendo tutti. C’è una condivisione che è un elemento caratterizzante, dove ognuno si sente parte di tutto. Stiamo bene insieme perché parliamo la stessa lingua. Il Movimento continua, anche se non arrivassimo al ballottaggio.

LBC non potrebbe cercare un accordo con un partito e portare purezza anche lì?

Lo deciderà l’assemblea. Non ho l’autorità per prevaricare qualcosa che deve essere deciso democraticamente.

Ma non è meglio il politico navigato rispetto al civico animato da tutte le buone intenzioni ma con zero esperienza?

Ce lo hanno chiesto in molti, ma il politico navigato cosa ha dimostrato in questa città? L’esperienza per cosa l’ha messa a frutto? La conoscenza della macchina amministrativa è stata utilizzata per scopi utilitaristici. E allora ben venga la nostra “verginità”. Non siamo incoscienti, all’interno del gruppo di lavoro abbiamo esperti in bilancio, in diritto amministrativo, in progettazione, figure di grandi competenze. Il mio ruolo sarà quello di assemblarli e mettere le figure giuste al posto giusto. Abbiamo già pagato scelte di dare assessorati in premio a chi ha portato il suo tesoretto di voti ma magari non aveva competenze del settore.

Come giudichi la gestione del Commissario Prefettizio?

Doveva fare lo sceriffo e questo ha fatto. Adesso che colpe vogliamo dare al Commissario dei danni che sono stati fatti in questi 4 anni? Lui doveva rimettere le cose a posto, io lo giudico positivamente. Recentemente è stato pubblicato un report sul risparmio economico fatto semplicemente sistemando situazioni di crediti e sprechi. Questa è una politica che serviva, quella del buon padre di famiglia.

(Fonte: Latina quotidiano)

 

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