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Sfilano in 2mila per Valerio Verbano, Fdi: “Hanno bruciato un manichino raffigurante Giorgia Meloni”

Ieri la manifestazione per ricordare il giovane ucciso nel 1980, tra bandiere rosse e palestinesi contro "il genocidio"

Pubblicato:23-02-2024 10:36
Ultimo aggiornamento:23-02-2024 10:36
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corteo valerio verbano
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ROMA – Al corteo in memoria di Valerio Verbano, ieri a Roma, sarebbe stato bruciato un simulacro di Giorgia Meloni. Lo denunciano i consiglieri di Fratelli d’Italia del municipio III, Manuel Bartolomeo, Giordana Petrella, Fabrizio Santinelli e Serena Troiani.

“Un gesto deprecabile quello messo in atto ieri sera da alcuni manifestanti presenti al corteo in memoria di Valerio Verbano. È stato bruciato, infatti, un manichino raffigurante il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni– scrivono in una nota-. Inoltre questa mattina, sotto la metro Conca D’Oro sono comparse altre scritte intimidatorie. Questi sono atti provocatori, di una violenza inaudita, che possono innescare una spirale ancora più pericolosa. Ci aspettiamo che il Presidente Marchionne prenda le distanza da questo vili gesti condannandoli senza se e senza ma”.

IN 2MILA A CORTEO IN RICORDO VERBANO, TRA BANDIERE ROSSE E PALESTINESI

Tante bandiere della Palestina e altrettante rosse, a volte coperte dai fumogeni multicolore.
Persone di ogni età, da bambini ancora “bisognosi” del passeggino ad anziani che gli ‘anni di piombo’ li hanno vissuti quando erano nel pieno della loro vita. Circa due mila persone (tra cui Moni Ovadia, Zerocalcare e l’eurodeputato Massimiliano Smeriglio) hanno sfilato ieri a Monte Sacro, da via Monte Bianco, passando per il quartiere di Valmelaina e il Tufello nel corteo in ricordo di Valerio Verbano, lo studente vicino ad Autonomia Operaia che il 22 febbraio del 1980 (avrebbe compiuto 19 anni tre giorni dopo) venne ucciso dentro casa sua, davanti ai suoi genitori, da tre persone armate (per il mondo della sinistra riconducibili al terrorismo di estrema destra) con un colpo di pistola alla schiena.


Tra canzoni di lotta della sinistra, “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri e anche “Casa mia” di Ghali, il cuore della manifestazione è stato caratterizzato a piazzale Jonio da un momento dedicato a quanto sta accadendo in Palestina. Sedici persone avvolte da altrettanti teloni bianchi con su scritto una lettera, hanno “simulato” i corpi morti delle vittime dei bombardamenti israeliani per poi comporre, ciascuno con la propria lettera, la scritta “Stop Gaza Genocide”.

Lo stato italiano fornisce armi ad Israele ed è complice del genocidio palestinese– hanno urlato dal carro che ha aperto il corteo poco prima che esplodessero dei fuochi d’artificio- Il modo migliore di ricordare Valerio è non voltarci dall’altra parte di fronte a questo genocidio. Valerio non si è mai voltato dall’altra parte ha affrontato i fascisti a viso aperto. La prossima settimana, anche se ci fosse vietato, scenderemo in piazza davanti al Parlamento perché non possiamo piu’ accettare in silenzio che questo genocidio venga compiuto davanti ai nostri occhi“.

Per i manifestanti “questa non è una commemorazione ma una giornata di lotta e di resistenza dal basso per una vita migliore che ci meritiamo tutti. Roma è antifascista“. Non sono mancati i cori per Ilaria Salis, la militante detenuta in Ungheria.

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