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L’economista Rotondi: “Tassi in rialzo fino a che la crescita non sarà solida”

Per l'economista Vito Rotondi è verosimile aspettarsi, nei prossimi mesi, ulteriori aumenti dei tassi da parte delle Banche centrali

Pubblicato:23-02-2023 11:50
Ultimo aggiornamento:23-02-2023 11:50
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rotondi
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ROMA – Scongiurata la stagnazione in Europa, ovvero la presenza contemporanea di inflazione e stagnazione economica, “è immaginabile che la politica rialzista dei tassi da parte delle Banche Centrali possa accelerare entro marzo-giugno con tassi di interesse più alti, poiché la battaglia a correzione dell’inflazione potrebbe essere più lunga di quanto si fosse sin qui previsto“. In sostanza, “i tassi continueranno a salire finché non ci sarà una crescita solida dell’economia e l’inflazione sarà discesa. Inoltre, si deve considerare il ritardo per l’efficacia dell’intervento di circa 6/12 mesi… Altro discorso è dovere considerare quali ulteriori aumenti dei tassi i mercati siano disposti a scontare (i mercati toccano il minimo prima dell’economia), forse al massimo un +0,50% ad oggi. Appunto dovere considerare quanto sostenibili, a vari livelli, saranno i debiti rispetto ai nuovi tassi, la crisi energetica, i bilanci delle aziende, i loro portafogli, gli incidenti epidemiologici, geopolitici, finanziari, i nuovi modelli di business sulle forniture, il ciclo economico cinese, le aspettative rispetto alle proiezioni etc”. È la prospettiva che delinea l’economista Vito Rotondi, facendo il punto in un momento in cui si ragiona sui dati consolidati della fine dell’anno scorso e le tendenze che i mercati hanno segnalato all’inizio di questo 2023.

È probabile attendersi ulteriori aumenti dei tassi da parte delle Banche centrali, quella europea e quella statunitense, con le altre a seguire, perché Bce e Fed li hanno, esse stesse, annunciati- spiega Rotondi- Inoltre, questo fenomeno, nel calo dell’inflazione permetterà l’anticipo del successivo allentamento monetario, compatibile con uno scenario positivo in cui la recessione appare più scongiurabile, mentre il mercato del lavoro tiene, anzi è straordinariamente forte con tassi di disoccupazione calante. Un fattore estremamente importante- aggiunge l’economista- perché è fondamentale mantenere la capacità di consumo. Uno scenario negativo originerebbe un tardivo calo dell’inflazione e un rinvio nel taglio dei tassi o ulteriori rialzi”.

Non da ultimo, comunque, l’orientamento di Fed e Bce è ridurre un’inflazione che “si pone ancora alta rispetto agli obiettivi e i mercati stessi propongono motu proprio un aggressivo percorso di rialzo dei tassi”. Il futuro prossimo, dunque, sarà caratterizzato, ancora, da un’azione cautelativa che ha nel rialzo dei tassi lo strumento per contenere l’inflazione, a maggior ragione se l’economia nelle previsioni si prospetta con un andamento migliore del previsto. “Si era paventata una recessione che probabilmente ci sarebbe, se la domanda non dovesse tenere. Proprio il pericolo che occorre scongiurare: ovvero la progressione nel rallentamento dell’economia, nella liquidità in circolazione, nella disponibilità selettiva di credito, con il suo effetto moltiplicatore, nella fiducia contingente rispetto alla fiducia strutturale che il calo dell’inflazione prevede” conclude


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