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A Napoli chiude il centro Dafne del Cardarelli: aiutava le donne vittime di violenza

La psicologa Reale: "Si sta mettendo mano a un nuovo progetto che vede il Centro Dafne collocato all'interno delle attività antiviolenza dell'Asl Napoli 1 Centro"

Pubblicato:22-12-2023 11:01
Ultimo aggiornamento:22-12-2023 11:01
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NAPOLI – Chiude i battenti il 31 dicembre il Centro Dafne dell’Aorn Cardarelli di Napoli. Il Dafne, centro di prima assistenza e refertazione psicologica delle donne vittime di violenza, inaugurato nel novembre del 2016 (ma già in campo da un anno) con l’intervento del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, e grazie all’impegno dell’allora direttore generale Ciro Verdoliva, ha compiuto ad oggi 8 anni di attività.

“I dati raccolti parlano di 1.011 donne che sono state assistite in emergenza in questi anni – spiega alla Dire la psicologa alla guida del Centro Dafne, Elvira Reale – per ogni tipo di violenza: da quella psicologica (che è la violenza prevalente che accompagna anche le altre violenze) alla violenza fisica e sessuale, allo stalking. Le donne assistite e refertate sono all’80% madri con figli minorenni. La maggioranza di esse è in via di separazione o in fuga dal violento, o comunque già separata”.

“Il tema dominante – evidenzia Reale – è che la violenza viene agita soprattutto da questi partner che la donna ha lasciato da poco o che intende lasciare per non dover più subire violenza. Molte delle donne assistite, tra i fattori di rischio per il femminicidio, lamentano aggressioni con le mani al collo, minacce di morte e paura di essere ammazzate. Frequentemente questi fattori, come leggiamo dalle notizie di stampa, sono sottovalutati. Solo da poco la sentenza 48845/2023 della Corte di Cassazione ha posizionato correttamente l’aggressione con mani al collo come tentativo omicidiario”.


Il Centro Dafne, inoltre, negli anni ha promosso la ricerca sul maltrattamento assistito per dare visibilità a questo tema, poco riconosciuto, dando spazio alle osservazioni delle donne sulle reazioni dei bambini alle violenze in famiglia dei padri. Ancora, ha lavorato in sinergia con i centri antiviolenza, con la procura di Napoli, con la sezione fasce deboli guidata da Raffaello Falcone, con la procura per i minorenni di Maria de Luzenberger.

“Il Centro Dafne – ricorda Reale – ha costituito un punto di riferimento regionale durante la pandemia, mettendo a disposizione il suo numero di telefono attivo h24, che è stato pubblicizzato dalla Regione Campania insieme al numero nazionale 1522, refertando le donne anche da remoto e anche solo sulla base dell’invio dei medici curanti, quando le donne non potevano arrivare nei pronto soccorso”.
La psicologa osserva: “Oggi si chiude l’attività di questi anni al Cardarelli perché è venuta a mancare una progettualità condivisa tra ospedale e associazionismo: l’associazione Salute Donna, infatti, ha in questi anni svolto un’attività vicaria mediante convenzioni a costo zero con l’ospedale e attingendo poi a fondi esterni finalizzati al lavoro delle psicologhe. Il patrimonio di esperienza accumulato in questi anni, però, non andrà disperso: Salute Donna ha in corso una valida interlocuzione proprio con l’ex direttore generale del Cardarelli, Verdoliva, con cui si sta mettendo mano a un nuovo progetto che vede il Centro Dafne collocato all’interno delle attività antiviolenza dell’Asl Napoli 1 Centro. Siamo convinte – conclude Reale – che le interlocuzioni in corso potranno far sì che le donne di Napoli non dovranno fare a meno di quelle energie che finora le hanno sostenute nel percorso sanitario del Cardarelli“.

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