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Regolamento Ue sull’Intelligenza artificiale, l’esperto: “Il mondo ci imiterà come con Gdpr”

Il presidente di Anorc Professioni, Andrea Lisi, commenta il progetto di regolamento comunitario sull'Intelligenza Artificiale, presentato ieri dalla vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager e dal commissario al Mercato unico Thierry Breton

Pubblicato:22-04-2021 16:04
Ultimo aggiornamento:22-04-2021 16:04

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ROMA – Dotarsi di regole per l’utilizzo dell’Intelligenza artificiale “è un’ottima decisione. L’Ue determina ‘paletti di evoluzione’ per rendere il progresso legittimo ma sicuro, basandosi su una logica di calcolo del rischio. Con questa normativa l’Ue farà da apripista nel mondo e molti Stati ci imiteranno come già stanno facendo col Gdpr”. È quanto afferma l’esperto in diritto dell’informatica e presidente di Anorc Professioni, avvocato Andrea Lisi, commentando il progetto di regolamento comunitario sull’Intelligenza Artificiale, presentato ieri dalla vicepresidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager e dal commissario al Mercato unico Thierry Breton.

“Una sorta- lo descrive Lisi- di rielaborazione dei principi del Gdpr sullo strumento dell’Ia che, ricordiamoci, oggi non è ancora una testa artificiale pensante”. Si parla appunto di sistemi con potentissime capacità di calcolo e automazione, con processi di automiglioramento. Insiemi di capacità straordinarie che poi generano decisioni. “Ma dietro a queste decisioni- spiega l’avvocato- si sono sempre gli algoritmi scritti dall’uomo. È l’uomo dunque responsabile delle scelte che compie un sistema di Ia. Per questo motivo- continua Lisi- serve vigilare affinché le istruzioni algoritmiche date alla macchina non siano discriminatorie, specie nelle situazioni di alto rischio. Serve una forte apertura Ue verso la trasparenza degli algoritmi. Su questo si dovrà fare battaglia”.


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