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Tg Riabilitazione, edizione del 22 gennaio

A cura della redazione sanità

Pubblicato:22-01-2020 11:53
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:53
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PROTESI, AL VIA PROGETTO DI RICERCA INAIL-STATI UNITI

La ricerca Inail sbarca negli Stati Uniti. Ha preso ufficialmente il via in questi giorni, infatti, uno studio scientifico in ambito protesico che nell’arco del prossimo triennio coinvolgerà il Centro Protesi di Vigorso di Budrio, il Minneapolis Veterans Administration Health Care System, struttura ospedaliera e di ricerca per i militari americani, e la Northwestern University di Chicago, a cui spettano le funzioni di coordinamento. Obiettivo del progetto – finanziato con circa 2,5 milioni di dollari, di cui quasi 800mila destinati al Centro Inail, attraverso un bando del Dipartimento della Difesa Usa – è il miglioramento di forma, adeguatezza e comfort dell’invasatura personalizzata delle protesi di arto inferiore, per influire positivamente sulla qualità della vita delle persone che le utilizzano. “Per la nostra attività di ricerca- spiega il presidente dell’Inail, Franco Bettoni- questa iniziativa rappresenta un’importante apertura anche a livello internazionale dei percorsi di collaborazione con altre realtà di eccellenza avviati negli ultimi anni, che puntano allo sviluppo di dispositivi sempre più evoluti, sia per la prevenzione degli infortuni sul lavoro sia per la riabilitazione e il reinserimento socio-lavorativo degli infortunati”. 

POTENZIARE MUSCOLI CON VIBRAZIONI, STUDIO CATTOLICA ROMA

Resistenza alla fatica, potenza muscolare, coordinazione e precisione nei movimenti: tutto questo si può ottenere con piccole e non invasive vibrazioni applicate ai muscoli. Si tratta di una metodica che già trova applicazione clinica, ma il cui campo di azione si potrebbe espandere ulteriormente sia nella riabilitazione che nello sport. Lo studio – i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista ‘Biology of Sport’ – coordinato dal professor Guido Maria Filippi, Dipartimento di Neuroscienze dell’Università Cattolica, Campus di Roma (diretto dal professor Claudio Grassi), e svolto in collaborazione con i professori Luigi Fattorini e Angelo Rodio delle Università Sapienza di Roma e di Cassino, ha testato nuove potenzialità della metodica su alcuni soggetti. Le implicazioni appaiono importanti: oltre che nello sport, anche nella riabilitazione. Il trattamento – somministrato con uno strumento ad hoc denominato ‘Crosystem’ – consiste in sequenze di micro-allungamenti-accorciamenti del muscolo 100 volte al secondo per 30 minuti al giorno (divisi in 3 sequenze da 10 minuti ciascuna, intervallate da pochi secondi di pausa) per 3 giorni consecutivi. Il paziente percepisce solo una leggera vibrazione. 


STAGIONE SCIISTICA AL VIA, COME METTERE KO LA BORSITE

La settimana bianca è ormai diventata un must quasi irrinunciabile e in molti presto si riverseranno sulle piste per praticare lo scii o lo snowboard. Spesso però si sottovalutano i rischi, piccoli e grandi infortuni infatti possono celarsi dietro l’angolo come fratture o infiammazioni, su tutte la borsite. Cos’è? Si tratta dell’infiammazione di una borsa, ossia una sacca di liquido situata sotto la pelle, in genere in corrispondenza delle articolazioni, che agisce come cuscinetto tra tendini e ossa. Può colpire le spalle, i gomiti o le ginocchia; ma quando si praticano sport invernali come lo sci, lo snowboard, lo sci di fondo o il trekking, ad essere maggiormente a rischio è l’avampiede causando gonfiore, dolore ed irritazione. “E’ fondamentale la scelta dello scarpone e della soletta personalizzata da inserire al suo interno- spiega Nicola Del Bianco, Medico Chirurgo specialista in Ortopedia, Traumatologia e Chirurgia del Piede-. Qualora il soggetto abbia già un alluce valgo lieve o moderato, per evitare di incorrere nella borsite, consiglio l’utilizzo di piccoli tutori, diurni e notturni, che vanno a coprire con uno o due strati di silicone lo spazio interessato evitando il contatto tra l’epidermide e lo scarpone”.

AISM: LASCITI TESTAMENTARI IN ITALIA TABÙ, DIFFONDERE CULTURA

“L’Italia è fanalino di coda in Europa nei lasciti testamentari. Nel nostro Paese, purtroppo, questo argomento è considerato ancora un tabù. Per questo serve diffondere una cultura diversa, come accade già all’estero, dove sul tema viene fatta un’educazione fin dalle scuole”. A dirlo è il presidente dell’Aism, Francesco Vacca, intervistato dall’agenzia Dire in occasione della ‘Settimana nazionale dei lasciti Aism’, che prende il via con il lancio della campagna di sensibilizzazione ‘Tu sei futuro’. Gianluca Abbate, consigliere nazionale del Notariato, aggiunge: “I lasciti solidali sono disposizioni con le quali una persona decidere di devolvere determinati beni per un fine di solidarieta’ sociale. Ad oggi sono circa 1 milione e 900mila gli italiani che si sono dimostrati interessati ad avere conoscenza su questo strumento e circa 900mila hanno già posto in essere delle disposizioni animate da un fine di solidarietà sociale. Non é possibile fare un identikit specifico delle persone che hanno predisposto un lascito solidale, ma quello che si può dire é che dal 2013 c’è stato un aumento delle disposizioni da parte di giovani e donne”.

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