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Papa Francesco, tolleranza zero sulla pedofilia. E fa mea culpa: “La Chiesa è arrivata in ritardo”

Discorso davanti alla Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ricevuta oggi in udienza

Pubblicato:21-09-2017 12:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:42

papa francesco
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ROMA –  Papa Francesco lancia un affondo contro la pedofilia e la Chiesa, denunciando i ritardi con cui si è affrontato il fenomeno criminale. Lo fa davanti alla Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ricevuta oggi in udienza.

“Ho deciso di bilanciare un po’ questa Commissione – ha annunciato il Papa – e anche di dire che un abuso sui minori, se provato, è sufficiente per non ricevere ricorsi. Se ci sono le prove, è definitivo”. “Perché una persona che fa questo, uomo o donna, è malata: è una malattia”, ha spiegato Francesco: “Oggi lui si pente, noi lo perdoniamo, e dopo due anni ricade. Dobbiamo metterci in testa che è una malattia”.

“LA CHIESA E’ ARRIVATA UN PO’ TARDI”

“Non è stato facile cominciare questo lavoro: avete dovuto nuotare controcorrente”. Sono le prime parole rivolte dal Papa ai membri della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ai quali ha consegnato il testo scritto per poi parlare per poco meno di venti minuti a braccio. A proposito della “coscienza di questi delitti”, ha detto Francesco a proposito della pedofilia, “la Chiesa è arrivata un po’ tardi, e quando la coscienza arriva tardi, i media risolvono il problema e anche arrivano tardi”.


“Sono consapevole di questa difficoltà, ma è la realtà”, ha proseguito Francesco: “Siamo arrivati in ritardo”. “Forse l’antica pratica di spostare la gente per fronteggiare il problema ha addormentato un po’ le coscienze”, l’analisi del Papa: “Ma grazie a Dio il Signore ha suscitato ‘uomini profeti’ nella Chiesa”. “Uno è il cardinale”, ha detto il Papa rivolgendosi al cardinale O’Malley, alla guida della Commissione, il quale “ha coinvolto altri e ha cominciato questo lavoro di far salire il problema alla superficie e vederlo in faccia. Il cardinale ha cominciato a parlare con le parole di Gesù sui bambini”.

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