NEWS:

Grecia e migranti, l’accoglienza illegale salva le istituzioni

Ad Atene molte Ong nate in seguito alla crisi economica per aiutare i cittadini greci, si sono attivate anche per i migranti

Pubblicato:21-09-2016 15:22
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:05

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

grecia3

ROMA – Alla crisi dei migranti sta rispondendo una rete di privati cittadini organizzata in Ong e strutture non riconosciute ed autogestite, le uniche di fatto in grado fornire assistenza umanitaria e legale ai tantissimi che arrivano in Grecia e sulle isole. Lo spiega alla Dire Laura Raccanelli, operatrice sociale di una Ong con base ad Atene che ha lavorato nei principali punti di accoglienza formali ed informali della città: “Tutti i soggetti operativi sul territorio, dalla Marina Militare, che gestisce il noto campo di Skaramangas, ad Unhcr, al Greek Council for Refugees, sono perfettamente a conoscenza di quali servizi offrano questi soggetti informali ed i centri autogestiti: una rete che offre alloggi e assistenza umanitaria, legale e monetaria. E non solo tutti sono a conoscenza della loro esistenza, ma sanno nel dettaglio quale tipo di sostegno offrono ai migranti e richiedenti asilo”. Laura spiega che all’origine del problema ci sono gli uffici regionali dove vengono analizzate le richieste d’asilo, i quali non riescono più a far fronte all’enorme numero di procedimenti, lasciando di fatto le persone migranti in un limbo.

laura_raccanelli

Laura Raccanelli

“Il governo ha predisposto un ulteriore sistema di pre-registrazione, procedura per l’avvio della quale un primo appuntamento viene fissato tramite Skype. A seguire, si viene registrati come richiedenti asilo e solo allora viene assegnato un appuntamento per l’intervista individuale e l’esame del caso specifico. Questa procedura può richiedere anche un intero anno e le tempistiche non accennano a diminuire”. Durante questo lasso di tempo, i migranti sono privi di assistenza umanitaria e legale, per questo è entrata in azione la società civile: “La vastissima rete di supporto diffusa in tutta la città è una risposta alla crisi del sistema di accoglienza ufficiale. Molte Ong nate in seguito alla crisi economica per aiutare i cittadini greci, si sono attivate anche per i migranti. Io stessa, nel mio lavoro di operatrice sociale- racconta Laura Raccanelli- ho avuto modo di reindirizzare, secondo le necessità del caso, i migranti ed i richiedenti asilo in alcuni luoghi dove so per certo che troveranno un punto di orientamento legale, scarpe, vestiti o un ambulatorio per l’assistenza medica”.


In questo senso, la rete informale di supporto è stata per le istituzioni greche un’ancora di salvezza non indifferente. “Per questo i soggetti non ufficiali o non riconosciuti sono stati largamente tollerati. Basti pensare che un’ampia fetta del supporto materiale fornito ai migranti- prosegue l’operatrice dell’Ong di Atene- sia esso distribuito da Unhcr, dal Danish Refugees Council o da centri autogestiti, proviene dallo stesso deposito, con sede nel campo di Ellenikò, dove si concentrano gli arrivi delle moltissime donazioni volontarie” conferma Laura.

grecia2“La comunità internazionale, e ancor più l’Unione europea, hanno il dovere di assistere i paesi dell’Europa del sud nella gestione di questi flussi di arrivi ininterrotti- osserva l’operatrice-. Anche alcuni aspetti degli ultimi accordi tra Unione europea e Turchia andrebbero riconsiderati, o per lo meno chiariti, dal momento da marzo in poi noi operatori abbiamo registrato soltanto un incremento degli arrivi. In questo senso, una legislazione europea di supporto e di sostegno in ambito di prima e seconda accoglienza potrebbe cominciare a sbloccare una situazione che non potrà rimanere tale ancora a lungo, non solo per mancanza di fondi, ma per un sistema comune di asilo europeo che si è dimostrato inefficace”. Un altro aspetto preoccupa l’opeatrice: “L’equilibrio raggiunto da questo network informale è molto precario. Il lavoro è svolto principalmente da volontari e gli aiuti derivano da donazioni autonome e non continuative. Nel momento in cui le donazioni diminuiranno, come già sta accadendo in quest’ultimo mese, o il numero di volontari non sarà più sufficiente a portare avanti le attività di sostegno, il grande numero di migranti e richiedenti asilo che attualmente ne beneficia potrà contare solo ed esclusivamente sul sistema di sostegno predisposto dalle istituzioni, il quale come detto, versa in condizioni disastrose”.

di Marina De Stradis

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it