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Il Sudan è sull’orlo della catastrofe: 18 milioni di persone non hanno cibo. L’appello: “Fermare la guerra”

Questa la fotografia resa da Michael Dunford, direttore regionale del World Food Programme per l'Africa orientale

Pubblicato:21-02-2024 16:11
Ultimo aggiornamento:21-02-2024 16:11

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ROMA – In Sudan oggi 18 milioni di persone soffrono di livelli acuti di fame, secondo una stima del mese scorso, e 3,8 milioni sono bambini sotto i cinque anni malnutriti. Questa la fotografia resa da Michael Dunford, direttore regionale del World Food Programme per l’Africa orientale, da poco rientrato dalla città di confine sud-sudanese di Renk, dove è arrivato circa mezzo milione di persone in fuga dalla guerra.
In un punto stampa a Bruxelles il responsabile ha fornito informazioni sulla situazione umanitaria nel Paese: “Ho visto un Paese sull’orlo del collasso; siamo estremamente preoccupati di cosa accade e potrà ancora accadere: la maggior parte del Paese non ha accesso al cibo“.

Dieci mesi fa si è riaccesa la guerra civile animata da esercito e paramilitari delle forze di supporto rapido, e questo ha causato la distruzione di gran parte delle infrastrutture, del settore industriale, di agricoltura e allevamenti, costringendo le persone a lasciare le proprie case: “Sappiamo che gli sfollati sono 10 milioni e che continuano ad aumentare. Molti attraversano le frontiere verso Sud Sudan, Egitto o Ciad”. Purtroppo, avverte Dunford, le organizzazioni umanitarie “non riescono a raggiungere le persone”, né i residenti, né gli sfollati interni, né i rifugiati. La combinazione di fame, sfollamenti e malattie “sta facendo impennare la malnutrizione infantile”.

È essenziale porre fine al conflitto” l’appello del direttore. “Altrimenti non saremo in grado di intervenire: abbiamo bisogno di accesso al Paese”. Secondo Dunford, “serve una soluzione politica al conflitto e l’incremento delle donazioni internazionali, data la complessità degli interventi da portare a termine sia in Sudan che nei Paesi vicini”. Il direttore conclude: “Senza sostegno non vediamo come il Sudan, come Paese, potrà riprendersi”.


È LA PIÙ GRAVE CRISI DI SFOLLATI DEL PIANETA

“Il Sudan attraversa la più grave crisi di sfollamenti di massa del pianeta”: lo ha detto Eddie Rowe, direttore Paese in Ciad per il World Food Programme (Wfp), intervenuto nel corso di un briefing a Bruxelles. La situazione umanitaria sudanese sta avendo un forte impatto infatti anche negli Stati vicini, a causa delle decine di migliaia di persone che continuano ad attraversare le frontiere. Solo in Ciad ne sono entrate finora 553mila.

Una delle principali cause, e al tempo stesso dell’impatto di questi sfollamenti di massa “è la riduzione della produzione agricola”. L’esperto cita i dati della Fao secondo cui “la produzione sarà significativamente più bassa rispetto alla media degli ultimi cinque anni” di circa il 40%. “Se persistono questi livelli anche nel 2024, assisteremo a un disastro umanitario”.
In Sudan, le aree che preoccupano maggiormente per la mancanza di cibo sono il Darfur, la capitale Khartoum e lo Stato di Al Gazira. All’elenco si sono aggiunte nell’ultima analisi quelle di Hamshkoraib a Kassala.

Rowe ha fatto sapere che il Wfp, insieme con l’Ufficio per il coordinamento umanitario dell’Onu (Ocha) e le autorità locali hanno messo a punto una “life line” per portare aiuti alle comunità “in disperato bisogno” nel Darfur centrale e occidentale. Rowe ha aggiunto: “Contiamo sulla collaborazione delle autorità negli attraversamenti di frontiera” per i convogli e gli operatori umanitari. Stesso discorso per il Gazira e il Kordofan.
Michael Dunford, direttore regionale del World Food Programme per l’Africa orientale, ha concluso: “Vogliamo che il Sudan abbia l’attenzione che merita. Sentiamo parlare di Ucraina e Gaza, ma il Sudan è sull’orlo della catastrofe“.

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