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La denuncia: “Dal 2018 a oggi 6 migranti sono morti ogni giorno per raggiungere la Spagna”

Il dato emerge da un rapporto di Ca-minando Fronteras: "E' il frutto della politica della morte europea", denuncia l'organizzazione

Pubblicato:20-12-2022 16:18
Ultimo aggiornamento:20-12-2022 16:18
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Migranti_Spagna
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ROMA – Negli ultimi cinque anni oltre 11.286 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere la Spagna dal Nordafrica e dall’Africa occidentale via mare e via terra, per una media di sei decessi al giorno. Lo denuncia in un report la ong spagnola Ca-minando Fronteras, attiva da circa 20 anni lungo la frontiera sud-occidentale dell’Unione Europea.

I dati raccolti nel documento, come spiega la stessa organizzazione, sono stati elaborati organizzando le cifre su morti, sparizioni e imbarcazioni messe insieme in sette anni da un osservatorio sui diritti umani lungo la frontiera promosso da C-aminando Fronteras. I dati dell’osservatorio, come riportato dagli attivisti in una nota, provengono da quanto raccolto grazie a una linea telefonica di emergenza per aiutare le imbarcazioni di migranti creata dalla ong nel 2007 e dalle testimonianze dirette delle comunità e dei familiari delle vittime.

LA ‘FRONTIERA DELLA MORTE’

Il dossier è stato intitolato ‘Víctimas de la Necrofrontera 2018-2022’, letteralmente “vittime della necrofrontiera 2018-2022”. Stando ai dati che emergono dal documento, degli oltre 11mila migranti deceduti negli ultimi cinque anni 7.692 sono morte lungo la cosiddetta ‘rotta canaria’ fra la costa dell’Africa occidentale e le isole Canarie, che sono territorio della Spagna; 1.526 vittime sono state registrate lungo la rotta che porta dalla costa algerina al sud della Spagna continentale; 1493 nel tragitto fra la costa marocchina e il sud della Spagna; 528 nello stretto di Gibilterra. A tutte queste persone, che hanno perso la vita per lo più in mare, si sommano 47 persone che sono decedute nel tentativo di entrare via terra nelle enclavi spagnole in territorio marocchino di Ceuta e Melilla. I migranti deceduti in questi cinque anni provenivano da 31 Paesi, soprattutto africani ma anche del Medio Oriente e del subcontinente indiano. Oltre 1200 delle vittime erano donne e 377 erano invece bambini. L’anno in cui si sono registrati il maggiori numero di morti, più di 4.600, è stato il 2021.


RESPONSABILITÀ SPAGNOLE ED EUROPEE

Nel documento Ca-minando Fronteras afferma che tutti i decessi che si sono verificati in questi cinque anni “non sono dovuti alla casualità ma a una politica della morte strutturata e sostenuta nel tempo, che costituisce il pilastro della costruzione dei sistemi migratori del 21esimo secolo“. Il principale responsabile delle vittime di cui si documenta nel report è da considerarsi lo Stato spagnolo, anche in qualità di “gestore di una politica di controllo elaborata a livello europeo” e rafforzata da una serie di accordi bilaterali con Paesi di provenienza dei migranti, “come Marocco, Algeria, Mauritiania e Senegal”, che “non riconoscono il diritto alla vita lungo le frontiere condivise”.

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