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I veterani gurkha del Nepal hanno vinto: parte il negoziato con Londra per le pensioni

Dopo 13 giorni di sciopero della fame, l'unità speciale nepalese dell'esercito del Regno Unito ha raggiunto un accordo con Johnson

Pubblicato:20-08-2021 19:01
Ultimo aggiornamento:20-08-2021 19:01
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veterani gurkha del Nepal
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ROMA – Dopo 13 giorni di sciopero della fame davanti alla residenza del primo ministro britannico Boris Johnson un gruppo di veterani del gurkha, un’unità speciale nepalese dell’esercito del Regno Unito, ha raggiunto un accordo con il governo di Londra per discutere dei diritti pensionistici degli ex soldati. A darne notizia è stata la pagina fondata dagli ex combattenti su Twitter per seguire l’iniziativa, la Gurkha Equal Rights.

A comunicare la decisione ai promotori della campagna è stato l’ambasciatore nepalese in Gran Bretagna, Lokdarshan Regmi, e Leo Docherty, un deputato della città di Aldershot. Quest’ultima località, nell’Hampshire, definita la “casa dell’esercito britannico”, è quella dove risiede la più grande popolazione nepalese nel Regno Unito. “Lo sciopero della fame è finito, ma la prossima battaglia in 30 anni di lotte per eguali diritti è appena iniziata“, si legge sul social. Gli attivisti hanno annunciato che “l’8 settembre comincerà il negoziato per organizzare a dicembre un incontro tra i governi britannico e nepalese e i veterani”.

I gurkha, nativi del Nepal e del nord dell’India, iniziarono a essere arruolati come volontari nell’800 al termine della guerra anglo-nepalese, nel corso della quale diedero prova di particolare coraggio, come riferito da fonti storiche concordanti.


Le proteste degli appartenenti alla brigata nascono dal fatto che tutti i soldati gurkha che si sono ritirati prima del 1997 ricevono una pensione molto inferiore a quella dei loro pari grado britannici in quanto – questa la tesi del governo di sua Maestà -,destinati a tornare nel natio Nepal, dove il costo della vita è molto inferiore. A partire dal 2009 però, a seguito di una lunga campagna, i gurkha hanno ottenuto il diritto di vivere nel Regno Unito.

Nonostante un’attivista abbia avuto anche un attacco cardiaco durante lo sciopero della fame “i veterani non hanno mai perso la speranza“, si legge su Twitter.

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