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Smantellata una ‘raffineria’ a Verona: smerciava una ‘super-eroina’

I finanzieri di Verona hanno fatto finire in carcere i componenti di una cellula criminale composta da cittadini albanesi e tunisini

Pubblicato:20-07-2022 11:13
Ultimo aggiornamento:20-07-2022 11:15

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VERONA – L’operazione è stata chiamata “Bavaria 2021” e ha stanato “una ben organizzata consorteria criminale di matrice extracomunitaria” che a Verona “si occupava del reperimento di droga che, attraverso l’allestimento di una vera e propria ‘raffineria’, provvedeva poi a tagliare e a confezionare in vario modo in relazione alle richieste del mercato”. E lo stupefacente smerciato conteneva 6-MAM (6- monoacetilmorfina), cioè “una sostanza derivata dalla morfina e del tutto simile all’eroina, ma con effetti più rapidi e pesanti poiché ottenuta con l’aggiunta di una quantità eccessiva di acido cloridrico, quindi ancora più pericolosa per la salute”. E’ quello che hanno scoperto, con una indagine non facile, i finanzieri di Verona che ieri hanno fatto finire in carcere i componenti di “una cellula criminale composta da cittadini albanesi e tunisini” appunto dedita al traffico di sostanze stupefacenti: hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettante persone.

Si tratta di quattro cittadini albanesi tra i 31 e i 41 anni e di un 50enne tunisino, che vivevano a Verona e sono ritenuti responsabili di aver spacciato ripetutamente eroina e marijuana a numerosi pusher della zona. Le indagini sui loro traffici non sono state semplici, racconta la Gdf in una nota, “per le estreme cautele” che adottavano nei loro comportamenti e movimenti. Usavano telefoni cosiddetti ‘citofono’ solo per scambiarsi messaggi tra fornitore e cliente e impiegavano, per non dare nell’occhio, utilitarie intestate a prestanomi. Anche il linguaggio era studiato per lo scambio di droga: “Domani non ho impegni verrei con la carne per grigliarla”?; oppure, per discutere della quantità: “Prendo più costate? O le solite?”.

Pur precisando che gli “soggetti arrestati sono da ritenere non ancora colpevoli fino a quando la loro responsabilità non sarà accertata con sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili”, la Gdf spiega che a loro carico ci sono prove messe in fila per lungo tempo. I provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip del Tribunale di Verona su richiesta della Procura, al termine di una serie di indagini svolte tra febbraio e settembre del 2021, nel corso delle quali le Fiamme Gialle scaligere hanno sequestrato, tra l’altro, oltre tre chilogrammi di eroina, un chilogrammo circa di marijuana, oltre 35 chilogrammi di sostanza da taglio, nonché presse, stampi, setacci, frullatori e bilance, tutto materiale utilizzato per l’approntamento e il confezionamento della droga.


I cinque si trovano ora nel carcere di Montorio Veronese: quattro sono stati raggiunti dalle misure cautelari a Verona, Cerea e Sona, mentre il quinto, inizialmente irreperibile, con l’ausilio dalla Polizia di frontiera di Villafranca di Verona, è stato individuato tra i passeggeri di un volo in arrivo all’aeroporto scaligero proveniente dall’Albania. Ad attenderlo allo scalo veronese ha trovato finanzieri e poliziotti che lo hanno arrestato.

Dall’inizio dell’anno 2022 i Finanzieri di Verona hanno arrestato 13 persone e sequestrato oltre 42 chilogrammi di droga. “Questa ulteriore importante operazione testimonia, dunque, come resti sempre alta l’attenzione e continuo l’impegno della Guardia di finanza per contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti e smantellare i contesti criminali che traggono enormi profitti, a tutela della legalità e della sicurezza dei cittadini”, rivendicano le Fiamme gialle.

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