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VIDEO | 12 artiste riscoprono il primo disco femminista italiano

Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print https://youtu.be/O46neT5kgCU ROMA - "La donna-circo scosta il velo, ha già percorso

Pubblicato:20-02-2019 10:42
Ultimo aggiornamento:20-02-2019 10:42
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ROMA – “La donna-circo scosta il velo, ha già percorso centro strade, sopra ogni piazza s’è venduta, con la sua merce colorata…”. Questi sono i versi di apertura del primo disco femminista italiano. Peccato però che il primo disco femminista italiano non sia mai uscito. “Donna circo” infatti è un album inciso 44 anni fa, nel 1974. Ma non è mai arrivato al grande pubblico: per problemi di distribuzione infatti non venne mai trasmesso né commercializzato. Non un disco come tanti altri, ma il primo incentrato sulla questione di genere, che come suggerisce il titolo viene raccontata con il linguaggio del mondo circense: una sorta di concept-album dedicato alla condizione della donna. Insomma, un disco tanto importante quanto sconosciuto. 

Ora l’ambizione è di riportarlo alla luce attraverso una nuova generazione di musiciste. Un obiettivo partito da Bologna, da un gruppo di artiste, che ha deciso di riscoprirlo e reinterpretarlo. Attraverso un crowdfunding per permettere i costi di registrazione, produzione, stampa e promozione, ognuna si occuperà della rivisitazione di un brano del disco. Dodici le musiciste e cantanti coinvolte, che rielaboreranno, ognuna secondo il proprio stile, un brano del disco a testa. Alice Albertazzi (Alice Tambourine Lover), Enza Amato (The Radiant), Angela Baraldi, Francesca Bono (Ofeliadorme), Eva Geatti (Cosmesi), Susanna La Polla De Giovanni (Suz), Nicoletta Magalotti (NicoNote, Violet Eves), Marianna Pellino (Sofaqueen), Francesca Pizzo (Melampus, Cristallo), Marcella Riccardi (BeMyDelay), Marzia Stano (Una), Valeria Sturba (OoopopoiooO, Vale and the Varlet) sono le voci del territorio emiliano-romagnole che parteciperanno a questo progetto, affiancate da una band: Francesca Pizzo al basso, la stessa Valeria Sturba al violino, theremin e synth, Sara Ardizzoni (Dagger Moth) alla chitarra e Vittoria Burattini dei Massimo Volume alla batteria.


Il tutto sotto la produzione di Ezra Capogna (Casino Royale, Dub Pigeons) del No.Mad Studio di Torino, ad ora l’unico uomo coinvolto, che si occuperà di confezionare tutti i nuovi brani rivisitandoli in una chiave più attuale. A proposito di Bologna, non è un caso che l’operazione di ‘riscoperta’ parta proprio da qui. È questa infatti la città dove vive Paola Pallottino, la mente dietro al disco.

LA STORIA DI DONNA CIRCO

“Donna circo” infatti fu scritto da Paola Pallottino e cantato da Gianfranca Montedoro, inciso e stampato nel 1974 dall’etichetta discografica Basf, fu un disco “negato” a causa della mancata distribuzione. L’idea nacque dopo i successi che Pallottino firmò per Dalla, di cui fu autrice negli anni Settanta: sono suoi infatti i versi del capolavoro “4/3/1943” che il cantautore bolognese portò anche al festival di Sanremo. Così, dopo una fase vissuta ‘dietro le quinte’, la paroliera sentì “l’urgenza di analizzare e raccontare problemi e contraddizioni del comune vissuto quotidiano” dal punto di vista della donna. Dodici tracce “scritte di getto”, ognuna delle quali riassume la condizione femminile dell’epoca “attraverso il linguaggio di un mondo che conoscevo benissimo, quello del circo”. Quel disco però non vide mai la luce, e rimase nel cassetto. Fino ad oggi. Ma, come per tante cose in apparenza dimenticate e poi ritornate a galla, più di tutto ha potuto la forza di internet. Non solo ora è possibile ascoltare il disco in streaming, ma è proprio tramite il web e il coinvolgimento degli utenti che si cerca di dargli nuova veste: un crowdfunding imbastito sulla piattaforma produzionidalbasso.com, in cui vengono spiegati i vari passaggi del progetto, i contenuti, la storia, quanto è possibile donare (https://www.produzionidalbasso.com/project/una-squadra-di-artiste-per-riscoprire-donna-circo-basf-1974-il-primo-disco-femminista-italiano/).

L’obiettivo, si legge nella pagina delle donazioni, è quello di riuscire a raccogliere i fondi per le registrazioni, il mix e il mastering del ‘nuovo’ album, che si discosta dall’originale solo per la fusione delle parole del titolo in una sola, “DonnaCirco”, per poi pubblicarne almeno 1000 copie tra cd e vinile e promuoverlo in tutta Italia con concerti ed eventi dedicati. Insomma, ridare linfa a “Donna Circo” con la voce delle generazioni successive a Paola e Gianfranca. Ma non chiamatelo collezione di cover. Sarà un vero e proprio disco a sé stante, il cui artwork sarà curato dall’illustratrice Francesca Ghermandi, con l’obiettivo di rendere accessibili i testi di Paola Pallottino alle nuove generazioni di donne.

Si può donare qualsiasi cifra, dalla donazione libera alle combinazioni con cd e vinili. Al momento il tutto è ancora nella fase preliminare di raccolta fondi. Il passo successivo saranno le prove in sala, con le musiciste che si cimenteranno nel confronto con i brani originali, mentre c’è già un primo evento di autofinanziamento: sarà il 9 marzo, data non casuale, ovvero il giorno successivo alla Festa della donna, a Elastico Fa/art, in via Stalingrado a Bologna. Per quanto riguarda le tempistiche, la speranza è che il disco “sia completato per novembre 2019” auspica Susanna La Polla De Giovanni, in arte Suz. Sempre a Bologna, nello stesso periodo è in programma la data zero di presentazione dell’album, che con ogni probabilità sarà al Tpo, per proseguire poi a Roma, Milano

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