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Cirio: “In Piemonte i primi a raccogliere l’acqua piovana in autostrada”

La sperimentazione consentirà di raccogliere la pioggia per poi riutilizzarla nei periodi di siccità, come l'estate appena trascorsa.

Pubblicato:19-10-2022 19:18
Ultimo aggiornamento:19-10-2022 19:18

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Il primo svincolo autostradale che raccoglie acqua piovana e la tiene da parte per utilizzarla quando serve è in costruzione in Piemonte, e funzionerà con un sistema di pompe alimentate a energia solare, a garanzia della sostenibilità ambientale del progetto. Come rende noto la Regione, oggi il governatore del Piemonte Alberto Cirio ha fatto un sopralluogo presso il casello autostradale interessato dalla sperimentazone, che si trova in provincia di Novara, a poco più di 20 km dal confine con la Lombardia. Qui saranno interrate delle vasche da 6.000 mq per la raccolta dell’acqua piovana, che servirà anche a prevenire i danni provocati dalle piogge violente. “Ci troviamo a Vicolungo, siamo allo svincolo di Biandrate, dove l’autostrada Milano-Torino (A4) incontra la Gravellona-Toce (A26). Qui si realizza, in Piemonte, prima Regione d’Italia, un’opera straordinaria”, dichiara Cirio, “perché all’interno di questo svincolo raccoglieremo acqua piovana. Cosa vuol dire? Che su tutto il sedime dell’autostrada di questo svincolo, l’acqua viene raccolta e convogliata in canaline. Queste canaline vanno a riempire delle cisterne che sono questi tubi che vedete dietro di me, che verranno nascosti tutti sottoterra. Delle pompe trasferiranno attraverso queste canaline l’acqua dalle strade per riempire queste cisterne d’acqua”.

Il sistema di raccolta dell’acqua sarà alimentato a fotovoltaico

“Pompe alimentate- spiega il governatore- attraverso l’energia elettrica creata con pannelli di energia solare”, grazie a “un’operazione straordinaria che ci permette di tenere l’acqua quando c’è, immagazzinarla all’interno di queste strutture, e poi riversarla per gli utilizzi agricoli o sociali”. Insomma, “arriviamo da un’estate che ha messo a dura prova le nostre colture agricole, ma anche la vita di tanti paesi di montagna che non avevano l’acqua per gli usi sociali. Ecco perché questo è innovativo”, aggiunge. Insomma, “Questa è- chiosa Cirio- la mobilità che noi vogliamo: vogliamo le strade perché servono ad aziende e persone, ma vogliamo strade sostenibili”.


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