NEWS:

Bologna scende in piazza per Zaki, la prof: “C’è ancora speranza”

Ieri l'attivista è stato condanna a tre anni dal tribunale egiziano di Mansoura

Pubblicato:19-07-2023 08:39
Ultimo aggiornamento:19-07-2023 14:39

sit-in-bologna-patrick-zaki
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

BOLOGNA – Ancora una volta Bologna ieri è scesa in piazza per il suo cittadino onorario Patrick Zaki: questa volta a poche ore dalla condanna a tre anni inflittagli dal tribunale egiziano di Mansoura. Oltre un centinaio di persone hanno risposto all’appello lanciato da Amnesty international ritrovandosi in serata sotto la fontana del Nettuno.

“Libertà per Patrick Zaki”, si legge sullo striscione esposto dai manifestanti. “Stop alle violazioni dei diritti umani in Egitto” e “Free Patrick” recitano alcuni dei cartelli che colorano la piazza, mentre il disegnatore Gianluca Costantini stringe la ‘sua’ sagoma di Zaki che da anni ormai accompagna la campagna per la libertà del 32enne egiziano. Mentre al megafono si susseguono diversi interventi, dalla piazza sale il coro: “Patrick libero”.

LA PROF DI ZAKI: C’È ANCORA SPERANZA CHE VENGA RILASCIATO

La condanna inflitta a Patrick Zaki dal Tribunale di Mansoura ha rappresentato “un verdetto molto pesante e difficile per noi da ascoltare, credo però che non dobbiamo ancora perdere la speranza che possa essere rilasciato. Per quanto ne so, Patrick è ancora in commissariato e speriamo davvero che gli avvocati e i legali riescano a procedere e fare qualcosa che lo aiuti e lo possa far tornare da noi”. Lo afferma Rita Monticelli, coordinatrice del master Gemma frequentato da Zaki fino alla laurea di pochi giorni fa, partecipando alla manifestazione promossa a Bologna da Amnesty international.


“Abbiamo promesso che non l’avremmo lasciato solo mesi fa, continuiamo a ripeterlo oggi e continuiamo a sperare ancora e ancora più forte perché le nostri voci arrivino là dove si può agire più di noi”, aggiunge la docente dell’Alma Mater.

Monticelli ha avuto modo, intanto, di sentire la famiglia di Zaki: “Il dolore dev’essere trasformato in speranza e impegno, quello che ci chiedono è di essere vicini a Patrick”. Ora, conclude Monticelli, “speriamo davvero ci siano delle negoziazioni diplomatiche in atto e che siano rafforzate: continuiamo a chiedere questo” al Governo. “I contorni della vicenda non sono ancora chiarissimi”, afferma il rettore Giovanni Molari: “La speranza è che ad un fermo non segua poi il carcere”. Al Governo si rivolge anche la vicesindaca Emily Clancy: “Patrick è nostro concittadino onorario, deve diventare anche ufficialmente cittadino italiano e va perseguita ogni ricerca di soluzione diplomatica e di accordo finche non tornerà in questo Paese”.
Accusa l’esecutivo di chiara “colpevolezza” lo scrittore Alessandro Bergonzoni: “Ci siamo dimenticati di questo e ricordati di andare a parlare con la Tunisia per nascondere cosa succede là”. Tante piazze italiane “si continueranno a riempire di persone finchè Zaki non sarà di nuovo libero”, promette una portavoce di Amnesty.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it