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Zaki condannato a tre anni, Meloni: “Il nostro impegno continua, siamo fiduciosi”

"Spero come sempre che il caso sia chiuso e mi sia permesso viaggiare normalmente", scriveva Zaki, stamattina, prima dell'udienza

Pubblicato:18-07-2023 15:06
Ultimo aggiornamento:19-07-2023 10:21
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patrick zaki
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di Maurizio Papa e Alessandra Fabbretti

BOLOGNA – “Il peggiore degli scenari possibili. Patrick Zaki condannato a tre anni”. Lo scrive su Twitter il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury. Oggi a Mansoura era in calendario l’undicesima udienza a carico del ricercatore egiziano, arrestato in Egitto nel 2020 e laureatosi lo scorso 5 luglio (a distanza) alla laurea magistrale Gemma in Women’s e gender studies dell’Università di Bologna.

“SPERO DI POTER VIAGGIARE”, COSÌ ZAKI PRIMA DELLA CONDANNA

“Spero come sempre che il caso sia chiuso e mi sia permesso viaggiare normalmente”, scriveva Zaki, stamattina, prima dell’udienza in Egitto che si è invece conclusa con una condanna a tre anni.
“Sono appena arrivato al tribunale di Mansoura e sto aspettando l’inizio della seduta di prova- è il post pubblicato da Zaki su Facebook- e spero come sempre che il caso sia chiuso e mi sia permesso viaggiare normalmente”.


MELONI: NOSTRO IMPEGNO PER SOLUZIONE PROSEGUE, ABBIAMO FIDUCIA

“Il nostro impegno per una soluzione positiva del caso di Patrick Zaki non è mai cessato, continua, abbiamo ancora fiducia”, dice la premier Giorgia Meloni.

SCHLEIN: TAJANI RIFERISCA ALLE CAMERE SU ZAKI

“Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di reclusione in Egitto, vederlo portare via in tribunale pesa come un macigno, non ci sono parole per questa gravissima ingiustizia. Siamo di fronte a un verdetto scandaloso: ora serve la mobilitazione di tutte e tutti per riaffermare le ragioni del diritto e chiederne la liberazione. Il governo italiano batta ufficialmente un colpo: il ministro Tajani venga a riferire alle Camere”. Lo chiede la segretaria del Pd Elly Schlein.

L’ONG EIPR: IL PRESIDENTE AL-SISI PUÒ GRAZIARE ZAKI

Patrick George Zaki “è stato processato ai sensi della legge sullo Stato di emergenza che non consente ricorsi in appello. La legge prevede la ratifica definitiva” della sentenza “da parte del Presidente egiziano, che ha il potere di approvare, annullare o emendare la sentenza, nonché il potere di emettere una grazia presidenziale”. Così informa in una nota l‘Egyptian Initiative for Personal Rights (Eipr), l’ong con cui Patrick Zaki, il ricercatore dell’università di Bologna, ha collaborato fino al suo arresto per promuovere la difesa dei diritti umani nel suo Paese.

Lo stato d’emergenza, proclamato dal presidente Abdel Fattah Al-Sisi nel 2017 per tre mesi in seguito a un doppio attacco terroristico che colpì due chiese nel Paese, e rinnovato poi per quattro anni, è stato sospeso nell’ottobre del 2021. Grazie a quella legge, secondo le ong come l’Eipr, sarebbe stato più semplice incarcerare attivisti, oppositori politici e dissidenti: in assenza di stime ufficiali, le organizzazioni per i diritti calcolano che dalle 40mila alle 100mila persone sarebbero dietro le sbarre per reati di opinione.

DI COSA E’ ACCUSATO PATRICK ZAKI

Il comunicato è stato divulgato da una delle più longeve ong egiziane subito dopo la sentenza emessa quest’oggi dal tribunale di Mansoura, città natale di Zaki nel nord dell’Egitto, che prevede tre anni di reclusione per lo studioso e attivista “per diffusione di notizie false sulle condizioni interne del paese che avrebbero compromesso la sicurezza e la pace sociale per via di in un articolo di opinione pubblicato nel 2019”, come informa ancora l’Eipr.

Zaki, continua l’organizzazione, è stato preso in custodia dall’aula non appena è stato annunciato il verdetto, e sarà trasferito a Gamasa per scontare la pena”. Per tali motivi l’Eipr “condanna con la massima fermezza il verdetto finale”.

Parole di condanna per la decisione dei giudici del tribunale di emergenza giungono anche dal portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, che parla di “notizia terribile, scandalosa e assurda per un reato che Zaki non ha commesso”. Il portavoce avverte: “Avevamo sempre chiesto di tenere alta l’attenzione su Patrick perché, terminato il periodo di carcere, in molti avevano pensato che tutto si fosse risolto, e invece noi avevamo sempre posto l’attenzione sul Patrick imputato, perché in Egitto imputato è sinonimo di condannato”. Ma secondo Noury la vicenda “non finisce qui: ora vanno esplorate tutte le possibilità per tirare fuori Zaki da questa situazione. Il governo italiano, per cortesia, intervenga”, conclude.

IL RETTORE DELL’ATENEO DI BOLOGNA: LA CONDANNA DI ZAKI UNA NOTIZIA TERRIBILE

“È una terribile notizia che giunge del tutto inattesa, mentre abbiamo ancora negli occhi l’immagine di Patrick neolaureato con lode nel corso che gli ha fatto scegliere Bologna”. Così il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, commenta la condanna a tre anni inflitta oggi in Egitto a Patrick Zaki, a cui solo poche settimane fa l’Alma Mater ha conferito la laurea del master Gemma. “Speriamo non sia confermato che questa sentenza significa altri 14 mesi di carcere: sarebbe un’ingiustizia e un dolore immenso per Patrick, per tutti i suoi cari, per tutti coloro che in questi anni hanno sofferto e resistito con lui. Tutta l’Alma Mater gli è vicina in questi momenti”, dichiara Molari.

“Patrick non merita tutto questo, siamo basiti e addolorati, la sentenza dei giudici egiziani è inaccettabile, una violazione palese di diritti fondamentali, questo è il peggiore degli scenari possibili, pretendiamo piena giustizia per questo ragazzo e la sua immediata liberazione”, afferma la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti. Zaki è stato “intrappolato da anni in un processo farsa” e viene “trattato da un regime antidemocratico- rimarca Petitti in una nota- come un vero proprio delinquente. Una evidente sentenza politica, il limite è stato superato, servono pressioni internazionali decise che obblighino il regime a tornare sui suoi passi”. Ora Serve “l’impegno di tutti, a partire dall’Ue, non possiamo lasciare solo questo ragazzo”, conclude la presidente.

La notizia arrivata dall’Egitto è “una vergogna”, scrive sui social la parlamentare europea Elisabetta Gualmini (Pd): Zaki condannato e “trascinato via dall’aula tra i pianti e le urla della famiglia. Tre anni per cosa? L’Egitto spieghi questa condanna inaccettabile. Forse la laurea all’Università di Bologna dà fastidio ai regimi autoritari”. Per il parlamentare Marco Lombardo (Azione) “il silenzio del Governo italiano su questa vicenda non ha nulla a che fare con il rispetto delle prerogative di un altro Stato sovrano. Si chiama in un solo modo: complicità”.

Adesso è “assolutamente indispensabile che ci sia una grande mobilitazione da parte della comunità internazionale per chiedere l’annullamento del processo, così come già annunciato dai legali di Patrick”, afferma Silvia Piccinini, consigliera regionale del M6s in Emilia-Romagna. “Si tratta di una condanna esclusivamente politica e profondamente ingiusta”, aggiunge Piccinini, sottolineando che ora “è necessario che tutte le istituzioni italiane, paese a cui Zaki è profondamente legato, si facciano sentire per chiedere che venga fatta giustizia”.

Eppure, nota il parlamentare dem Andrea Rossi, mentre vengono “calpestati i più elementari diritti umani e civili” si assiste ad un “silenzio assordante del Governo”. Restano “solo rabbia e sconcerto”. Anche l’assessore comunale di Bologna Massimo Bugani sollecita il Governo a farsi sentire: “Patrick Zaki non può tornare in carcere”.

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