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Jung e la guerra, nel libro rosso gli strumenti per scoprire il nemico dentro di noi

Mercurio: "Parla ai nostri tempi e dice 'fermatevi' davanti alle crisi attuali"

Pubblicato:19-06-2023 15:13
Ultimo aggiornamento:19-06-2023 15:13

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ROMA – Un richiamo all’umanità. Vanno lette in questo senso le riflessioni contenute nella raccolta di saggi sotto il titolo ‘Il libro rosso di Jung per i nostri tempi. Cercare l’anima nella postmodernità’. Un’opera in due volumi (Edizioni Scientifiche Ma.Gi.), curata dagli psicoterapeuti Thomas Arzt, Murray Stein, Maria Paola Lanti, Robert Mercurio e Gianluigi Passaro, che si propone come un incoraggiamento a percorrere nuove strade davanti alle sfide del presente, anche nell’ambito della psicologia psicoanalitica. “Guardando all’attuale situazione geopolitica è evidente che l’approccio junghiano va controcorrente. La corrente ci ha portato alla guerra in Ucraina, al cambiamento climatico, alle disuguaglianze crescenti tra paesi ricchi e poveri, alle stragi di migranti, a nuove malattie, alla desertificazione, alla povertà e alla fame. Davanti a tutto questo la proposta psicoanalitica junghiana grida: ‘Fermatevi, guardate dentro le vostre anime e cercate di interagire con quanto c’è dentro di voi”. Lo psicoanalista Robert Mercurio, tra i curatori del libro, per spiegare le sue parole cita due temi che animano l’attuale dibattito pubblico: “Maternità surrogata e gender fluid. Questi argomenti, che toccano le nostre anime, non possono essere affrontati attraverso delle generalizzazioni. Ogni persona deve cercare di capire la propria natura intima– sottolinea il terapeuta- perché se riconosco che il vero nemico è dentro di me, allora posso anche affrontarlo nella mia interiorità. Ma se non lo riconosco dentro di me, finisco per proiettarlo fuori senza risolvere nulla, anzi faccio un grande danno all’altro. È il caso di dire che il limite soggettivo responsabilizza il soggetto”.

In questi termini il Libro Rosso, noto anche come Liber Novus, risulta un testo ancora molto attuale. Carl Gustav Jung lo scrisse fra il 1913 e 1930, ma restò segreto fino al 2009 (quando fu pubblicato per la prima volta postumo in Inghilterra, e nel 2010 in Italia). In quattrocento pagine di storia autobiografica, lo psichiatra svizzero racconta i suoi dolori, i suoi sogni, i suoi dialoghi interiori e illustra i suoi disegni. Il tutto dà vita alla pratica dell’Immaginazione attiva. Nella sua opera miliare Jung “evidenza la necessità di conoscere e dialogare con la propria interiorità. Prima del Libro Rosso c’erano i Libri Neri, nulla di misterioso sui colori- sorride Mercurio- in questi testi Jung aveva appuntato i suoi stati d’animo e i dialoghi che nascevano tra la sua coscienza e le figure dell’inconscio. Dai Libri Neri Jung ha preso alcuni passaggi riportandoli poi nel Libro Rosso e aggiungendo i suoi disegni”.

Si parla di postmodernità con Jung perché il suo approccio psicoalitico ha fatto proprie le scoperte della Fisica quantistica: “Si capovolge il rapporto tra soggetto e oggetto. Se nella Scienza moderna- spiega Mercurio- il soggetto lavorava sull’oggetto come se il suo stato soggettivo non avesse importanza, la Fisica quantistica capovolge questa convinzione: lo stato soggettivo ha un effetto diretto sull’oggetto. Lo sappiamo dal nostro lavoro con i sogni e con la terapia, lo stato soggettivo del paziente o del terapeuta ha un effetto determinante su quello che succede sul paziente o all’interno della stanza di analisi. Non c’è una distinzione chiara tra soggetto e oggetto, c’è un’interazione”. 


Il ruolo ‘contaminante’ del soggetto e dell’oggetto vengono fuori proprio attraverso la pratica meditativa dell’immaginazione attiva: “Siamo abituati a considerare la coscienza soggettività, mentre vediamo l’inconscio come l’oggetto. L’immaginazione attiva, invece, ci fa capire che la coscienza è il soggetto ma può diventare in altri momenti l’oggetto- continua Mercurio- perché l’inconscio è il soggetto che ci guarda. Ad esempio, noi pensiamo di interpretare i sogni, ma come amava dire il nipote di Jung, Dieter Baumann, ‘Un sogno è l’interpretazione di noi proposta dall’inconscio, che poi noi cerchiamo di decifrare’.

Con la postmodernità, quindi, cambia in modo radicale il punto di vista- chiarisce ancora lo psicoterapeuta- siamo nella sfera delle probabilità e non delle risposte definitive; viviamo una realtà in cui si ribalta in continuazione il ruolo soggetto-oggetto. Conscio e inconscio diventano due partner in un dialogo senza padroni”. Jung mostrava un’apertura mentale incredibile che, forse, nel XXI secolo lo avrebbe visto anche interessarsi all’Intelligenza Artificiale. “Se fosse vivo non avrebbe mai avuto un atteggiamento di chiusura verso l’Intelligenza Artificiale- ribadisce convinto Mercurio- al contrario sottolineerebbe che l’esperienza soggettiva della nostra coscienza e della presa di coscienza sono cose ben diverse dalle informazioni. L’intelligenza artificiale ci può dare informazioni, ma l’esperienza soggettiva che ci permette di fare una scoperta è un qualcosa che l’intelligenza artificiale non ci potrà mai dare”.

In questi volumi si parla davvero di tutti gli aspetti dell’attualità: dalla politica alla crisi climatica, dalla magia alla sacralità, dalle religioni all’astrologia. “Il Libro Rosso è un invito a entrare nella complessità della vita psichica e gli autori dei 35 saggi presenti in questa raccolta hanno deciso di prendere in considerazione le infinite sfaccettature della realtà della psiche non solo in senso teorico, ma sulla base delle esperienze che lo psichiatra svizzero aveva vissuto sulla sua pelle, anche attraverso i sogni. Il sogno è un’esperienza viva, forse fra le esperienze più vive che possiamo vivere. Molto dipende da quello che ne facciamo e dall’atteggiamento che abbiamo nei confronti dei sogni. Jung dedicava tantissimo tempo ai suoi sogni, ai suoi disegni, li scolpiva nella roccia, nel legno, li dipingeva, faceva affreschi, lavorava sulle loro espressioni utilizzando tutte le funzioni della psiche: il pensiero, alla ricerca di un senso logico; l’intuizione, per capire dove il sogno lo voleva portare; la sensazione, per sondarne la concretezza; e il sentimento, per lasciare che il sogno gli toccasse il cuore. Questo sarebbe il modo di vivere pienamente un sogno”. Il Libro Rosso di Jung è “una testimonianza di quanto fosse intensa la sua vita interiore e nello stesso tempo è un richiamo al mondo: c’è bisogno di prestare più attenzione alla nostra interiorità”

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