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I poliambulatori privati contro il Ddl Semplificazioni del Governo: “Le farmacie non possono sostituirsi ai medici”

Durissima nota della U.A.P., l'Unione Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata: "Si favoriscono le lobby?". Critiche anche le professioni sanitarie tecniche

Pubblicato:19-04-2024 19:57
Ultimo aggiornamento:20-04-2024 13:30

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ROMA – La sanità privata contro il Ddl Semplificazioni varato dal Governo. Motivo del dissenso, le nuove prestazioni che il disegno di legge attribuisce alla “farmacia dei servizi”. Si va infatti dalla somministrazione dei vaccini alla scelta del medico e del pediatra di famiglia, dalla consegna dei farmaci per l’assistenza domiciliare alla telemedicina. Un testo ampio quello a firma del ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, rivolto a diversi settori e che, nella parte dedicata alla tutela della salute del cittadino, “vuole ragionare in un’ottica di medicina di prossimità“, come si legge sul sito di Palazzo Chigi.

GLI AMBULATORI PRIVATI: “COME PUÒ UN FARMACISTA SOSTITUIRSI A UN MEDICO?”

Una scelta dell’Esecutivo decisamente lontana, invece, dalle posizioni della U.A.P., l’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata. Che non usa mezzi termini, definendo “incomprensibile il sostegno del Ministero alle farmacie, in totale spregio alle normative a cui sono sottoposti da anni gli ambulatori e poliambulatori privati accreditati e privati autorizzati a tutela della salute del cittadino”, si legge in una nota. “Non si riesce a comprendere la ragione per cui la legge consenta alle farmacie di poter erogare prestazioni sanitarie – prosegue il comunicato -, senza considerare che le stesse sono del tutto prive di ogni requisito essenziale per poter esercitare ed erogare tali servizi”. Un lungo e severo testo di denuncia, nel quale l’associazione di categoria auspica “che non sia una scelta politica per portare avanti solo le grandi lobby”. E si chiede “come può un farmacista sostituirsi ad un medico specialista valutando i requisiti di ammissione per le prestazioni sanitarie specialistiche, sostituendosi ad uno specialista che ha studiato per 10 anni grazie ad un semplice corso di qualche giorno, come prescrive il succitato D.D.L.”. Tutto questo, secondo l’U.A.P., senza tenere in considerazione “ambulatori e poliambulatori privati accreditati, aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali, che erogano ogni genere di prestazione sanitaria sino ad arrivare a diagnosi certa in tempi ristretti, a tutela e salvaguardia della salute dei cittadini e soprattutto di coloro che sono affetti da patologie gravi, per le quali la tempistica e la precisione della diagnostica gioca un ruolo fondamentale, e proprio per tale ragione sono la reale ed effettiva medicina del territorio”.

APPELLO AL GOVERNO: “RIVEDERE TESTO PRIMA CHE APPRODI IN PARLAMENTO”

L’U.A.P. auspica, quindi, che “tale D.D.L. possa essere rivisto e corretto prima che arrivi in Parlamento, affinché si capisca che non è sbagliata l’idea di una Farmacia dei Servizi a supporto della classe medica, ma la stessa non può sostituirsi ad essa, e soprattutto che anche questa deve sottostare alla medesima
regolamentazione delle strutture private accreditate o delle strutture pubbliche. Quindi, anche le Farmacie devono dotarsi di locali destinati ad ambulatori, che rispettano requisiti strutturali e tecnologici, che rispettino la normativa della privacy, della concorrenza, che siano dotate di Certificazioni di Qualità ISO 9001, di personale sanitario adeguatamente formato e specializzato, tra cui soprattutto un Direttore Sanitario, oltre al personale addestrato al primo soccorso e alla sicurezza sui luoghi di lavoro”.


AI MINISTRI SCHILLACI E ZANGRILLO: “ALLE FARMACIE DI SERVIZIO SIANO APPLICATE STESSE NORME DEGLI AMBULATORI E POLIAMBULATORI”

La U.A.P. si rivolge quindi direttamente al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Ministro Paolo Zangrillo “per fare chiarezza nel D.D.L., affinché siano applicate alle Farmacie di servizio le medesime norme e procedure autorizzative già adottate per gli ambulatori e poliambulatori privati accreditati e privati autorizzati, nonché per le aziende sanitarie ospedaliere e territoriali, per le quali è necessario sempre avviare nuovi lunghi iter burocratici ogni qualvolta si voglia richiedere un mero ampliamento di branca. In particolare, si chiede di aggiungere all’art. 23 del D.D.L. alla lettera e) che ogni pratica medica o laboratoristica svolta in farmacia venga eseguita da personale specialistico adeguatamente formato con laurea in medicina e chirurgia o biologia e che debba seguire i dettami della L. n. 502/1992, ovvero locali adibiti ad uso esclusivo, criteri strutturali e personale dedicato, oltre al fabbisogno territoriale”.

PROFESSIONI SANITARIE TECNICHE: “LA NORMA PRESENTA CRITICITÀ”

Più moderata ma ugualmente critica la posizione della FNO TSRM e PSTRP – la Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione – che in una nota evidenzia come “siano del tutto condivisibili le finalità che il legislatore intende perseguire, soprattutto nei piccoli centri abitati. Di contro vanno evidenziate alcune possibili criticità nell’implementazione delle analisi in farmacia, rispetto ai laboratori clinici.”

“IN PARLAMENTO SIA FATTA UN’ATTENTA RIFLESSIONE”

Nella nota della FNO TSRM e PSTRP, un lungo elenco di aspetti su cui chiede di porre attenzione: “In particolare nella fase pre-analitica dell’effettuazione del prelievo, che risulta essere fondamentale per garantire l’affidabilità e la sicurezza dei risultati, è necessario il rispetto degli standard universalmente riconosciuti, come del resto nella successiva fase analitica solo la conoscenza dei processi e la corretta gestione dei controlli di qualità da parte dei professionisti di laboratorio può garantire affidabilità e precisione dei dati acquisiti. Da non sottovalutare neppure la fase di refertazione dei risultati dove è necessario garantire al cittadino una chiara e corretta comunicazione soprattutto nei casi in cui siano emersi valori critici. L’articolo del DDL Semplificazioni circolato a mezzo stampa, sembra invece voler trasformare le farmacie in spazi multifunzionali del tipo “diagnostica di base in una casa di comunità” e autorizza la farmacia, a differenza di un laboratorio analisi – prosegue ancora la nota della FNO TSRM e PSTRP – . La consegna degli esami attraverso uno scontrino senza firma del clinico, saltando la fase di validazione tecnica che è la sintesi di competenze analitiche, conoscenze biochimiche, biologiche e di capacità comunicative (ISO 15189:2023) proprie del professionista Tecnico sanitario di laboratorio medico (TSLB) al quale spetta anche la verifica dell’attendibilità dei risultati oltre all’assunzione di responsabilità nei confronti della persona che riceve i risultati e o referto.  Allo stato attuale i test eseguiti nelle farmacie sono paragonabili agli esami eseguiti in autotest. Per ogni esame sarà invece necessario utilizzare specifica strumentazione nel rispetto degli standard e delle metodiche in grado di garantire la qualità del parametro analizzato. L’uso dei sistemi Point of care testing (PoCt) risulta infatti adeguato nella fase di autocontrollo e monitoraggio della malattia, mentre è inadeguato nella fase di diagnosi. Per questo motivo è necessaria la corretta gestione di questi dispositivi anche per evitare le potenziali conseguenze derivanti dall’uso di risultati non attendibili degli esami. È necessario approfondire infine la portata della previsione, certamente innovativa, che consente l’erogazione di questa tipologia di analisi su prescrizione medica e rimborsate alla farmacia dal SSN anziché decisa e pagata “out of pocket” dal cittadino. Non va trascurato il tema dell’accreditamento della farmacia dei servizi in qualità di struttura convenzionata con il SSN, al pari di un laboratorio privato convenzionato, implicando specifici requisiti nei confronti dell’accreditamento istituzionale, ossia dal punto di vista dei locali e delle attrezzature, sia dal punto di vista delle competenze certificate che devono essere possedute dal personale che esegue i test analitici. L’auspicio è che nel corso dell’iter parlamentare del DDL le succitate criticità possano essere spunto per un’attenta riflessione e contribuiscano a migliorare i contenuti della norma nell’esclusivo interesse della popolazione e a tutela della loro salute”, conclude la nota della FNO TSRM e PSTRP.

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