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Pioltello, Lafram (Ucoii): “Chiudere la scuola per il ramadan è un atto di civiltà”

Il presidente dell'Unione delle comunità islamiche in Italia commenta la decisione del preside Alessandro Fanfoni di chiudere l'istituto il 10 aprile per permettere agli studenti di fede musulmana di celebrare la festa di fine Ramadan

Pubblicato:19-03-2024 12:20
Ultimo aggiornamento:20-03-2024 12:29

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ROMA – “Il preside della scuola di Pioltello ha compiuto un atto di civiltà”. Comincia da qui Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche in Italia (Ucoii), commentando per l’agenzia Dire la decisione del preside Alessandro Fanfoni di chiudere l’istituto il 10 aprile per permettere agli studenti di fede musulmana di celebrare la festa di fine Ramadan. Una scelta, quella dell’istituto ‘Iqbal Masih’ – che prende il nome dal tredicenne pachistano ucciso per il suo attivismo contro il lavoro minorile – criticata dal ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e dal leader della Lega Matteo Salvini.

“Viviamo in una società sempre più plurale e chi non riconosce questo nega la realtà” sottolinea Lafram. “Il premier inglese Sunak, un conservatore, ha visitato la moschea di Londra per l’inizio del Ramadan annunciando un pacchetto da 117 milioni per proteggere le comunità islamiche dall’islamofobia sempre più diffusa, mentre qui in Italia alcuni rappresentanti delle istituzioni addirittura alimentano tale fenomeno”.

L’islamofobia, chiediamo, si sarebbe rafforzata in Italia a seguito degli assalti armati del gruppo palestinese Hamas nel sud di Israele, che ha poi sferrato un’offensiva militare contro la Striscia di Gaza? “Dopo il 7 ottobre”, risponde il presidente di Ucoii, “gli episodi di odio anti-musulmano sono triplicati considerando il numero di segnalazioni ricevute dalle diverse comunità islamiche italiane”. Per il presidente di Ucoii, quindi, “è necessario ed è urgente che i partiti isolino gli islamofobi e gli xenofobi al loro interno”. Ancora Lafram: “Non è accettabile, in uno stato di diritto, la stigmatizzazione di intere comunità islamiche, in particolare durante le campagne elettorali; questo è il primo passo da fare se si vuole contrastare il fenomeno dell’islamofobia”.


Secondo Lafram, “anche le istituzioni italiane, purtroppo, devono ancora prendere consapevolezza del fenomeno”. Il presidente di Ucoii sottolinea: “Lo scorso 15 marzo, Giornata internazionale per la lotta all’islamofobia, istituita dall’Onu per promuovere la tolleranza, la pace e il rispetto dei diritti umani e della diversità religiosa, l’Italia si è astenuta in merito a una risoluzione che prevedeva la nomina di un inviato speciale delle Nazioni Unite incaricato di combattere gli atti di intolleranza verso le persone di fede islamica”.

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