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Quanto durerà l’epidemia di Coronavirus? “Al Nord ancora 4 settimane”

Ronchetti (Università Sapienza): "La curva italiana riprodurrà quella di Cina e Corea"

Pubblicato:19-03-2020 18:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:11

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ROMA – Tutti gli italiani, ma non solo, si stanno ponendo sicuramente la stessa domanda: ‘Quanto durerà ancora l’epidemia da Coronavirus?’. “Il nuovo Covid-19 causa delle epidemie che sulle popolazioni grandi durano mediamente da 5 a 10 settimane. La nostra epidemia è iniziata a fine febbraio e adesso siamo tra la terza e la quarta settimana. L’acme ci sarà entro una settimana, poi la curva epidemica scenderà. Le misure di contenimento, quindi, dovranno essere rispettate obbligatoriamente almeno per altre due-tre settimane dopo l’acme. Il Nord Italia ha ancora 4 settimane di ‘chiusura’ davanti a sé. Nel resto del Paese, invece, non si sa se ci sarà l’epidemia, dobbiamo vedere come evolve la situazione. Ci sono per il momento dei focolai al Sud da attenzionare“. Parla chiaro Roberto Ronchetti, professore emerito di Pediatria del Policlinico Umberto I – Università la Sapienza di Roma.

Al Policlinico Umberto I di Roma ha creato un Centro di ricerca di rinomanza internazionale per lo studio, diagnosi e cura delle malattie respiratorie del Bambino. “Le misure di contenimento servono a ridurre il numero dei casi e dei morti- spiega il professore- ma la durata della malattia dipende dalla forza del virus, che in questo caso sembra durare 5 settimane e nelle zone più grandi può arrivare fino a 10 settimane. La temperatura climatica globale del Nord Italia è perfettamente identica a quella di Wuhan- precisa Ronchetti- quindi occorre quella temperatura per il Covid-19, ma possiamo sperare che il resto d’Italia si salvi per motivi climatici”.

L’epidemiologia delle infezioni da virus respiratori descrive curve epidemiche che iniziano più o meno presto nei mesi invernali per esaurirsi nel corso di due o tre mesi. “E’ ben noto l’andamento delle epidemie causate dai virus influenzali e parainfluenzali, dei virus respiratorio-sinciziali e di molti altri virus respiratori. Questi virus regolarmente nei mesi di gennaio-aprile provocano eventi epidemici di gravità mediamente lieve ma a volte grave. Ad esempio- ricorda il professore- la bronchiolite causata dal virus respiratorio-sinciziale umano fu oggetto di studi epidemiologici approfonditi nei primi Anni 80, quando il virus, in qualche modo geneticamente mutato, divenne in grado di causare malattie più numerose, gravi e mortali (il male oscuro di Napoli): anche in quegli anni tuttavia le curve epidemiche della bronchiolite furono gravi sì, ma limitate nella durata dei soliti 2-3 mesi”.


La comparsa del coronavirus (Covid-19)

“Il Covid-19 è apparso come agente infettante respiratorio sulla scena mondiale apparentemente agli inizi di gennaio 2020 nella regione della città dei Wuhan (Cina): l’epidemia caratterizzata da alta diffusibilità di virus e notevole mortalità (4% circa dei contagiati) ha messo in moto provvedimenti da parte delle autorità amministrative che sono apparse inusitate ed imponenti, misure che hanno certo contribuito a limitare il numero delle persone colpite. L’epidemia cinese a Wuhan può dirsi oggi conclusa con 80.000 casi di contagio e circa il 4% di morti tra i colpiti. La curva epidemica che inizia intorno alla metà di gennaio, raggiunge il suo acme dopo quattro settimane e si esaurisce nelle successive sei settimane. Un’epidemia analoga, verificata nella Corea del Sud, circa un mese dopo quella cinese, è complessivamente durata circa cinque settimane. L’epidemia italiana è iniziata ancora più tardi, nell’ultima settimana di febbraio, ed è tutt’ora in pieno svolgimento. Interessante notare- sottolinea Ronchetti- che l’epidemia che si sta svolgendo in Spagna è iniziata ancora più recentemente all’inizio di Marzo”.

Questi dati dimostrano che una curva media di una certa regione geografica è influenzata “dall’andamento più o meno tumultuoso dell’epidemia nelle differenti zone geografiche che si prendono in considerazione. Tutti questi dati, in sintesi, dimostrano che l’epidemia causata dal Covid-19 si sta spostando nelle diverse zone del mondo in modo progressivo. La durata delle epidemie in ciascuna località sembra essere compresa tra 5 e 10 settimane. Probabilmente tale durata è minima se si prende in considerazione una singola località e più lunga se si prende in considerazione l’andamento di regioni ampie o di nazioni. Tutto ciò è verisimilmente sotto l’influenza di un infinito numero di fattori di suscettibilità delle popolazioni, di condizioni ambientali, un coacervo di fattori rilevanti che è impossibile in questa fase analizzare. Rimane il fatto che in alcune località, ad esempio Cina e Corea del sud, le epidemie si sono esaurite. Ci si può domandare quale influenza abbiano avuto nel determinare la cessazione delle epidemie le imponenti misure sociali, mediche, amministrative, ecc., che sono state attuate con intensità probabilmente diversa in queste due nazioni. Di certo tali misure, quando attuate in modo stringente, sono state in grado di ridurre il numero dei contagi e quindi dei casi complessivi, ma l’andamento delle epidemie con la classica curva a campana descritta dai casi che si sono verificati, non è stata probabilmente determinata dalle misure volte a ridurre i contagi, bensì dalla capacità infettante del virus che come abbiamo detto è tipicamente caratterizzata da un’esplosione iniziale che tende ad attenuarsi e sparire dopo aver raggiunto un punto massimale”. Ronchetti ritiene “a questo punto che si possa ipotizzare che la curva italiana riprodurrà il larga misura la curva tipica del Covid-19 osservata in Cina e in Corea del Sud e cioè una curva con una durata complessiva di 5-10 settimane. Dall’inizio dell’epidemia sono passate 5 settimane ed è pertanto ipotizzabile, se le considerazioni fatte sono attendibili, che dovremo prestissimo vedere l’inizio della defervescenza epidemica“, conclude.

Il professore ha scritto un articolo sull’argomento, pubblicato sul suo sito https://www.robertoronchetti.info/.

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