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A Bologna torna ‘Gender bender’, Fdi: “La Regione finanzia party erotici coi soldi pubblici”

A Bologna 12 giorni dedicati alle tematiche legate al mondo lgbti: è Gender bender, che quest'anno giunge alla 17esima edizione e si intitola 'radical choc'. L'accusa di Fdi

Pubblicato:17-10-2019 17:04
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:50
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BOLOGNA – Basteranno 12 giorni, 120 appuntamenti e 20 location diverse per dare uno ‘choc’ sulle tematiche legate al mondo lgbti e per lasciare il segno nella lotta alla tutela dell’ambiente? Sono le sfida della 17esima edizione di ‘Gender bender’ che, dal 23 ottobre al 3 novembre, torna a Bologna con un programma che spazia dalla danza al cinema fino ad incontri, workshop e feste. ‘Radical Choc‘ è il titolo della 17esima edizione che, attraverso gli appuntamenti in programma, porterà i visitatori in aree geografiche ‘calde’ come il Medio Oriente, l’America Latina e l’Africa, ma li metterà anche davanti a temi di stretta attualità, a partire dai nuovi femminismi. Forse, come anche sottolineato da Mauro Meneghelli, codirettore artistico del festival insieme a Daniele Del Pozzo, “uno dei momenti più ‘choc’ sarà la performance delle ‘Drag Syndrome’ (il 29 ottobre alle 19 al Cassero) ossia il primo collettivo al mondo di drag king e drag queen formato da persone con la sindrome di down“.

Sarà un’occasione “per sfatare molti dei luoghi comuni con cui vengono giudicate le loro esibizioni, offrendo uno spazio di visibilità orgogliosa alle persone con la sindrome di down”, precisano gli organizzatori. Gender Bender quest’anno è ‘Radical Choc’ anche perché si assume “la propria responsabilità ecologica”. Il festival, “che produce indubbiamente una decisa impronta ambientale” destinerà parte dell’incasso a ‘Foreste in Piedi’ di LifeGate, un progetto di tutela di 20.000 metri quadri di foresta amazzonica in Brasile: per ogni biglietto acquistato ne saranno tutelati 10 metri quadri.

“Quest’anno Gender bender conta più di 80 sponsor (la scorsa edizione erano 60) e questo è un esempio di come Bologna sa fare cultura”, dice Giuseppe Seminario, presidente del Cassero, rifacendosi alle parole dell’assessore comunale alla Cultura, Matteo Lepore. Proprio il Cassero sarà la sede principale del festival, dove è attesa l’inaugurazione mercoledì alle 19. Da quel momento sarà un susseguirsi di eventi, suddivisi per genere. La sezione danza vanta 11 spettacoli, di cui quattro in prima nazionale, con 10 compagnie provenienti da Israele, Iran, Francia, Argentina, Belgio, Spagna, Slovenia, Inghilterra e Italia. Con ‘Common emotions’ (al Mercato sonato) e ‘Sterotypes gamese’ (al teatro Laura Betti) l’obiettivo è quello di costruire comunità, rivolgendosi anche agli adolescenti riflettendo sugli immaginari e gli stereotipi di genere.


Nella sezione cinema invece sono presentate “storie e personaggi radicali“, protagonisti di più di 23 titoli da Iran, Francia, Usa, Argentina, Filippine, Spagna, Svezia, Venezuela, Danimarca, Germania, Uk, Svizzera, Brasile, Sudafrica, Messico, Cile, selezionati dai principali festival internazionali, molti in prima nazionale. Ci sarà il fotografo Joel-Peter Witkin, che ha creato un mondo immaginifico focalizzandosi su corpi non convenzionali, raccontata in parallelo alla vita artistica del fratello pittore. Ma anche ‘El Principe’ di Sebastián Muñoz, che racconta la storia di amore e violenza, tradimento e lealtà tra due uomini all’interno di un carcere nel Cile del 1970. Sul tema dell’autodeterminazione femminile, il documentario ‘Female pleasure’ (sabato 26 al Lumiere) di Barbara Miller, che dà voce a cinque donne di Paesi diversi che raccontano come siano riuscite ad affermare la loro sessualità lottando contro le culture patriarcali da cui provengono.

‘Gender bender’ è anche presentazioni di libri, incontri con autori ed esperti e workshop, come quello con gli adolescenti dello studio Itc di domenica 3 novembre, insieme al coreografo Jan Martens. ‘Gender bender’ significa anche feste e diverimento: oltre agli appuntamenti consueti con i sabati, mercoledì e venerdì del Cassero, è atteso il party ufficiale ‘Radical choc’ il 31 ottobre, in occasione di Halloween.

“E’ bene creare uno choc radicale- dice l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti- non è soltanto un festival culturale ma è anche un’occasione per riflettere sulla diversità come ricchezza. Come dico sempre noi dobbiamo riappropriarci del valore delle parole e in questo percorso dobbiamo riappropriarci del senso di identità”. Oggi, rimarca l’assessore, viviamo in un’epoca in cui ‘identità’ “è sinonimo di chiusura, di muri che si alzano nei confronti degli altri fuori dal nostro perimetro senza comprendere che l’identità si costruisce soltanto con la relazione dell’altro diverso da noi. E quindi ‘differenza’ non è elemento di conflitto e di rottura ma di arricchimento“.

Interviene alla conferenza stampa di presentazione del festival anche l’assessora comunale alle Pari opportunità, Susanna Zaccaria: “nei due anni passati a cercare di far approvare la legge contro la discriminazioni verso gli omosessuali l’opposizione mi sventolava sempre delle locandine, ed erano quelle del Gender Bender- racconta- e per me questa è un medaglia, perchè la nostra città è un simbolo e quando un tema ‘sciocca’ al punto da diventare parte di una legge è una notizia eccellente”.

“FDI PUNTA IL DITO: REGIONE FINANZIA PARTY EROTICI”

L’Emilia-Romagna finanzia “party erotici con soldi pubblici”. E’ Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, a riaccendere la polemica su ‘Gender bender’, il festival lgbt promosso dal circolo Arcigay ‘Il Cassero’ di Bologna, in programma dal 23 ottobre al 3 novembre. “La manifestazione ospiterà porno attori, performances omosessuali, spettacoli transessuali e propaganda lgbt”, critica Tagliaferri, che la Regione Emilia-Romagna “finanzierà elargendo un contributo di 100.000 euro”.

L’esponente Fdi si chiede “se questo voglia essere il primo esempio dell’applicazione della legge contro l’omotransnegatività tanto voluta dalla maggioranza di sinistra per combattere le discriminazioni”. Il festival, dunque, essendo “finanziato con denaro pubblico- afferma Tagliaferri- dovrebbe essere accessibile a tutti“. Per questo il consigliere regionale domanda “se la Giunta sia al corrente che al suo interno sono previste anche iniziative a partecipazione riservata come: ‘Workshop con adolescenti’ a cura del coreografo Jan Martens; o ‘Pussy Galore-Gender bender closing party’ con live performance, accessibile solo a tesserati Arcigay/lesbiche”.

Per Tagliaferri, dunque, “date le caratteristiche del festival, che pongono un marcato accento su manifestazioni di sesso omosessuale e lesbico, con performances dal vivo di inequivocabile significato quale ad esempio ‘Pussy Galore‘, si chiede se la Regione intenda in futuro finanziare eventualmente anche altre tipologie di eros-party con i soldi dei contribuenti”.

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