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Violenza sulle donne, la sorella di Eligia Ardita: “Giustizia è fatta, ma mai premi per gli assassini”

A parlare con l'agenzia Dire e' Luisa Ardita, sorella di Eligia, che ricorda i comportamenti anomali di Christian Leonardi, l'assassino e il marito di sua sorella, uccisa all'ottavo mese di gravidanza

Pubblicato:17-07-2020 15:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:39
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ROMA – “Era il giorno della tumulazione, l’ultimo in cui poteva vedere il volto di sua moglie e di sua figlia mai nata, ed era invece tutto preso dalle pratiche burocratiche, o ad andare in banca a dimezzare il mutuo con i 25mila euro che gli aveva ‘regalato’ suo fratello. Mia sorella Eligia era morta tra atroci sofferenze, e con lei sua figlia Giulia, che pesava gia’ quasi 3 kg nel suo pancione. Era perfetta e non ha mai visto la luce”. A parlare con l’agenzia Dire e’ Luisa Ardita, sorella di Eligia, che cosi’ ricorda quei comportamenti anomali di Christian Leonardi, l’assassino e il marito di sua sorella, che la Corte d’Assise d’appello di Catania ha condannato all’ergastolo il 13 luglio scorso, confermando la sentenza di primo grado, ‘il fine pena mai’, per aver ucciso la notte del 19 gennaio 2015 sua moglie di 35 anni dopo averla “soffocata, tappandole la bocca perche’ non urlasse e percuotendola“, uccidendo cosi’ anche sua figlia “pronta a nascere da un giorno all’altro”.

Come anomali erano “quei perizomi e completini intimi- ha raccontato ancora Luisa- che un mese dopo la morte di mia sorella vedevamo in casa. Una donna venne ricevuta da lui e dormi’ – come la stessa ha riportato in aula – nello stesso letto di mia sorella Eligia con lui. La Corte d’Appello di Catania come la Corte d’ Assise di Siracusa- ha detto Luisa- ha dato giustizia sia a Eligia che alla piccola Giulia. E’ chiaro che non c’e’ soddisfazione. Abbiamo vissuto cinque anni di calvario giudiziario e portiamo la croce e la disperazione della violenza subita da mia sorella e mia nipote. Sono i miei genitori condannati all’ergastolo del dolore e so che la loro liberazione sara’ chiudere gli occhi, solo allora non soffriranno piu'”.

Ma soprattutto Luisa non nasconde la paura, quella di poterselo ritrovare un giorno in giro, in permesso premio: “Abbiamo paura, tremo alla sola idea di qualche permesso premio. Esiste la legge, non dobbiamo difenderci da soli. Non puo’ esserci nessun permesso premio. Mia sorella Eligia e sua figlia Giulia sono in un loculo ghiacciato e non avranno mai il permesso di uscire. Ricordiamoci- ha detto con amarezza- che paghiamo i vitalizi di questi assassini in carcere. Basta, basta con i premi agli assassini”.


Eligia si era sposata nel 2012 e come poi “i tabulati telefonici hanno mostrato- ha raccontato sua sorella alla Dire- era spesso sola. Lui la notte andava via e non tornava. Una vita parallela, lui che era diventato signore con la famiglia Ardita. Fino all’ultimo- ha detto Luisa- abbiamo sperato non fosse lui che era come un figlio per i miei. Ma le perizie, l’autopsia, questi sono fatti e i fatti parlano”.

L’assassino, il Leonardi, che dopo una confessione iniziale ha ritrattato tutto e continua a dirsi innocente, non ha mai rivolto parole alla famiglia Ardita: “Lui persevera. Non sappiamo dire nulla circa la veridicita’ della lettera che avrebbe inviato ad alcune testate locali. A noi non ha mai rivolto parola. L’ha uccisa migliaia di volte: soffocandola, tappandole la bocca, ripulendola con delle salviettine che io vidi sotto al letto e che poi sparirono. L’ha uccisa quando voleva cremarla e fu mio padre a insistere per l’autopsia e per la denuncia, per capire come fossero morte Eligia e la piccola Giulia. E continua ad ucciderle ancora”.

Oggi Luisa e’ mamma di una bimba di 15 mesi, che porta il nome di Eligia: “Qui a Siracusa mia sorella e’ storia- ha detto- e ho creato una Fondazione in sua memoria, proprio nella sua casa, che combatte ogni forma di violenza ed e’ per il diritto alla vita”.

E’ qui che Luisa non puo’ evitare di esprimere rammarico per quel vulnus di legge che ha impedito di considerare il caso come un duplice omicidio: “Per la legge italiana non si puo’ abortire all’ottavo mese, ma la morte di Giulia e’ stata considerata come un procurato aborto. Intanto presto da quella lapide toglieremo il cognome Leonardi. Lui e’ decaduto dalla sua responsabilita’ genitoriale e lei sara’ per sempre Giulia Ardita“.

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