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LECCE – Si chiude oggi il MICS 2022, il congresso biennale ideato e organizzato dalla Mitral Academy che riunisce i massimi esperti internazionali nel trattamento delle valvulopatie mitraliche per condividere, in una due giorni di sessioni, dibattiti e confronto, le più recenti innovazioni in merito alla diagnosi e alla cura di questa patologia. L’evento ha ospitato 300 partecipanti in presenza nel castello Carlo V di Lecce.
Il programma, suddiviso in cinque sessioni per un totale di 27 speech, ha affrontato tutti gli aspetti delle patologie mitraliche: Imaging, ovvero la diagnostica per immagini e le tecnologie di guida per gli interventi; Special Issues, durante le quali si è cercato di dare risposta ai quesiti del futuro della cardiochirurgia con uno sguardo ai numeri del presente delle patologie delle valvole; chirurgia mininvasiva; chirurgia transcatetere; e procedure combinate per la chirurgia della valvola mitrale, per un’analisi multidisciplinare dello stato dell’arte della patologia mitralica.
“La valvulopatia mitralica è una patologia che interessa un’ampia fetta della popolazione over 65: ogni anno si registrano 250mila nuovi casi in Europa, ma la diagnosi è troppo spesso tardiva. Fortunatamente oggi possiamo contare su tecnologie all’avanguardia che consentono diagnosi precoci e precise e su tecniche chirurgiche mininvasive che puntano alla riparazione più che alla sostituzione – spiega Giuseppe Speziale, presidente del MICS e della Mitral Academy -. I progressi della cardiochirurgia in questo ambito hanno offerto una chance a pazienti sino a qualche tempo fa considerati inoperabili, offrendo loro anche una qualità di vita decisamente migliore, ma richiedono un costante e accurato aggiornamento, una formazione specifica da parte del cardiochirurgo e del cardiologo interventista, ed un’ampia e consolidata esperienza. Per questo è necessario un continuo monitoraggio delle pratiche chirurgiche e delle novità del settore. Il MICS è l’unico congresso in Europa completamente dedicato alla diagnosi e alla cura della patologia mitralica e un appuntamento prezioso per gli specialisti del settore che in questo modo hanno la possibilità di condividere la cultura mitralica a più livelli possibili”.
Secondo i dati presentati al MICS, dal 2015 al 2019 il numero di interventi di valvuloplastica o sostituzione della valvola in Italia sono passati da poco meno di 30mila l’anno a oltre 35mila. Nel 2020, anno segnato dall’esplosione della pandemia, si è registrata una riduzione degli interventi del 17,9%. La mortalità a 30 giorni per valvuloplastica o sostituzione valvolare, invece, è rimasta pressoché invariata nel 2020 al 2,4% rispetto al 2019 dove era al 2,3%.
Un’incidenza così bassa della mortalità è dovuta a interventi di riparazione o sostituzione valvolare sempre meno invasivi che si avvalgono di tecniche estremamente sofisticate per offrire la miglior opzione terapeutica al paziente, tecnologie all’avanguardia sia in ambito diagnostico che in sala operatoria.
“Oggi la cardiochirurgia in Italia sta andando molto bene – sottolinea Ettore Sansavini, presidente Gvm Care & Research -, è un Paese dove la cardiochirurgia, tutto il settore cuore, funziona meglio. Noi siamo a confronto con grandi nazioni, dalla Francia, alla Germania, all’Inghilterra, la Svizzera, gli Stati Uniti. Oggi siamo competitivi e non abbiamo certamente nulla da rimproverarci. Questo congresso deve mettere insieme gli operatori, e fare rete è fondamentale. Bisogna evidenziare l’eccellenza che il nostro Paese ha. Non si può parlare sempre di malasanità, bisogna parlare anche di quello che funziona e in Italia la sanità funziona, specialmente in questo campo”.
Negli ultimi anni sono state immesse sul mercato nuove tecnologie che consentono di impiantare protesi biologiche mitraliche o riparare valvole mitrali con approcci mininvasivi, percutanei o all’occorrenza combinati. Si tratta perlopiù di tecniche nuove o nuovissime e per alcune di queste all’interno del MICS vengono presentati i primi dati clinici sulle persone.
“In Italia le tecnologie per il trattamento della valvola mitralica sono assolutamente all’avanguardia. Ci troviamo in un Paese per nostra fortuna pioniere in queste strategie – osserva Giuseppe Santarpino, della segreteria scientifica MICS, co-responsabile dell’Uo di Cardiochirurgia di Città di Lecce Hospital -. Tecniche della cardiochirurgia mininvasiva che vanno dalla Direct Flow alla robotica sono presenti sul territorio nazionale, garantendo sicuramente i trattamenti più moderni ai nostri pazienti, ovviamente in centri altamente specializzati che sono presenti in Italia”.
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