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Uras e Capelli: “Sardegna colpita in diritti fondamentali”

"Si è deciso, in modo assolutamente trasversale di presentare una mozione quadro con l'obiettivo di portare il Parlamento a discutere con il Governo le necessarie misure di contrasto alla feroce crisi economica e sociale dell'isola"

Pubblicato:17-02-2015 15:01
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:07

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CAGLIARI – “La ‘questione sarda’ appare, in questi mesi, confinata sullo sfondo delle questioni importanti, eppure i dati sullo stato dell’apparato produttivo, sull’occupazione e il diffondersi delle vecchie e nuove povertà sono impressionanti. Per questo, si è deciso, in modo assolutamente trasversale di presentare una mozione quadro con l’obiettivo di portare il Parlamento a discutere con il Governo le necessarie misure di contrasto alla feroce crisi economica e sociale dell’isola. Uguale iniziativa è stata adottata in Consiglio regionale”. Lo hanno dichiarato i parlamentari sardi, il senatore Luciano Uras (Sel) e il deputato Roberto Capelli (Cd), primi firmatari della mozione quadro, presentata sia alla Camera che al Senato, sulla gravissima situazione in cui versa la Sardegna e sottoscritta anche dai deputati Capelli, Dellai, Tabacci, Labriola, Piras, Vargiu, Di Gioia, Lo Monte, Fauttilli e dai senatori Uras, Angioni, Floris, Cotti, Serra, Barozzino, Bencini, Bignami, Bocchino, Campanella, Casaletto, Cervellini, Compagnone, De Cristofaro, De Petris, De Pietro, De Pin, Dirindin, Gambaro, Mussini, Petraglia, Ricchiuti, Romani Maurizio, Scilipoti Isgro’, Sposetti e Stefàno.

“A causa dei parametri imposti dalla finanza pubblica– hanno proseguito Uras e Capelli- sono anni che la Sardegna è colpita nei diritti fondamentali, del lavoro, della mobilità di persone e merci, e dell’istruzione. I collegamenti in continuità territoriale sono sistematicamente messi in forse, mentre la dispersione scolastica ha raggiunto i più alti indici in Europa (27%). La Sardegna versa un grande tributo verso lo Stato e l’intera comunità nazionale, ad iniziare dall’ampio territorio sottoposto a servitù militare, merita perciò- hanno concluso- una rinnovata attenzione da parte del Paese e delle Istituzioni parlamentari e di governo”.


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