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La ministra Bernini: “Le occupazioni impediscono il confronto”

La ministra dell'Università e della Ricerca: " Gli atenei sono luoghi dell'inclusività, non del boicottaggio"

Pubblicato:16-11-2023 15:37
Ultimo aggiornamento:16-11-2023 15:37
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ANNA MARIA BERNINI MINISTRO UNIVERSITA'
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ROMA – “Il governo che rappresento e in particolar modo il ministro Tajani sta lavorando assiduamente a un processo di pace. Noi abbiamo detto molto chiaramente che condanniamo l’attacco terroristico di Hamas e riconosciamo a Israele suo diritto a difendersi all’interno del diritto internazionale umanitario. L’appello che ci è stato rivolto, così come gli altri appelli in senso contrario, rappresentano un modo
dell’università di manifestare delle opinioni. E le opinioni sono libere. L’università è il luogo dell’autonomia e rispetto profondamente l’autonomia universitaria. Non esiste un ministro dell’Università che possa influenzare il dibattito degli atenei italiani. Però, tengo a dire che contrasto con tutta la mia forza ogni forma di istigazione al terrorismo e violenza. Una cosa è Hamas, altro sono i civili palestinesi che hanno tutta la nostra solidarietà“. Lo ha detto la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, a proposito delle proteste scoppiate nelle università in questi giorni in vari atenei del Paese.

“Insomma, contrasto e condanno – ha ribadito – ogni forma di violenza, sia verbale che fisica, che possa configurarsi in atti di antisemitismo. Questi sono comportamenti che non hanno nulla a che vedere con il dialogo e il confronto che si devono svolgere all’interno dell’università. Universitas significa proprio porte aperte, inclusività, costruire e non boicottare“.

“TUTTO QUELLO CHE E’ UNILATERALE NON HA A CHE FARE CON L’ATTIVITA’ UNIVERSITARIA”

Sulle occupazioni, la ministra ha poi aggiunto che “gli atenei si stanno comportando in maniera estremamente corretta”, considerando “che l’occupazione non è un dibattito ma una forma unilaterale di presa di possesso di una porzione di università che viene tolta ad altri e soprattutto alle attività dell’università stessa, come, ad esempio, i dibattiti sulla situazione israeliano-palestinese, ascoltando una voce e l’altra. Tutto quello che è unilaterale, unidirezionale e non va verso il dialogo non ha nulla a che vedere con l’attività universitaria”.


“I rettori – ha concluso– stanno gestendo la situazione, unitamente alle forze dell’ordine, in maniera estremamente corretta e rispettosa. Tuttavia, ricordo che l’università non è il luogo delle occupazioni ma delle lezioni, della formazione, dello scambio”.

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